14 Gennaio 2015 - 11.16

ULTIM’ORA: Napolitano si è dimesso – M5S: “Il peggior presidente”

napolitano

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato, come annunciato, la lettera di dimissioni (già stata consegnata ai presidente delle Camere) e abbandonerà il Quirinale dopo quasi nove anni di mandato.
Inizia così la corsa alla successione, destinata a magnetizzare l’attenzione del dibattito politico italiano per le prossime settimane. Piero Grasso svolgerà per il tempo necessario le funzioni di capo dello Stato. Il premier Renzi ha subito salutato Napolitano twittando #GraziePresidente. Si apre quindi il toto-candidati. Il più accreditato alla successione sembra essere Mario Draghi, alla guida della BCE (che però si è dichiarato più volte fuori dalla partita). Ma si fanno i nomi anche di Prodi, Bersani, Muti, Zagrebelski, Rodotà…
Il Movimento cinque stelle ha subito richiesto a Napolitano di rinunciare alla carica di senatore a vita che gli spetta di diritto in quanto ex-presidente ed ha definito l’ex presidente, senza mezzi termini: “uno dei peggiori presidenti della Repubblica”.
Stamane, intanto, al Quirinale è stata ammainata la bandiera del presidente della Repubblica.
Il Partito Democratico, per voce della vicesegretaria del partito, Debora Serracchiani, ha fatto sapere che i Democratici inizieranno da subito una serie di consultazioni politiche con le altre forze in Parlamento.
“Certo che sono contento di tornare a casa!”, ha dichiarato Napolitano.

Giorgio Napolitano (nato a Napoli il 29 giugno 1925) è stato l’undicesimo Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015. In precedenza era stato Presidente della Camera dei deputati nell’XI Legislatura (subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale) e ministro dell’Interno nel governo Prodi I, nonché deputato pressoché stabilmente dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2004, e senatore a vita dal 2005 (nominato da Carlo Azeglio Ciampi) fino alla sua elezione alla prima carica della Repubblica. È l’unico Capo dello Stato ad essere stato membro del Partito Comunista Italiano.

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