26 Settembre 2018 - 10.15

THIENE – Claudia, la blogger malata: “Toffa, il cancro non è un dono”

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Non si placa la polemica su Nadia Toffa. La conduttrice e inviata delle ‘Iene’ ha scritto un libro, ‘Fiorire d’inverno’, in cui racconta la sua lotta contro il cancro, e per annunciarne l’uscita –  il 9 ottobre per Mondadori – ha usato parole che a molti non sono piaciute. Se il suo intento era quello di dare speranza e fiducia alle persone malate (e molti fan la stanno sostenendo in questa causa), ci sono utenti del web che non le perdonano frasi come “il cancro è un dono” o, ancora “è un momento unico e speciale”. Nel dibattito stanno intervenendo in molti, vip e persone comuni, haters e followers, associazioni di maalati e singoli cittadini. Tra i vari commenti sta facendo il giro del web quello della vicentina, thienese doc, Claudia Guido. Claudia – infermiera di 37 anni, moglie e mamma di due bambini –ha da tempo un blog molto seguito, Fucsiawonderbra, che racconta la sua storia e la sua battaglia contro “il drago”. A marzo Claudia ha pubblicato anche un libro sul tema,  “Ce la farò anche st(R)avolta”. Ieri il suo post di commento alle esternazioni della Toffa ha fatto il giro del web ed è stato tra i più condivisi nei social. Eccolo:

“Ho provato a morsicarmi la lingua, cosa che comunque mi riesce sempre male. Ho provato a capire, scartabellare nelle mie chemio riflessioni tutte le volte in cui ho ostentato un ottimismo ferreo. Ti ho anche appoggiato, con le dovute pinze, quando con un sovradosaggio di Deltacortene riuscivo a tirare notte fonda e sembravo dopata come una culturista anni 80. Sì c’erano i giorni in cui mi sentivo una figa pazzesca, alternati in proporzione indiretta ai giorni in cui una balena spiaggiata mi avrebbe battuta sui 10 metri, perché nonostante tutto mi stavo aggrappando con le unghie a qualsiasi brandello di vita mi venisse proposto.
Claudia un anno dopo.
Sai una cosa? Anche io ho imparato tanto, troppo. Ho attraversato una foresta talmente fitta ed intricata e ora ogni tanto guardando in alto vedo un sole stupendo, lo vedo, lo ammiro, lo adoro. Stanca, stremata e stRavolta.
Non ho mai perso il sorriso.
Per scelta, indole e carattere. Ma anche per terapia, imposizione mentale e dovere nei confronti di chi non poteva vedere lacrime e singhiozzi, perché sono una mamma e una mamma se la forza non ce l’ha, la trova e se non la trova, finge di trovarla.
Ma da qui a chiamarlo dono, mi dispiace non ci riesco.
Baratterei ogni singolo giorno passato con la mia spensieratezza, quando scegliere cosa abbinare col vestito a righe marrone e blu era un cruccio che durava una settimana.
Claudia un anno dopo.
Claudia che festeggia i compleanni come traguardi, Claudia che un passetto alla volta ci riprova, Claudia che ha paura degli aghi sulla sua pelle, Claudia che ha dovuto salutare troppe amiche, troppo presto e ha dovuto costruirsi una corazza così grossa e così spessa per non farsi trafiggere e trapassare. Claudia che non sa stare in un saletta d’attesa. Claudia e gli incubi notturni, la boccetta di Xanax sul comodino, anche solo come feticcio e un tarlo, un maledetto e schifoso tarlo che non la lascia mai, mai, mai. E vivi, caspita se vivi. Scali montagne, non perdi una festa, non manchi un evento e stai lì, testa alta e petto in fuori.
Ma da qui a chiamarlo dono…
Un dono grande è la vita.
Il cancro è l’antitesi.
Un dono grande sono le persone che nonostante tutto non ti lasciano andare.
Un dono grande è ogni singolo giorno per chi non può ambire a molto di più.
Un dono grande è la soluzione a questa merda.
E adesso chiedetemi cosa vorrei.
La vita di prima… Non si può.
La spensieratezza… Non si può.
Una cura… Un rimedio…
Per me e per tutti quelli come me che ci sperano e questo secondo me si può.
E se non si può, voglio vivere bene, con dignità, senza dolore e perché no, col mio bel sorriso, perché quello mi si è scalfito in viso, come una smorfia, come una promessa da mantenere a chi amo e a chi da lassù mi osserva e sono sicura… Fa il tifo per me”.

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