9 Aprile 2018 - 12.03

IEG: acque agitate in Fiera e Corrado Facco in bilico?

L’ombra di Rimini si allunga su Vicenza, le dimissioni in blocco dei consiglieri di amministrazione di IEG scatenano dubbi e preoccupazioni nella componente vicentina.
Ma andiamo con ordine. Il precedente è di pochi mesi fa con la battuta al vetriolo del presidente riminese Cagnoni che, rispondendo alle domande della stampa sull’assenza di Matteo Marzotto e Corrado Facco – rispettivamente Vicepresidente e Direttore Generale del polo fieristico nato dalla fusione tra veneti e romagnoli – dichiara che “certo non ci baciamo in bocca tutte le mattine”. Chiaro che una criticità si deve registrare, poi le dichiarazioni successive dei vari protagonisti hanno annacquato il quadro, ma la difficoltà rimane sotto traccia e neanche tanto. Poi la situazione precipita con l’avvicinarsi della – prevista – quotazione in Borsa della società dove si comprende lo scollamento tra le due anime della squadra, i consiglieri romagnoli si dimettono e i vicentini no, in attesa di ordini o chiarimenti dall’azionista, Achille Variati. Come va letto questo episodio è presto detto: con la quotazione in Borsa IEG dovrà dotarsi di un Presidente, con il suo board, e di un Amministratore Delegato, che dovranno essere due persone diverse, non come oggi dove Lorenzo Cagnoni riunisce entrambi i ruoli ed ha come riferimento operativo un Direttore Generale di pregio e di esperienza come Corrado Facco.
Quindi? Si apre la partita sulla figura dell’AD, non potrà essere il Presidente romagnolo perché resterà al suo posto a guidare gli azionisti dal CdA, ma, a quanto si sussurra nei corridoi, difficilmente sarà Facco per quanto gli vada riconosciuta indubbia capacità e competenza del mondo fieristico. Del resto gli accordi tra Rimini e Vicenza prevedono, nella sostanza, la Vicepresidenza ad un Consigliere di nomina berica, un Consigliere al suo fianco e la certezza di investimenti importanti – 35 milioni di euro – nello sviluppo della parte Vicentina di IEG. Non una riga sul management che appartiene, invece, alle scelte più o meno discrezionali dell’azionista, dove, lo ricordiamo per amore di verità, Rimini è forte dell’81% delle quote a fronte di un 19% di Vicenza che lascia ben poco spazio di manovra a tutela di un manager che potrebbe trovarsi fuori dai giochi a favore di un nome individuato da Cagnoni e dai suoi consiglieri.
Game over per Facco e la sua lunga liason con la Fiera? Lo sapremo solo vivendo e guardando da qui quello che stanno decidendo a Rimini.

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