18 Aprile 2019 - 12.06

Cyberstalking nei confronti dell’ex amante: nei guai professionista vicentino

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Il personale specializzato del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Veneto” di Mestre a seguito di complesse indagini telematiche, ha individuato un soggetto che, dietro l’anonimato garantito dal web, minacciava e molestava una donna con la quale era stato legato in passato da una relazione sentimentale.

L’autore dei fatti, un professionista del vicentino, deluso dalla fine della relazione con una donna del proprio paese, sfruttando le proprie conoscenze informatiche, era riuscito, utilizzando sofisticate tecniche di anonimizzazione, a mettere in atto un piano di vessazioni e di terrore con il quale punire la sua ex amante, colpevole di aver troncato il loro rapporto. Il tutto è continuato per anni, finchè la donna ha denunciato lo stalker anonimo.

LE INDAGINI

Le indagini, curate inizialmente da personale dell’Arma dei Carabinieri della provincia di Vicenza, hanno consentito di dare un nome al responsabile degli atti persecutori compiuti nei confronti della donna. Cyberstalking che è costituito da post diffamatori e minatori inviati da profili “fake” di Facebook appositamente creati, telefonate mute inoltrate da numerazioni straniere virtuali, annunci su siti di incontri erotici inseriti a nome della vittima e creati dall’uomo da connessioni estere, accessi abusivi ai profili personali dei social network della vittima. Sulla base degli accertamenti sulle tracce telematiche lasciate, la Procura della Repubblica di Venezia ha emesso un decreto di perquisizione. L’attività di perquisizione eseguita nei giorni scorsi dagli agenti del Compartimento Polizia Postale del Veneto e della Squadra Mobile di Vicenza ha permesso di individuare lo stalker.

I CONSIGLI DELLA POLIZIA POSTALE ALLE VITTIME DI STALKING

La Polizia Postale consiglia alle vittime di stalking, anche commesso tramite il web, di denunciare immediatamente gli atti persecutori subiti. Le dinamiche legate alle policy di conservazione dei dati dei vari social network richiedono infatti di agire velocemente. Perciò è necessaria l’indicazione, da parte delle persone offese, dei dati dei profili social dei molestatori. Per Facebook occorre infatti individuare l’ID utente, per le mail conservare l’header (o intestazione) e non cancellare le chat delle app di messaggistica, facendo, nel caso, degli screenshot.

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