29 Novembre 2017 - 15.13

CHIAMPO – “Io, giocatrice di basket in carrozzina in una squadra di uomini”

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“20 anni fa un padre di famiglia di Valdagno era in un bar, che beveva, e pensò di mettersi a guidare, da ubriaco. 20 anni fa una ragazza di Chiampo di 25 anni, io, andavo a prendere i pannolini per il mio bambino di 18 mesi e la Nutella per la mia bambina di 4 anni. Le nostre vite si incrociarono in una maledetta strada davanti a casa mia e io ho avuto la peggio. Ma forse no, io ho avuto…la meglio” – esordisce così  Franca Borin, 46 anni di Chiampo, mamma di 4 figli, su una sedie a rotelle dal 1996, a causa di un incidente stradale accaduto a Montecchio Maggiore. Una mamma e atleta-coraggio, che oggi vive felice, lavora e gioca nella nazionale italiana di basket in carrozzina e in una squadra mista anzi, quasi totalmente composta da uomini, in serie B. “Hai mai visto quei film dove il protagonista ha la propria vita, normale, abitudinaria, a volte monotona.. e improvvisamente si trova sbalzato in una realtà che non gli appartiene – racconta, ricordando l’incidente – un rumore di freni. I fari che vedevo avvicinarsi velocemente. Il colpo. Il tanto dolore. Poi l’ambulanza, la corsa all’ospedale, quei sorrisi di circostanza che mi arrivavano come risposta quando chiedevo notizie su di me mentre la gente che aveva capito cercava di imbrogliarmi a fin di bene. Poi la sala operatoria, la rianimazione”. Ma quando ripensa a quel giorno, Franca, oggi non prova rancore né rabbia: “Penso e provo solo un enorme, profondo e immenso senso di gratitudine per quella che da 20 anni è diventata la mia compagna di vita: la mia carrozzina. Lei è stata la mia salvezza, i miei occhi, il mio faro, la mia strada. Non c’è stato un solo minuto in cui io me la sia presa con lei, perché lei mi ha reso piccola, mi ha fatto crescere e una volta pronta mi ha permesso di vivere esperienze che mai nella vita avrei pensato di poter vivere”. Sì perché Franca non si è arresa e ha lottato contro stereotipi e pregiudizi: è diventata una delle più quotate giocatrici di basket in carrozzina d’Italia, gioca nella nazionale italiana femminile e nella squadra mista di basket in carrozzina di Bari, l’HBari, città che, da Vicenza dove vive oggi, raggiunge ogni weekend per le partite di campionato: “Ho scelto di giocare a Bari perché hanno un progetto di sensibilizzazione allo sport femminile in cui voglio essere coinvolta” – spiega Franca. Ed è questa l’ennesima sfida di Franca: giocare in una squadra di basket mista, dove sono solo due le donne in squadra: “Voglio mostrare a tutte le donne intimorite da questo sport considerato “maschio”, che il basket non è una prerogativa per soli uomini e che i benefici, di natura fisica e psicologica derivanti dalla pratica agonistica, sono gli stessi per entrambi i sessi. È uno sport bellissimo, uno sport che coinvolge che, come tutti gli sport e in particolare come tutti gli sport di squadra, aiuta e agevola anche la riabilitazione fisica potenziando le abilità e le capacità specifiche di ognuno, rispetto alla lesione subita. Quando ho cominciato la mia avventura nel basket, 20 anni fa, subito dopo l’incidente, ero in una squadra di uomini, da sola. Non posso negare che inizialmente è stato molto difficile stare in una squadra di tutti maschi anche perché durante le fasi di gioco sono molto più irruenti. Poi è arrivato il tempo delle nazionale femminile, e adesso, nuovamente, eccomi in una squadra di uomini. Tuttavia, come noi ci affermiamo nella vita, nello stesso modo ci affermiamo anche in campo: io non ho paura del confronto di genere, anzi. Nel corso del tempo ho imparato che non esistono le cose belle e le cose brutte, ma esistono le situazioni che servono a noi per insegnarci a diventare la parte migliore di noi stessi”.

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