23 Febbraio 2021 - 7.15

Buongiorno Vicenza: Fermare subito le baby gang

Uno spettro si aggira per la città in una forma sconosciuta, imprevista ed inquietante. La violenza. Anche nella, un tempo, tranquilla e sonnecchiante Vicenza che abbiamo sempre considerato la patria della provincia veneta, con tutti i difetti tipici sì, ma anche con le sue virtù che sembrano in trasformazione. È di questi giorni l’ennesimo episodio di un’escalation violenta fra ragazzi che tormenta il centro storico, proprio quella parte di città che dovrebbe essere il gioiello di famiglia in termini di decoro e di sicurezza. Non c’è più solo Campo Marzo, teatro da anni di spaccio e degrado su cui si è concentrata l’attenzione della politica, da quando bande di ragazzi hanno scelto come teatro delle loro bravate anche luoghi altri, come contrà Burci, i Giardini Salvi, Piazza Castello, Ponte San Michele e così via. Il sindaco Francesco Rucco ha annunciato una stretta nei controlli e nei presidi lanciando un messaggio forte e preoccupato al Prefetto, ma oggi, complice la tensione della pandemia, la crisi economica e la cappa di inquietudine che è piombata su tutti, anche qui a Vicenza, serve un ridisegno delle priorità. Ci si chiede come possa sentirsi l’autista di SVT preso a calci in faccia da una baby gang, ci si chiede quale sofferenza stiano attraversando i genitori del ragazzo picchiato a sangue in Contrà Burci venerdì sera apparentemente senza motivo, ammesso che possa esserci un motivo per questo livello di violenza che è ben altro rispetto alla scazzottata virile che appartiene ai riti di passaggio del mondo maschile. No qui si tratta di altro. Un malessere che si traduce in stili di vita che condizionano il quotidiano di ragazzi e famiglie che hanno la sola colpa di vivere e lavorare a Vicenza, una città che sta subendo le scorrerie di soggetti che, al di là del fatto che siano minorenni o maggiorenni, stanno sfidando le istituzioni con una pericolosità mai vista.Bene ha fatto il Sindaco ad usare parole forti, perché la violenza non può essere fermata con le parole, ma solo con una strategia diffusa ed organizzata per rimettere in sicurezza i nostri quartieri. Strumenti ve ne sono molti, le vecchie e utili telecamere in tutti i punti più frequentati dalle bande aiuterebbero, le Forze dell’Ordine non bastano, cerchiamo alleanze con i privati, si ritorni ad investire nella prevenzione con una massiccia iniezione di risorse, economiche e soprattutto umane, nei servizi che possono mettere in campo le strutture del sociale di ULSS e comune di Vicenza, con operatori in campo a monitorare il territorio. I ragazzi sono per strada, per andare a scuola, per incontrare gli amici, per vivere la loro vita nonostante la terribile pandemia che segnerà la loro maturazione, e vanno protetti ed aiutati. I violenti vanno colpiti ed isolati senza indugio prima che l’onda d’urto costringa i nostri figli a chiudersi in casa per paura di essere pestati senza neanche sapere il perché

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