2 Settembre 2019 - 11.29

Benvenuto Risparmiometro

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Ci mancava solo questo. Ormai risparmiare è quasi un peccato, se non impossibile per motivi congiunturali. Però, a dir la verità, l’ultima arma messa in campo dallo Stato per cercare di combattere l’evasione fiscale, non è troppo malvagia e la finalità è corretta.

Ricordiamoci che dal momento in cui è entrata in funzione l’Anagrafe Tributaria, i vari operatori economici e banche hanno l’obbligo di fornire al fisco i saldi annuali dei nostri conti, l’apertura e la chiusura di rapporti, e le operazioni fatte allo sportello con assegni e contanti. Il fisco è come un grande fratello nascosto che ci osserva, vigila e giudica.

Da oggi, non solo le aziende ma anche le persone fisiche iniziano ad essere monitorate attraverso il risparmiometro, e l’addove ci siano scostamenti superiori al 20% tra entrate ed uscite creerà degli elenchi soggettivi a controlli.

Mettiamoci il cuore in pace, il Fisco passerà a setaccio tutti i conti correnti per quella che è una battaglia senza fine contro l’evasione fiscale, e che se vinta potrebbe portare dei vantaggi a tutti.

Di fatto il risparmiometro funziona grazie ad un algoritmo capace di analizzare le giacenze presenti nei singoli conti bancari segnalando quelle giacenze di denaro apparentemente non coerenti con il reddito che il contribuente dichiara.

Non per ultimo, a chi pensa di scamparla, è bene sottolineare che sarà oggetto di revisione e verrà analizzata tutta la storia finanziaria di una persona, e non solo quella a partire da oggi in avanti. Questo ovviamente può avvenire solo grazie a nuove e futuristiche tecnologie, capaci di elaborare un’infinità di dati, attraverso un algoritmo totalmente  autonomo e non influenzabile da una mente umana.

Una lotta ai contanti con lo scopo di far emergere i contanti in nero ed in attesa dell’assurda tassa sulle cassette di sicurezza. Per gli onesti e quelli che nella vita magari non sono cicale ma formiche potrebbe trasformarsi in una tassa sui risparmi.

Se nel domani non c’è certezza e molti fino ad oggi per cultura cercavano di risparmiare per far sì che nel domani vi fosse certezza, da domani dovranno iniziare a ragionare diversamente, risparmiando di meno e spendendo di più, riuscendo magari, alla faccia della burocrazia, a mettere in moto la locomotiva Italia.

Il dubbio è se servirà davvero. Solo il tempo potrà dare una risposta. Di certo c’è il dato che si mantiene costante  da anni, fornito dal ministero dell’Economia, di un’evasione fiscale pari a circa 100 miliardi di euro. Qualche dubbio sull’utilità è giusto nutrirlo se pensiamo che nonostante tutti gli strumenti messi in campo per scoprire gli evasori i risultati non arrivano e non si vedono. Forse perché è più facile mettere le mani in tasca a chi si dimentica di battere uno scontrino, piuttosto che pestare i piedi a qualcuno che ha beni sproporzionati, se solo pensiamo ad esempio al mondo del pallone ed alle varie plusvalenze tutte gonfiate ( vedi precedente articolo).

La speranza che queste eventuali maggiori entrate possano servire per aumentare i servizi che tutti noi ogni giorno utilizziamo. Ad oggi così non è, non capendo neppure dove sono andate a finire le varie somme recuperate nel corso degli anni. Povera Italia.

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