22 Marzo 2017 - 11.13

ARZIGNANO – Un anno di Parkinson Cafè, open day per conoscere l’iniziativa

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ARZIGNANO – Se è vero che la Malattia di Parkinson sovverte prepotentemente la vita di chi ne è colpito e della famiglia, costringendo tutti a ridefinire tempi e modalità di azione è anche vero che laddove il malato accetta di non mettersi in disparte, di non isolarsi e di continuare a condividere la sua esperienza di malattia, i benefici non tardano a farsi sentire.

Ne è la prova l’esperienza del Parkinson Cafè, realtà senza scopo di lucro, inaugurato un anno fa ad Arzignano, primo in Italia, di cui ricorre il primo anniversario il prossimo 25 marzo. Dalle 16,30 alle 18,30 porte aperte a tutta la cittadinanza per poter conoscere da vicino le tante iniziative che caratterizzano l’attività.

“Siamo partiti avendo ben chiari i numeri dei malati di Parkinson del nostro territorio, 90 ad Arzignano e circa 200 nell’area dell’Alto Vicentino – racconta Giovanna Mastrotto Presidente della Fondazione Silvana e Bruno ideatrice del progetto Parkinson Cafè – Sentivamo, grazie anche al confronto con gli specialisti dell’Ospedale di Arzignano, quanto potesse essere positivo uno spazio di aggregazione per i malati, dove poter offrire attività pensate appositamente per loro. E se all’inizio c’era un po’ di titubanza oggi siamo decisamente soddisfatti dei numeri. Sono oltre una trentina gli ospiti che settimanalmente frequentano il Cafè, partecipano ai corsi e alle attività proposte periodicamente. Il clima è sempre positivo – continua Giovanna Mastrotto – e questo ci porta a creare sempre nuove opportunità di incontro. Ma il nostro obiettivo è fare in modo che anche altri malati del territorio si uniscano a noi, che superino il disagio di uscire e l’isolamento perché condividendo le esperienze anche la malattia si fa più leggera”.

Numerose sono le iniziative organizzate: dagli incontri conviviali all’attività motoria, dalle presentazioni di libri agli eventi con i medici specialisti, fino all’appuntamento con il Maestro Bepi De Marzi che allieta gli ospiti con i suoi racconti. L’ultima iniziativa inaugurata è stato il ciclo di incontri dedicato ai famigliari e mediati da uno psicoterapeuta. In questo caso l’attenzione si è spostata dal malato al caregiver con l’obiettivo di far emergere strategie di gestione del carico emotivo che possano essere utilizzate poi a casa. “Questo perché – conclude Giovanna Mastrotto – anche un famigliare ha bisogno di sostegno per trovare sufficienti risorse ed energie per aiutare il proprio caro in modo efficace e produttivo”.

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