22 Maggio 2017 - 17.02

ARZIGNANO – Arrestati per estorsione, rimessi in libertà: no pericolo inquinamento prove

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Non ritenuto sussistere, in questa fase, il pericolo di fuga, quello di inquinamento delle prove e quello di reiterazione del reato

Nella mattinata odierna si sono tenuti gli interrogatori di garanzia delle due persone arrestate venerdì scorso dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Arzignano – C.E. di anni 49 e Z.G.I di anni 37, entrambi residenti in città, di cui uno operante nel settore del commercio delle pelli – per un’estorsione perpetrata nei confronti di un commercialista locale, S.M. di anni 63.
L’attività di servizio ha avuto origine da una querela presentata da quest’ultimo, a seguito di cui sono state condotte una serie di attività di riscontro dei fatti rappresentati, ovvero: sia la concretezza dell’intimidazione da parte dei due estorsori di rivelare alcune irregolarità commesse dallo stesso professionista, tra le quali la produzione di fatture false per l’ottenimento di sconti bancari; sia la minaccia di dare corso ad una precedente querela nei suoi confronti, utilizzata, anche quest’ultima, strumentalmente, per l’ottenimento dell’illecita pretesa.
Quella di venerdì scorso, secondo la ricostruzione dei fatti nonché le prime attività di approfondimento investigativo, è stata solo l’ultima di una serie già soddisfatte di richieste di pagamento a cui il professionista è stato costretto negli ultimi tempi.
A seguito, quindi, delle preliminari attività investigative, i finanzieri del Nucleo Mobile hanno provveduto a contrassegnare le banconote da utilizzare per la dazione di denaro ed a predisporre un ingegnoso sistema di ripresa video per “documentare” lo scambio tra le parti.
I finanzieri hanno avuto la possibilità, da un lato, di osservare gli eventi in presa diretta e, dall’altro, di intervenire non appena avvenuto il passaggio di denaro, provvedendo al fermo della coppia.
In caserma, prima, è stato accertato che il denaro rinvenuto addosso all’indagato fosse quello precedentemente contrassegnato e, poi, è scattato l’arresto di entrambi nella flagranza del reato per l’ipotesi di estorsione prevista dall’articolo 629 del codice penale.
L’Autorità Giudiziaria ha convalidato gli atti delle Fiamme Gialle ritenendo corretta la qualificazione del reato e la conseguente attività di p.g.; ha, contestualmente, però, rimesso in libertà gli indagati, non ritenendo sussistere, in questa fase, il pericolo di fuga, quello di inquinamento delle prove e quello di reiterazione del reato.
L’attività di polizia economico finanziaria proseguirà sui filoni percorribili da tale indagine.
Infatti, già, nell’occasione della querela di uno dei due estorsori, sulla scorta della descrizione dei fatti, i militari hanno denunciato, in concorso, sia la stessa querelante, sia il commercialista, per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 del D.Lgs. n 74/2000); infatti, la querelante, che lamentava un’ipotesi di appropriazione indebita, si era, in realtà, prestata all’intestazione fittizia di un’autovettura.
Pertanto, all’esito dell’autorizzazione dell’AG, seguiranno altre attività di polizia economico-finanziaria ipotizzando, sulla scorta di analisi di rischio, interventi di verifica della posizione fiscale nei confronti dei soggetti indagati e/o altri soggetti che dovessero emergere dagli sviluppi investigativi e dalle banche dati consultabili per individuare i contribuenti che avrebbero affidato al commercialista la “tenuta” della propria contabilità.

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