17 Aprile 2018 - 14.47

VILLAVERLA – Sicurezza dell’acqua: gestori a confronto

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Questa mattina a Villaverla i vertici delle aziende idriche si sono confrontati sul contrasto agli inquinanti emergenti e sulle opportunità di collaborazione per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti idrici. Come sta cambiando il concetto di potabilità dell’acqua? Come contrastare efficacemente i cosiddetti inquinanti emergenti (Pfas, ma non solo)? Come è possibile migliorare le sinergie fra gestori acqua per mettere in sicurezza la risorsa idrica e offrire un servizio più efficiente ed efficace, anche a fronte dei mutamenti climatici? Sono questi alcuni dei temi attorno a cui hanno ragionato i vertici delle più importanti aziende del servizio idrico di Veneto e Friuli Venezia Giulia: Acque del Chiampo, Acque Venete, Acque Veronesi, AcegasApsAmga, Cafc, Etra, Medio Chiampo, Veritas, Viacqua. Assieme a loro i rappresentanti delle autorità di controllo: Istituto Superiore di Sanità, ARPAV e ATO Bacchiglione. L’incontro, è stato organizzato, con il patrocinio dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici del Veneto, da AcegasApsAmga ed Heratech, la società del Gruppo Hera a cui sono affidati i laboratori di analisi del Gruppo e che ha recentemente acquisito il laboratorio del Centro Idrico di Novoledo. L’incontro si è svolto proprio nella sede del Centro Idrico di Novoledo, inserito all’interno dell’Oasi naturalistica di Villaverla, in cui si trovano alcuni dei pozzi che alimentano le reti idriche di Padova (gestita da AcegasApsAmga) e Vicenza (gestita da Viacqua). Attraverso alcuni interventi frontali e due tavole rotonde, gestori e organi di controllo hanno innanzitutto affrontato il tema della potabilità dell’acqua, particolarmente sentito in regione, a causa dei fenomeni di inquinamento da Pfas. Il confronto si è concentrato sull’evoluzione che il concetto stesso di potabilità dell’acqua sta subendo, principalmente per due fattori. Da un lato la necessità di recepire nella normativa europea e nazionale una serie di sostanze (i cosiddetti inquinanti emergenti), il cui monitoraggio a oggi non è regolato da limiti precisi. Dall’altro, l’emergere di un approccio alla gestione basato sulla mappatura di tutti i rischi a cui è soggetta la fornitura idrica e per cui sarà sempre più importante la stesura dei cosiddetti water safety plan (piani della sicurezza idrica) che ogni gestore dovrà predisporre, anche in coordinamento con gli altri.Altro tema dibattuto è stato quello della cooperazione e delle sinergie fra i diversi gestori. In un contesto ancora molto polverizzato, per offrire ai cittadini la totale sicurezza dell’erogazione idrica è sempre più importante generare sinergie e mettere il più possibile a fattor comune gli investimenti (ad esempio, nei laboratori o nelle reti). In quest’ambito sono risultate di particolare interesse le esperienze del Consorzio Viveracqua o dei gestori del Friuli Venezia Giulia, impegnati in uno stretto coordinamento per la stesura dei water safety plan, o la collaborazione attuata da decenni tra Padova e Vicenza con il Centro Idrico di Novoledo. Durante la mattinata di lavoro sono state trattate anche tematiche prettamente tecniche, di impatto sui Laboratori. Fra queste, ad esempio, l’evoluzione a cui sono sottoposti i piani di monitoraggio delle acque, strumenti attraverso i quali i gestori pianificano, con i laboratori, controlli e analisi da effettuare sulla rete. L’evoluzione, soprattutto nel Veneto, è discesa della necessità di garantire un maggior controllo sui Pfas e ha coinvolto, oltre alle acque potabili, anche le acque reflue e il ruolo importante dei laboratori. Il confronto ha inoltre riguardato l’innovazione applicata alle attività dei laboratori, in cui per garantire efficacia ed economicità di gestione a fronte di nuove esigenze di analisi, è di primaria importanza lo sviluppo di tecnologie innovative. Fra queste si è parlato di controlli in continuo sugli impianti.

 

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