29 Settembre 2017 - 18.14

VICENZA… perde pezzi: la Crocifissione di Bellini torna in Toscana?

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Il dipinto, capolavoro del ‘500, portato dalla Banca popolare di Vicenza in epoca Zonin nella nostra città, tornerà in Toscana. La notizia è riportata da Il Tirreno. Il dipinto venne acquistato nel 1983 dalla Cassa di risparmio di Firenze per 3 miliardi di lire. La decisione è della Soprintendenza di Verona, con un provvedimento del 5 giugno scorso che, in pratica, legittima ulteriormente il decreto della commissione regionale per il patrimonio della Toscana (27 febbraio 2017): mani libere sulla Crocifissione, svincolata dal rapporto pertinenziale con Palazzo Thiene. In altre parole, il tesoro del Rinascimento veneto deve stare nella collezione della Galleria degli Alberti, «per l’affermato legame che il dipinto ha da secoli con l’area toscana».
L’annuncio è stato dato dall’associazione Amici dei Musei assistita dall’avvocato Mauro Giovannelli, fra i massimi esperti di diritto amministrativo nella città toscana. La vicenda è lunga e tormentata. Un primo ricorso al Tar risale al settembre 2016, la sentenza che «dichiarava cessata la materia del contendere» è del dicembre scorso. Poi è arrivato il decreto della Soprintendenza fiorentina (3 febbraio scorso 2017) che riconduceva sì il gioiello di Bellini al corpus di opere della Galleria ma solo «sotto la condizione sospensiva dello svincolo dal rapporto pertinenziale con Palazzo Thiene». Svincolo che ora è quindi avvenuto.
E’ arrivata poi -riferisce il quotidiano toscano – ‘un’accurata relazione prodotta dalla storica dell’arte Isabella Lapi Ballerini e dal direttore dei Musei diocesani Claudio Cerretelli ha fornito ulteriori prove circa il legame del dipinto con Prato. Nello specifico, come spiega Lapi Ballerini, «quel quadro fu acquistato dai Niccolini di Camugliano vicini ai Medici».
Sempre secondo Il Tirreno, tra le mani della storica dell’arte è finito un documento settecentesco, grazie alla collaborazione della Soprintendenza archivistica della Toscana diretta dalla pratese Diana Toccafondi, che si riferisce proprio alla presenza del Bellini nella galleria fiorentina della famiglia Niccolini. «Aspettiamo a questo punto il provvedimento del Soprintendente Pessina per far rientrare a Prato anche la Crocifissione anche se non sappiamo ancora la data».
Nell’aprile scorso la BPvi in liquidazione aveva impugnato il decreto della Sovrintendenza di Firenze: l’associazione Amici dei Musei interverrà nel giudizio per il tutelare il legame della Galleria al patrimonio culturale della città, insieme al Mibact e il Comune. «La banca non ha chiesto la sospensiva – fa sapere Giovannelli – quindi la collezione non deve aspettare l’esito dell’iter giudiziario».
Rimane poi un’altra incognita, poiché la Galleria Alberti di Prato è entrata a far parte della bad bank, ovvero del patrimonio in liquidazione della Popolare di Vicenza, acquisita da Banca Intesa. Secondo Giovannelli chi acquisterà le opere dovrà tenerlo a Prato.
A gennaio del 2017, lo ricordiamo, vi fu la firma del protocollo d’intesa che stabilì il ritorno a Prato della collezione della ex Cassa di Risparmio di Prato dopo quello che il capoluogo toscano aveva definito lo “scippo” della BpVi di Zonin. Un protocollo sottoscritto dal sindaco Matteo Biffoni e dai vertici della CariPrato e l’allora consigliere delegato della BpVi Fabrizio Viola. Rimase in sospeso la questione della Crocifissione.

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