11 Maggio 2016 - 10.59

VENETO – PFAS: la testimonianza di un ex operaio della Miteni

pfas

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Piergiorgio Boscagin del Coordinamento Acqua Libera dai Pfas nel quale si torna sulla questione dell’inquinamento delle falde acquifere in numerosi Comuni del Veneto.
“Se ancora qualcuno pensava che ci fossero dei dubbi sulla principale fonte da inquinamento da Pfas dei nostri territori -recita il comunicato- la testimonianza dell’ex operaio della Miteni, al giornalista del Tg3 regionale del Veneto Matteo Mohorovicich, li ha totalmente fugati.
Nell’intervista, l’ex operaio riferendosi all’azienda, oggetto nel corso degli anni di vari passaggi di proprietà, con riferimento ad un periodo di tempo che arriva sino al 2004, descrive un sistema di smaltimento illecito dei residui di lavorazione, incidenti che non venivano denunciati e che cambiavano l’acqua del torrente Poscola in acido Pfoa. Un sito industriale talmente inquinato che anche oggi, nonostante i tentativi di bonifica, non si riesce a risanare. Cos’altro dobbiamo attenderci?

Un azienda che per anni, come segnalato da numerosi documenti di Arpav, ha contaminato le acque delle nostre falde e che ancora tenta di difendersi con puerili volantini dove si paragonano i PFAS alla caffeina, dimenticandosi i dati dello studio americano sull’incidente causato dalla Dupont in Ohio (USA): studio recepito anche dall’Istituto Superiore di Sanità che mette in correlazione la maggiore probabilità di insorgenza di gravi patologie mediche nelle popolazioni esposte all’inquinamento da PFAS. Oggi ulteriori studi, come quello svolto dall’Enea e dall’Isde su “Esposizione a sostanze perfluoalchiliche (PFAS) ed effetti sulla popolazione” che il Coordinamento presenterà sabato 14 maggio a Lonigo, evidenziano come nei nostri territori la maggiore incidenza di gravi patologie a carico della popolazione sia molto probabilmente riconducibile anche all’esposizione ai PFAS.

Date le evidenze scientifiche e le testimonianze, ci aspettiamo dunque dagli attuali proprietari una presa di responsabilità che ancora non si evidenzia, anzi. Chi inquina paghi, questo è quanto chiediamo dal 28 maggio 2014, data della costituzione del nostro Coordinamento, ed ora ancora più convinti invitiamo tutte le istituzioni ad agire in modo univoco affinché chi è stato autore e protagonista di questo disastro risponda in ogni sede delle sue azioni.

Proprio sul tema delle responsabilità penali e delle vecchie e nuove frontiere dell’illegalità ambientale in Veneto sarà centrato l’importante convegno di venerdì 13 maggio a Verona (presso l’aula B Silos di Ponente al Polo Universitario di Santa Marta) organizzato da Legambiente. A partire dall’analisi sulla nuova legge sugli ecoreati, verranno portati a conoscenza dei cittadini gli strumenti per combattere gli ecocriminali e risanare il territorio, con un approfondimento proprio sul “caso Pfas”. Tra gli interventi previsti spiccano quelli del Procuratore aggiunto della Repubblica di Verona Angela Barbaglio, del Comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale di Milano Massimo Corsano e del Vice Questore Aggiunto CFS del Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato Franco Lattanzio.

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