6 Dicembre 2023 - 18.11

Un nuovo ecografo per la cardiologia di Asiago


A circa 6 mesi dalla sua attivazione, nel giugno scorso, la Cardiologia Riabilitativa dell’ospedale di Asiago evidenzia numeri in costante crescita: sono già oltre 70 i pazienti assistiti, con una media di 7-9 posti letto occupati (contro i 4 inizialmente previsti nella fase di avvio). Per lo più sono provenienti dalle Cardiologie di Bassano e Santorso e dalla Cardiochirurgia di Vicenza, ma non mancano pazienti operati anche fuori provincia o fuori regione.

«Sta andando bene – commenta il dott. Gianluca Toffanin, responsabile della Cardiologia Riabilitativa di Asiago -, compatibilmente con le piccole complicanze che possono verificarsi con pazienti post acuti e che abbiamo comunque sempre gestito, anche in collaborazione con i reparti di Cardiologia di provenienza. Il bilancio è positivo in termini di risultati clinici, ma anche di soddisfazione manifestata dai pazienti. Il merito va condiviso con tutti i componenti dell’équipe multidisciplinare che ne assicura la presa in carico: cardiologi, ma anche fisioterapisti, dietisti, psicologi e infermieri. Devo dire che da parte di tutti c’è un grande entusiasmo e un’eccellente disponibilità e spirito di collaborazione, a partire dallo sforzo straordinario del personale infermieristico e dei fisioterapisti afferenti all’U.O.C. Recupero e Riabilitazione Funzionale diretta dal dott. Mario Scapin».

Un’attività sempre più intensa, dunque, per la quale la Cardiologia Riabilitativa da oggi potrà contare anche su una nuova apparecchiatura all’avanguardia: un ecografo di ultima generazione completo di tutte le dotazioni per eseguire una valutazione della funzionalità del sistema cardiovascolare, frutto di un investimento di oltre 35 mila euro. L’apparecchiatura è portatile, dunque può essere facilmente spostata da un paziente all’altro, consentendo di eseguire gli esami direttamente sul posto letto senza dover spostare il paziente nel laboratorio di ecografia: questo chiaramente si traduce in un maggiore comfort per il paziente, ma anche in una semplificazione del lavoro dell’équipe infermieristica oltre che in una velocizzazione dei controlli. Proprio la velocità è uno dei punti di forza della nuova apparecchiatura, che consente standard di produttività particolarmente elevati, grazie ai tempi molto ridotti di accensione e spegnimento e soprattutto all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

La funzionalità Anatomical Intelligence Ultrasound (AIUS) consente infatti il riconoscimento automatico delle strutture anatomiche, facilitando l’esecuzione di esami di qualità elevata in tempi brevi.

Il nuovo ecografo si caratterizza infatti anche per la capacità di mettere a disposizione dello specialista immagini ad altissima risoluzione e dunque con un eccellente livello di dettaglio, a beneficio della precisione diagnostica.

L’apparecchiatura è stata presentata questa mattina con una piccola cerimonia alla presenza del Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana: «Nel giro di pochi mesi la Cardiologia Riabilitativa dell’ospedale di Asiago ha saputo diventare già un riferimento – commenta Carlo Bramezza – facendosi apprezzare per la qualità della presa in carico dei pazienti, anche in termini di attenzione alla persona, e per l’eccellenza dei risultati clinici conseguiti. Tanto è vero che già oggi riceve pazienti non solo dalle Cardiologie di Bassano e Santorso, ma anche da Vicenza e stanno crescendo anche i pazienti da fuori provincia. Con l’acquisizione di questa nuova apparecchiatura, come Direzione confermiamo l’impegno a continuare a investire nell’ospedale di Asiago e nel caso specifico l’attenzione per la Cardiologia Riabilitativa, che ha un grande potenziale di sviluppo».

Proprio su questo aspetto richiama l’attenzione il dott. Antonio di Caprio, Direttore Sanitario dell’ULSS 7 Pedemontana: «Considerando il flusso di pazienti che si è subito creato, sicuramente la Cardiologia Riabilitativa di Asiago risponde ad un preciso bisogno da parte delle Cardiologie e Cardiochirurgie del territorio e questo ci fa pensare che i 10 posti letto ipotizzati una volta a regime costituiscano un obiettivo non solo raggiungibile ma anche necessario».

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