21 Giugno 2022 - 8.53

PILLOLE DI ECONOMIA – Previsioni economiche o astrologia?

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di Umberto Baldo

Ogni tanto mi capita di ripensare alla nota frase pronunciata ormai diversi anni fa da un economista spesso irriverente come John Kenneth Galbraith, secondo cui: “L’unica funzione che hanno le previsioni economiche è quella di rendere l’astrologia rispettabile”.
Immagino non la pensino così coloro che frequentano le facoltà di economia di tutto il mondo, gli studiosi che vi si dedicano professionalmente, e ovviamente coloro che ci consigliano come investire i nostri soldi.
Ma il dubbio che Galbraith un po’ di ragione ce l’avesse credo sia venuto a tutti, in questa fase di crisi economica, relativamente alle reazioni di coloro che sono chiamati istituzionalmente a “dare la rotta”, vale a dire i Presidenti delle Banche Centrali.
Inutile ripercorrere qui le gaffe, le incertezze, le ambiguità, di Jerome Powell e di Christine Lagarde negli ultimi mesi.
Poco male, se non fosse che dalle loro decisioni dipende il futuro dell’economia mondiale, ed alla fine quindi anche il nostro.
Certo fare il numero uno della Fed e della Bce non è facile, e lo è sempre meno in un mondo sempre più finanziarizzato, in cui quasi ogni giorno vengono sfornati indici, grafici, analisi, previsioni, spesso contradditori, che però contribuiscono a creare confusione e sconcerto, mettendo così in dubbio l’adeguatezza delle mosse dei banchieri centrali.
Volete un esempio?
Mi è capitato sotto gli occhi un grafico sull’andamento previsto dell’eurodollaro, che in sostanza rappresenta l’insieme dei depositi e crediti, denominati in dollari USA, in essere presso banche operanti in Europa.
E questo grafico mostra che oggi analisti e mercati vedono i tassi sull’eurodollaro più bassi nel dicembre 2023 rispetto a quest’anno, nonostante gli aumenti già decisi dalla Fed, e quelli annunciati da Powell in una sorta di road map per i prossimi mesi.
Tradotto in parole povere, ciò vuol dire il mercato dei futures ritiene pressoché certo che la FED sarà costretta a tagliare già nel 2023 i tassi aumentati quest’anno.
Ad una persona normale viene da chiedersi: ma che senso hanno queste previsioni?
Ce l’hanno, perché gli analisti e soprattutto i grandi operatori di Borsa devono “prezzare” in anticipo per posizionarsi, quindi ciò che di primo acchito può sembrare speculazione, in realtà è una fondamentale attività di settaggio preventivo degli andamenti di mercato.
Ma questa previsione sull’eurodollaro mi ha colpito particolarmente perchè presuppone l’arrivo in tempi brevi di una recessione talmente brusca da mandare immediatamente in secondo piano il rischio inflattivo che sta ora spingendo la stessa Fed a premere l’acceleratore sui rialzi.
Saranno questi “gnomi dei futures” ad avere ragione, oppure Jerome Powell e la Fed?
Nessuno lo può sapere in realtà, e lo vedremo solo vivendo, meglio nel momento in cui gli economisti ci spiegheranno quello che è già accaduto.
Resta il problema sollevato da Galbraith, per cui viene da chiedersi se per sapere cosa potrà accadere in futuro nel mondo dell’economia e dei mercati, non sia più opportuno rivolgersi ad “analisti di rango” come il Mago Otelma o Simon & The Star.

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