20 Luglio 2022 - 9.50

PILLOLA DI ECONOMIA – Preparate felpe e coperte!

di Umberto Baldo

Ma se voi foste Vladimir Putin, e quindi controllaste una parte importante dei flussi di gas verso l’Europa, e la Germania in particolare, rinuncereste all’opportunità di vendicarvi delle sanzioni tagliando le forniture?

Francamente mi viene difficile pensarlo, ed anzi faccio parte di coloro che sono convinto che lo Zar voglia farci passare l’inverno al freddo, e con le fabbriche a ritmi ridotti.

Per ottenere ciò basta che impedisca ai Paesi europei di ricostituire le scorte strategiche di gas, che solitamente vengono ripristinate proprio nei mesi estivi.

Diventa quasi una conferma di questo sospetto la lettera di Gazprom, rivelata dall’agenzia Reuters, nella quale il colosso russo avrebbe comunicato che, nonostante lo sblocco da parte del Canada della famosa turbina, non è in grado di adempiere ai propri obblighi di fornitura «a causa di circostanze straordinarie al di fuori del suo controllo”.

Non fatevi fuorviare da questa giustificazione, perché con tale formula Gazprom cercherebbe di mettersi al riparo da eventuali controversie legali, nel caso in cui i clienti europei dovessero impugnare i contratti.

Ricorderete certamente che lo stop al gasdotto Nord Stream 1, a partire dall’ 11 luglio, era stato comunicato per tempo da Gazprom, ma i lavori di manutenzione annuale sarebbero dovuti finire il 21 luglio.

Vista l’ulteriore comunicazione di Gazprom, credo siano giustificati i timori che le forniture dalla Russia, almeno attraverso il gasdotto diretto in Germania e che serve altri Paesi Ue, potrebbero anche non riprendere nell’immediato.

Vi meravigliate se, di fronte a questa situazione sempre più precaria, a Bruxelles comincino ad essere seriamente preoccupati?

E a quanto comincia a trapelare l’allarme è tale che la Commissione starebbe passando in tempi rapidissimi dalle parole ai fatti.

Al riguardo il Financial Times ha scritto di aver preso visione di un documento, redatto appunto dalla Commissione Europea, nel quale l’Esecutivo europeo si starebbe preparando a dire ai membri dell’Ue di tagliare immediatamente i consumi di gas, avvertendo che, senza un maggior risparmio, il continente rischia di rimanere a corto di gas quest’inverno.

Il quotidiano economico inglese è piuttosto chiaro quando scrive, citando il documento, che “la Commissione europea fornirà (sembra proprio oggi) ai membri obiettivi di riduzione volontaria del gas”, e che “gli obiettivi saranno resi obbligatori in caso di grave interruzione delle forniture. Agire insieme ora sarà meno dirompente e costoso, facilitando la solidarietà ed evitando la necessità di azioni non pianificate e non coordinate in una possibile situazione di crisi con le riserve di gas in esaurimento”.

Inutile dire che questa notizia ha fatto salire i prezzi alla borsa di Amsterdam, facendo lievitare il costo del megawattora a 159,4 euro.

Questi scenari apocalittici potrebbero però essere ridimensionati se, come fatto filtrare ieri da ambienti moscoviti e riferito da Bloomberg, da domani giovedì 21 luglio dovessero riprendere i flussi di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1, sia pure in forma ridotta rispetto alla capacità massima.

Non resta che aspettare poche ore, anche se prudenza impone di non abbassare la guardia e di non dare nulla per scontato.

E’ sempre più evidente che al giorno d’oggi le guerre si giocano forse più nelle Borse che sui campi di battaglia, e anche sui media visto il ruolo giocato da Agenzie di stampa e mezzi di informazione.

In quest’ottica, una strategia di Mosca di impedire all’Europa di riempire il 90% dei siti di stoccaggio di gas prima che arrivi l’inverno non può essere scartata.

Quindi, in ogni caso preparate felpe e coperte, perché il riscaldamento domestico a canna, con temperature a 25/26 gradi, il prossimo inverno potrebbe rivelarsi un miraggio!

Umberto Baldo  

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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