24 Giugno 2022 - 9.37

PILLOLA DI ECONOMIA – Fra Tar e Comitati del NO

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di Umberto Baldo

Io credo che la nota frase di Benjamin Franklin che recita: “esistono solo due certezze nella vita: una è la morte, l’altra le tasse”, relativamente al nostro Paese anderebbe integrata aggiungendo altre due “certezze”: i ricorsi al Tar, ed i Comitati del No”.
Queste due ulteriori “certezze” potrebbero anche essere viste semplicemente come l’effetto della naturale innata litigiosità di noi italiani, se non che rappresentano un costo socio-economico enorme, in quanto ritardano l’iter delle opere pubbliche, facendo lievitare i costi, e dilatando i tempi di realizzazione, che sono già scandalosi.
Volete solo due esempi, gli ultimi, di quella che è ormai la norma nella quotidianità del Belpaese?
Parliamo del nuovo Ospedale di Padova, un’opera che la Città e la Regione inseguono da anni e anni.
Qualche giorno fa, quando sembrava che la gara per la “progettazione” (si avete letto bene, progettazione) del nuovo polo ospedaliero fosse arrivata in porto, è arrivato “in limine”, come da copione il ricorso al Tar da parte di alcune imprese che fanno parte del raggruppamento secondo classificato.
Conseguenza: tutto bloccato in attesa della sentenza del Tar; se ne riparlerà fra mesi se va bene.
Roba da fare cadere le braccia!
E siamo solo alla fase progettuale; figuratevi i ricorsi che fioccheranno quando si faranno le gare per i lavori, quelle corpose, quelle con decine e decine e milioni di euro in ballo.
Quando frequentavo Giurisprudenza ci insegnavano che il diritto amministrativo, nato per sottrarre il re al diritto comune, è diventato il complesso di norme che consente ai cittadini di difendersi dal Governo. Ma purtroppo da noi è degenerato in uno strumento di disturbo anche quando sono la Pubblica Amministrazione o l’Esecutivo a difendere l’interesse generale o semplicemente il buon senso.
Come spesso accade nella nostra Repubblica di Bonuslandia, una normativa costruita per difendere i diritti dei cittadini da eventuali vessazioni del potere, è diventata una prassi di scontro fra cordate di imprenditori, finalizzato a contendersi l’osso dei lavori pubblici.
Tanto che ormai i ricorsi al Tar sono considerati parte integrante dell’iter di qualsiasi opera pubblica, e la mitica “sospensiva” quasi un diritto.
Una degenerazione tale da spingere Romani Prodi a scrivere in un editoriale del 2013 che “se si abolissero i Tar e il Consiglio di Stato, il nostro Pil assumerebbe subito un cospicuo segno positivo, non solo senza spese ma con copiosi risparmi”.
Nel secondo esempio vi parlo invece dei mitici “Comitati del No” sempre presenti ogni qual volta si prospetta un intervento di interesse pubblico su un dato territorio, e la cui vera filosofia di fondo, mascherata sempre comunque da motivazioni rispettabili, è quella del Nimby, ossia “Non nel mio giardino”.
Pensavate che il rischio di dover razionare il gas nel prossimo inverno, con il rischio di restare al freddo nelle nostre case, potesse fermare i nostri “paladini del NO”?
E’ noto che per scongiurare i rischi predetti, il Governo ha acquisito due navi rigassificatrici, una delle quali, la Golan Tundra, dovrebbe essere posizionata nel porto di Livorno, ed un’altra a Ravenna.
E badate bene non a giorni, bensì fra un anno.
Apriti cielo!
Cittadini in piazza ed in mare sulle barche, guidati dal Comitato salute pubblica, dal Comitato la Piazza, dal Comitato No Rigassificatore, da Greenpeace, e con la presenza attiva dalla maggior parte delle sigle politiche cittadine, e dei sindaci di Piombino e di altri comuni contermini.
A nulla sono servite le rassicurazioni del Governo circa le garanzie della tutela dell’ambiente, il rispetto delle norme di sicurezza, e della massima innovazione tecnologica.
Per i pasdaran del No la parole d’ordine è “No al rigassificatore!”.
A Piombino ovviamente….. perchè in altro loco magari va bene.
Con tristezza non resta che prendere atto che noi in realtà non siamo un Paese; bensì una sommatoria di piccole entità territoriali, ognuna attenta ai propri piccoli interessi di bottega, che non si riescono a superare nemmeno quando, come in questo caso, c’è in ballo la sicurezza energetica nazionale.
Umberto Baldo

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