28 Febbraio 2023 - 8.34

PILLOLA DI ECONOMIA – Continua la “saga” dei balneari

Non ho mai fisicamente visto il documento relativo ad una concessione balneare, e quindi non so se per caso inizi con questa dicitura:  “Per grazia di Dio e volontà della Nazione viene attribuita questa concessione  iure perpetuo, che potrà quindi essere trasmessa agli eredi senza alcuna  limitazione…….”

Forse ho un po’ esagerato, ma se ci pensate bene l’approccio dei titolari di concessione ai loro diritti non si discosta molto dalla formula che ho ipotizzato, di fatto percependo la concessione di una spiaggia quale una sorta di usucapione da Repubblica delle banane.

Chissà come racconteranno gli storici del futuro la “saga” delle concessioni delle nostre spiagge; magari parleranno di un “mondo a parte”, come si trattasse di un capitolo delle storie di Harry Potter.

Ho trattato della vicenda svariate volte, qualcuno penserà troppe, ma cosa volete, è talmente paradossale che non riesco proprio a non parlarne, e quindi tralascio tutto il pregresso per concentrarmi sulle vicende più recenti, legate alla proroga di un anno delle “gare”, stabilita con il Decreto Milleproroghe.

Che il Presidente Matterella fosse perplesso sull’opportunità di detta proroga il Quirinale lo aveva fatto filtrare da tempo, ma il Centrodestra ha fatto finta di nulla, proseguendo imperterrito sulla linea patriottica di difesa delle spiagge italiche dall’assalto delle “multinazionali”  (chissà se alla fine nascerà, come fu per la battaglia del Piave, un inno con la strofa “la spiaggia mormorò, non passa lo straniero”?).

Se non che, per sfortuna dei nostri Demostene, al Quirinale siede un ex Giudice della Corte Costituzionale, nonchè ex Professore di Diritto Costituzionale e  Parlamentare; insomma uno che sulla materia “ne sa una pagina più del libro”.

E Sergio Mattarella, pur promulgando il Milleproroghe, ha accompagnato la firma con un “richiamo” al Governo e al Parlamento in cui, dopo aver evidenziato i profili di criticità della proroga, manifesta chiaramente la necessità di un urgente intervento di correzione. 

E non si è limitato ad un richiamo generico, in quanto le suddette criticità le ha messe in fila una dopo l’altra.

A partire dal conflitto inevitabile con la Corte di Giustizia Europea, che nell’imminenza della decisione in tema di concessioni italiane (al massimo entro un paio di mesi) non ha neppure voluto ascoltare le ragioni delle Associazioni dei balneari, il che fa presumere che il verdetto sia già scontato.

C’è poi la Corte Costituzionale, che potrà essere coinvolta da qualunque parte in occasione della prima applicazione del decreto Milleproroghe, e poiché la Corte  di solito non si limita alla sola verifica di legittimità, ma estende l’esame anche all’aspetto procedurale ed al rispetto degli impegni internazionali,  è impossibile che gli Ermellini non rilevino il palese aggiramento sia  di una Direttiva comunitaria sia della sentenza a sezioni Unite del Consiglio di Stato dell’ottobre 2021, che aveva fissato come limite improrogabile delle concessioni il 31 dicembre 2023.

Anche uno studente del primo anno di Giurisprudenza comprende che un pronunciamento o della Corte Europea o della Corte Costituzionale, rendendo immediatamente applicabile la Bolkestein,  così cancellando le previsioni del Milleproroghe, consentirebbe a qualsiasi Sindaco di una località di mare di mettere legittimamente  a gara le concessioni in essere.

Dopo un’iniziale  soddisfazione per la proroga delle concessioni a fine 2024, dalle reazioni degli operatori del settore sulla presa di posizione di Mattarella, si percepisce una netta disillusione,  ma anche la rabbia contro i Partiti della maggioranza che, dopo tante promesse, non sembrano in grado di mantenere gli impegni di tenere lontano dalle spiagge lo spettro della “concorrenza”.

Di fronte a queste reazioni io penso che i balneari e le loro Associazioni di categoria o sono mal consigliati dai propri consulenti giuridici, oppure in un delirio di onirismo vogliono continuare a credere a quella parte di maggioranza trasversale (un pezzo di Lega, uno di Forza Italia,  ma anche esponenti di sinistra di Regioni che hanno molti stabilimenti), che  continuano a raccontare, per costruirsi benemerenze elettorali, cose che sanno bene che non potranno mai mantenere.

Ed è inutile illudersi a questo punto, perché è ormai evidente che qualsiasi cosa il Parlamento riesca a legiferare, a meno di non disconoscere la Direttiva Europea, non sarà mai applicato dalle Corti italiane.

Tutto il resto sono pie illusioni, e credo sia veramente arrivato il momento per i nostri Demostene di avere il coraggio della verità.

E sfrondato il problema dagli orpelli dell’ideologia e della faziosità, io sono convinto che aprendo un dialogo onesto con l’Unione Europea, basato sull’applicazione della Bolkestein, si possano anche far valere alcune peculiarità che indubbiamente esistono e possono trovare adeguate tutele.

Ma per  fare questo occorre che tutti i soggetti interessati si iscrivano al “Partito della Realtà”, in primis i Partiti di Governo, perché la questione balneari a questo punto è diventata “politica”. 

E vi spiego perché.

E’ trapelato nei giorni scorsi che Giorgia Meloni, che da premier ha ormai tutte le informazioni che servono, e soprattutto che non vuole inimicarsi né il Quirinale né Bruxelles per difendere le supposte ragioni della lobby dei balneari, era decisa ad applicare una buona volta la Bolkestein, dando il via libera alle gare.

Ma questa sua opportuna intenzione si è trovata di fronte il muro della Lega e di Forza Italia,  che sembrerebbero decise a sostenere fino alla morte le “concessioni per grazia di Dio e volontà della Nazione”.

E’ ovvio che adesso, dopo la bocciatura di Sergio Mattarella, sia partita la corsa a scansare la rogna.

E per fare questo gli alleati della Meloni pretenderebbero che fosse Palazzo Chigi a intestarsi ufficialmente l’abiura, cioè che fosse la Premier  a dire alla categoria degli ombrelloni, per anni coccolata e illusa, che “miss Italia finisce qui”, e che è inevitabile l’applicazione dell’ odiata direttiva Bolkestein.

Quello dello scarica barile, del lanciare il sasso e nascondere la mano, è il gioco più diffuso fra i nostri Demostene, e si capisce bene che Giorgia Meloni non accetti di passare per la “traditrice” di turno dei balneari.

Al di là di tutto quello che potrete leggere nel prosieguo, tenete presente che il senso di questa incredibile danza dell’assurdo cui siamo costretti ad assistere è tutto qui, nel senso che è tutto politico.

Alla prossima puntata, che siate certi ci sarà, perché una cosa è sicura; dopo quindici anni di rinvii, è difficile immaginare che la soluzione possa essere nell’ennesima proroga.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA