14 Luglio 2022 - 8.41

PILLOLE DI ECONOMIA – Con l’inflazione a guadagnarci è l’Erario

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

L’inflazione, come già aveva avvertito Luigi Einaudi, è “la più iniqua delle tasse” perché, riducendo il potere di acquisto, colpisce di più i ceti meno abbienti (che spendono in beni di consumo la maggior parte del loro reddito) rispetto ai ceti più agiati.

Che il ritorno dell’inflazione in questa fase si riveli, alla fine, un fenomeno transitorio oppure no, dipenderà soprattutto dalle politiche più o meno restrittive decise della Fed e della Bce, ovviamente condizionate dalle pressioni dei Governi.

Ma l’inflazione non è cattivo affare per tutti.

E non mi riferisco solo agli speculatori, che indubbiamente ci sono, e approfittano dell’aumento dei prezzi per incrementare surrettiziamente i loro profitti, ma allo Stato.

Non c’è alcun dubbio che l’inflazione faccia bene ai conti pubblici, rimpinguando le casse dell’erario.

E non si tratta di spiccioli!

Unimpresa ha fatto qualche calcolo, analizzando l’incremento delle entrate in conseguenza del repentino aumento dei prezzi nell’ultimo periodo.

E cosa ne  è uscito?

Che nei soli primi mesi del 2022 c’è stato un gettito aggiuntivo dovuto all’inflazione di ben 10 miliardi, pari ad un incremento del 19,8%.

Complessivamente l’incasso tributario dello Stato di questo scorcio di 2022 è passato dai 170,1 miliardi dello stesso periodo del 2021, a 188,6 miliardi.

La parte del leone l’ha fatta ovviamente l’Iva, la tassa sui consumi, che nonostante la guerra in Ucraina ed il rallentamento della crescita economica, è passata di 51,4 miliardi dei primi cinque mesi del 2021, ai 61,6 miliardi di quest’anno, con un aumento di ben 10,2 miliardi.

Sappiamo tutti che l’Iva non è altro che una percentuale sul prezzo finale di un bene, ed è quindi inevitabile che, al crescere dei prezzi, aumenti anche la “fetta per lo Stato”.

Per gli amanti dei dettagli, di quei 10,2 miliardi di maggiori entrate Iva,  6,9 derivano da consumi e scambi interni, e 3,3 dalla maggiore imposizione sui beni importati.

Non c’è stato un pari aumento dell’Irpef, cresciuta solo del 2,3%, dai 79,7 miliardi dei primi cinque mesi del 2021, agli 81,5 dello stesso periodo del 2022.

Ma non è finita qui.

Lo Stato ha avuto maggiori incassi anche grazie all’aumento del prezzo dei prodotti energetici, ed in particolare del gas.

E’ una vasta gamma di imposte ad aver registrato incrementi; dal gas naturale per combustione all’accisa sui prodotti energetici, dall’accisa sui gas incondensabili a quella sull’energia elettrica.

Badate bene che non voglio dire con questo che lo Stato stia barando o rubando risorse ai cittadini, in quanto il rapporto imposte/prezzi è definito da regole precise antecedenti l’iperinflazione.

E poi, a onor del vero, il Governo sta, per quanto possibile, cercando di venire incontro in qualche modo alle difficoltà dei cittadini, ad esempio con i provvedimenti sulle bollette elettriche e sulle accise sui carburanti.

Quello che però voglio farvi notare è che il beneficio per lo Stato è temporaneo, perché nel medio lungo periodo anche il gettito erariale subirà pesanti contrazioni qualora, come possibile, dovessimo entrare in una fase di recessione.

Quindi alla lunga l’inflazione è un disastro per tutti, e questo è il  motivo per cui è opportuno raffreddarla.

Umberto Baldo

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA