13 Ottobre 2020 - 10.34

Oscar Green 2020, Veneto terra di innovatori di natura

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Ha circa 30 anni, un diploma o una laurea, investe in agricoltura ed è un creativo: è questo l’identikit del giovane “innovatore per natura” veneto. Il profilo emerge dallo studio di Coldiretti sulla base dei progetti presentati al concorso Oscar Green, la cui finale regionale si è svolta in Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd).

Un centinaio i concorrenti in gara e sei i vincitori secondo le categorie: Campagna Amica, Impresa.5Terra, Creatività, Fare Rete, Noi per il sociale, Sostenibilità.

Tra i candidati chi coltiva piante carnivore, chi fa la birra al melone, chi ha un agri-circo ed un’agri-palestra. La gioventù agricola inventa applicazioni, costruisce stalle robotizzate, organizza piattaforme informatiche, migliora la genetica naturalmente, rimette in circolo gli scarti e guarda all’integrazione sociale: “Una generazione impegnata quella dei campi – spiega Alex Vantini, delegato regionale di Giovani Impresa – che anche in questa XIV edizione del premio ha portato alla ribalta tutto il potenziale imprenditoriale che, grazie alla multifunzionalità del settore, permette alla genialità under 30 di sviluppare idee, metterle in rete e condividerle con le esigenze della società. L’agricoltura veneta attrae e le nuove generazioni investono sulla qualità della vita, dopo anni di formazione non sempre legata a materie agronomiche. Lo dicono i dati del Programma di sviluppo rurale, che indicano quasi tremila neoagricoltori insediati dal 2015, per un investimento di 280 milioni di euro ed una spinta propulsiva manifestata che corrisponde al doppio delle disponibilità”.

Il presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, è stato chiaro: “Oggi è una giornata importante per evidenziare alla comunità le potenzialità che l’agricoltura italiana può offrire, grazie ai giovani imprenditori agricoli per la loro genialità, per le capacità e per il rischio che si sanno assumere, ma anche per guardare alle sfide future. In questo modo è possibile mettere l’agroalimentare al centro, in termini di sistema di sviluppo e di crescita del Paese, facendo percepire alle nuove generazioni quanti spazi ancora ci possono essere da colmare in agricoltura per dare le opportunità che i giovani si meritano. Del resto, i giovani sono i più portati a cogliere le opportunità dell’innovazione e della svolta digitale, perché sono attivi sul fronte delle nuove tecnologie, viaggiano, studiano le lingue e sono portati a far conoscere anche all’estero i valori dell’agroalimentare italiano”.

“​La capacità delle giovani imprese, in particolare, di rimettersi in discussione nel periodo Covid è sotto agli occhi di tutti – aggiunge il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – e molti dei primi classificati hanno reagito durante l’emergenza sanitaria convertendo in parte l’azienda, superando le difficoltà riuscendo ad interpretare le normative: è il caso delle sperimentazioni del take away per gli agriturismi. E, giusto per citare l’altro comparto tra i più in sofferenza, continuano gli ordini di composizioni floreali da recapitare per abbellire altari, per rispettare voti religiosi o solo per portare gioia tra le mura domestiche, come è accaduto durante il lock down, così anche nella fase della ripresa, offrendo nuove opportunità agli imprenditori vivaistici”.

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