13 Aprile 2023 - 8.34

Nomine, quasi tutto fatto: come cambia l’Italia

Le nomine? Il nodo sembra alla fine sciolto, ma restano due caselle da chiudere. La prima: il destino di Stefano Donnarumma, attuale amministratore delegato di Terna, che da candidato alla guida di Enel si potrebbe trovare retrocesso in una controllata minore. E la promozione di Giuseppina di Foggia, che potrebbe essere la prima donna alla guida operativa di un’azienda quotata partecipata dallo Stato: fin qui hanno avuto accesso solo alle presidenze. Secondo le ultime indiscrezioni, Donarumma potrebbe essere sacrificato per fare spazio proprio a Di Foggia. La decisione su Enel è stata la più sofferta. E così è uscito dal cilindro un uomo che aveva a lungo smentito di essere in corsa: Flavio Cattaneo, già capo di Terna, Telecom e artefice della svolta di Italo. A favore di Cattaneo, oltre la lunga esperienza manageriale, le ottime relazioni milanesi: Cattaneo è amico di Ignazio La Russa e stimato da Giancarlo Giorgetti e Giulio Tremonti. Cattaneo sarà affiancato come presidente da Paolo Scaroni, vecchio amico di Silvio Berlusconi, ben visto dalla Lega, oggi presidente del Milan ma soprattutto padre degli accordi che nel 2006 fecero del cane a sei zampe il primo cliente della russa Gazprom. Meloni ha tentato a lungo di contrastare il suo ritorno in pista, ma ha dovuto cedere alla tenaglia Berlusconi-Salvini. L’altra partita soffertissima è stata quella per la guida di Leonardo. In questo caso Meloni non ha sentito ragioni, imponendo Cingolani. Infine Poste e Terna. Alla guida della prima resta Matteo Del Fante, che insieme a Descalzi sopravvive alla regola dello spoil system. Presidente sarà nominata Silvia Rovere, fin qui presidente di Assoimmobilare e già capo del settore finanziario della controllata del Tesoro Patrimonio dello Stato. La casella di Terna è quella che potrebbe riservare sorprese fino all’ultim’ora. Il ruolo delle “sei sorelle” è fondamentale e lo è ancora di più dentro il Pnrr legato ai fondi aggiuntivi del REpowerEu che garantirà all’Italia molti miliardi aggiuntivi per rafforzare la nostra autonomia sul fronte energetico.
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