25 Febbraio 2022 - 15.56

Mentre in Ucraina la situazione precipitava qui si parlava di Totti e Ilary

di Alessandro Cammarano

Non sempre si può ridere, non sempre si può decidere di trattare argomenti “leggeri”, non sempre si può decidere di far finta di non vedere: i sono situazioni che impongono perentoriamente di prendere posizione, per scomoda che sia.

In origine questo articolo era stato concepito per mettere in luce, in maniera leggera, il modo di dare le notizie – o meglio la priorità loro assegnata – dalla stampa mainstream e dalle televisioni italiane rispetto alle testate giornalistiche e alle emittenti di altri paesi.

Tristemente il pezzo che segue sarà assai meno ilare di quanto si sarebbe voluto e questo visto il precipitare della situazione in Ucraina – sui leoni da tastiera, ora novelli esperti di politica internazionale dopo essere stati fino a ieri virologi, si stenda un velo pietoso – che costringe ad applicare misura nello scrivere non fosse altro per il rispetto di una nazione invasa ma anche per coloro che in Russia sono scesi in piazza contro questo abominio.

Nei giorni scorsi, mentre la situazione andava precipitando – la cosa era oramai chiarissima a tutti, o almeno avrebbe dovuto esserla – le testate estere riportavano in prima pagina articoli assai dettagliati sull’argomento fornendo dati, scenari, resoconti puntuali; quelle nostrane si concentravano su altro.

Lo scorso 17 febbraio, ovvero una settimana giorni prima della mossa sciagurata dello Zar, a leggere la stampa nazionale sembrava che l’ammassamento di truppe ai confini orientali dell’Ucraina, le allegre manovre militari e della concentrazione di forze russe nell’arciamica Bielorussia semplicemente non esistessero.

Le prime pagine del Corriere della sera e La Stampa optano per un sommario con sola fotografia e rimandi ad articoli nelle pagine interne mentre Il Tempo, Il Giorno e Il Fatto Quotidiano non avevano neppure un rimando: Mettiamo pure che fosse il giorno della bocciatura di due referendum cruciali come quelli sull’eutanasia e la cannabis ma come ignorare i venti di guerra che già da giorni – tra accelerazioni e smentite, diplomazia e proclami incrociati – erano ben presenti e visibili a tutti?

Si doveva aspettare il 19 febbraio perché la notizia prendesse corpo sulle prime pagine.

Negli stessi giorni la stampa straniera si comportava in maniera ben diversa.

The Guardian, autorevole quotidiano britannico, il 22 febbraio titolava a tutta pagina “Putin mostra il suo disprezzo per l’Occidente facendo entrare truppe nell’Ucraina orientale”, o ancora Le Monde proponeva un più pacato, ma sempre a tutta pagina, un “Ultima chance per la diplomazia”; finalmente anche da noi i quotidiani si accorgono che sta succedendo qualcosa di grave e proprio il 22 i titoli nostrani si focalizzavano finalmente su quanto sta succedendo poco lontano da noi.

Nei giorni precedenti la notizia vera, quella che toglie il sonno agli italiani era la possibile separazione di Francesco Totti e Ilary Blasi: roba da cronaca rosa insomma ma, si sa, tira più un pelo di gossip che un tank russo.

Ecco dunque un florilegio di dettagliatissimi articoli nei quali – dato che gli italiani si dividono sempre e comunque tra guelfi e ghibellini o tra Capuleti e Montecchi o ancora fra Piagnoni e Palleschi – il cronista di turno prende le parti dell’uno o dell’altra fornendo circostanziate opinioni e giudizi più o meno stucchevolmente moraleggianti.

Due giorni fa La Stampa titolava “Totti e Ilary a cena con i figli per smentire le voci di crisi” mentre Il Giorno, che qui fa giornalismo investigativo che nemmeno il Washington Post all’epoca del Watergate, uscendosene con un intrigante “Tra Totti e Ilary Blasi spunta Noemi Bocchi: chi è la nuova fiamma dell’ex capitano”, ma anche Il Fatto Quotidiano – quello di “Draghi cattivo, Conte buono”, per intenderci – non più tardi di ieri se ne usciva con un fantastico “Francesco Totti e Ilary Blasi, Crisi anche per questioni economiche. E spunta il nome di un uomo accanto a lei: il gossip non si ferma”: il gossip si fermerebbe se non lo si alimentasse.

Bisognerebbe poi aprire il vaso di Pandora dell’informazione televisiva che in confronto a quella estera si rivela miserrima: ci vuole tanto ad essere pacati nell’esporre le notizie? Basta guardare

BBC News o TV5 Monde, dove si argomenta con acume e si discute con pacatezza, per capire quanto siano becere e caciarone le varie trasmissioni “d’approfondimento” in onda sulle reti nazionali, ma di questo si parlerà un’altra volta.

Alessandro Cammarano

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