3 Dicembre 2021 - 14.16

Il veleno del populismo


Ma perchè siamo diventati un popolo arrabbiato, rancoroso, insoddisfatto, insicuro?E’ questo il nostro Dna, che confligge con lo stereotipo degli italiani “pizza e mandolino”, oppure siamo diventati così perchè ci hanno fatto diventare così?C’è chi pensa che ogni popolo abbia la classe politica che si merita, se non altro perchè ne elegge i rappresentanti al Parlamento, che finisce così per diventare lo specchio del Paese.E’ così?Il concetto ha una sua logica, e relativamente al sentiment diffuso fra gli italiani in questa fase, credo che qualche fondamento ce l’abbia.Ma io penso che in questo caso la logica vada ribaltata, nel senso che è per lo più colpa della politica se gli italiani sono diventati così come sono.Mai come in questi ultimi anni il populismo è diventato il messaggio che tutti i partiti, nessuno escluso, hanno diffuso a piene mani.Nella prima Repubblica, chi l’ha vissuta come me se lo ricorda bene, una certa dose di populismo era appannaggio della sinistra, che allora era egemonizzata dal Partito Comunista Italiano.E ciò aveva la sua logica, in quanto un grande Partito costretto all’opposizione perpetua, non poteva fare altro che promettere agli italiani una palingenesi fatta di stipendi e pensioni più alte, sussidi diffusi, e quant’altro. Il tutto ovviamente condito con la mistica della “lotta di classe”.Ma ciò trovava la sua logica in quell’Italia bipolare, in cui la Democrazia Cristiana governava, ed imponeva così la propria visione del mondo, ed il Pci faceva l’opposizione, proponendo ai cittadini il “sol dell’avvenir”.Ma ha molto meno senso, o forse non ce l’ha proprio, in questa Italia del ventunesimo secolo, in cui le ideologie sono ormai un ricordo buono per gli anziani, la tradizionale divisione fra destra e sinistra è, a essere buoni, evanescente, il senso del “sacro” si è eclissato sin dai tempi di Sabino Acquaviva.Tutto questo impianto, su cui si erano rette sia la prima che la seconda Repubblica, è stato bruciato, immolato, al populismo, diventata proposta comune di tutti gli attuali leader.Ma quando parliamo di populismo non dobbiamo necessariamente pensare a fenomeni quali il “peronismo”, che è riuscito a trasformare l’Argentina da Paese ricco a Paese disperato.No, il populismo nostrano è ben altra cosa!E consiste sostanzialmente nel dire agli italiani che hanno solo diritti e nessun dovere verso lo Stato e la collettività, nell’elargire bonus di ogni tipo, dal bonus rubinetti al bonus terme, Cassa integrazione all’universo mondo, Naspi, indennità di disoccupazione, Reddito e pensione di cittadinanza….. e avanti col Cristo. Questo ovviamente senza tenere in alcun conto l’indebitamento dello Stato, di un rapporto debito/Pil che ormai naviga sul filo del 160%.Ma cosa volete che importi a Lor Signori di caricare sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti un macigno che prima o poi dovranno pagare con sacrifici e rinunce. Quello che conta veramente ai loro occhi sono le elezioni, sono i voti, la “careghe! Tutto il resto è solo contorno, o “noia” come cantava Franco Califano.E quindi alè, avanti con promesse di sconti fiscali, di rinvii di pagamento di contributi ed imposte, di bonus elettrodomestici, bonus facciate, bonus Tv, solo per citarne alcuni, come se non ci fosse un domani.Tutto nella logica dello zero doveri, tutti diritti, senza mai porsi la domanda “Chi paga?”Che un popolo avveduto, e interessato non solo al presente, ma anche al futuro dei propri ragazzi, si dovrebbe porre di fronte alle promesse dei nostri Demostene.Già, chi paga?Nella commedia dell’arte, ai tempi della Venezia di Goldoni, si sarebbe detto “paga Pantalon”, se non che in uno Stato moderno Pantalon siamo noi contribuenti, che saremo chiamati a fare fronte con i nostri soldi agli errori di chi ci governa. Come accennavo, una volta il partito della spesa era tradizionalmente posizionato a sinistra, il cui credo veniva sintetizzato nella formula “tassa e spendi”, mentre la cosiddetta destra, almeno quella liberale, era solitamente più attenta alla tenuta dei conti pubblici.Ora questo schema è completamente saltato, e Fratelli d’Italia e la Lega inseguono, incalzano, e spesso anticipano, le proposte populistiche che caratterizzano da sempre il Movimento 5Stelle, trascinando in questa corsa alla follia anche il Partito Democratico.Questo populismo deteriore troverebbe la sua giustificazione, almeno stando a quando blaterano i leader dei Partiti, nella estrema povertà in cui verserebbe buona parte degli italiani.Nessuno nega che ci siano cittadini che fanno fatica, ma allora non si capisce perchè molti bonus ed elargizioni vengano assegnati a pioggia, a tutti, anche a chi di problemi non ne ha. E fra questi anche agli evasori fiscali che, proprio perchè sottraggono redditi al Fisco, finiscono per entrare nella categoria dei nuovi poveri.Oltre a tutto questa narrazione pauperistica è in parte falsa, ed in parte ingigantita proprio dall’evasione fiscale, e per capirlo basta osservare con attenzione le spese degli italiani, tipo i 120 miliardi destinati al gioco d’azzardo, i 16 miliardi spesi in abbonamenti alle Pay Tv, pagati anche con i buoni cultura destinati ai giovani, ai quasi 80 milioni di abbonamenti alla telefonia mobile, ai 90 miliardi immolati nei ristoranti, ai 10 miliardi investiti per conoscere il futuro presso maghi e fattucchiere.A causa di queste continue promesse della politica, mediate da una informazione basata soprattutto su canali come Twitter, gli italiani, e purtroppo anche i giovani, si sono convinti che non occorre impegnarsi nello studio, non è necessario cercare lavoro, perchè a fornirti almeno un reddito di sussistenza deve pensarci “Babbo Stato”, che deve proteggerti dalla culla alla tomba.Da qui la diffusa insoddisfazione, che si tramuta in rabbia, quando si constata che non tutte le promesse possono essere mantenute, semplicemente perchè i soldi non ci sono, e che quindi non è possibile garantire un reddito certo a tutti, e un posto fisso a tutti.E quando contesta qualche inevitabile disservizio, ad esempio nella sanità, l’italiano medio dimentica che il nostro Sistema Sanitario Nazionale è riconosciuto come uno dei migliori al mondo, che è totalmente gratuito, e garantito anche a quel 60% di italiani che non pagano nulla di Irpef, meglio sarebbe dire garantito da quell’altro 40% che sborsa con le tasse i 54 miliardi necessari per far girare il SSN.Ogni tanto sarebbe bene soffermarsi sul fatto che un welfare paragonabile a quello italiano al mondo ce l’hanno poco più di 600 milioni di persone.Che ci sono Paesi in cui si vive con meno di due dollari al giorno, nei quali la sanità, la scuola, persino l’acqua potabile in casa, sono solo un miraggio.Ma queste cose le dovrebbe ricordare la politica agli italiani, invece di far loro credere che si può ottenere tutto gratis.Il populismo è un veleno che lentamente intossica una società, e quanto prima noi italiani ce ne renderemo conto, meglio sarà per il futuro nostro, e dei nostri figli.Quindi basta con il metodo delle promesse e delle lamentele! Occorre un segnale forte, di segno positivo, che riporti un po’ della fiducia perduta, quella fiducia che nel dopoguerra consentì all’Italia di trasformarsi da Paese poverissimo in un Paese avanzato.Ma per fare questo bisognerebbe che questo segnale partisse dai Palazzi romani, da quei leader che, a mio avviso per inadeguatezza intellettuale, invece di lavorare per l’Italia del futuro, ci propinano quotidianamente appunto il veleno del populismo.
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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