13 Dicembre 2021 - 12.12

I peggiori automobilisti: dai nani col macchinone a quello con adesivi dei nomi (strani) dei figli fino alla sciura col SUV

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

di Alessandro Cammarano

Qualcuno ricorda “Duel”, il film che nel 1971 segnò l’esordio alla regia – se vuole fare i precisini prima c’erano stati vari cortometraggi e un episodio del “Tenente Colombo” – di Steven Spielberg? Si narrava l’avventura di un venditore che ingaggia un duello mortale con il misterioso autista di un’autocisterna che non si sa perché lo vuole morto; il tutto sulle strade solitarie di un deserto statunitense.

Il bestiario degli automobilisti è assai variopinto e spalanca la vista su un mondo il più delle volte – per usare un aggettivo al momento più popolare della rucola negli anni Novanta – “distopico”.

Siccome ci piace tantissimo procedere per categorie, come se si trattasse di un catalogo, prenderemo in esame alcune delle più rilevanti fra le tipologie di guidatori che percorrono le strade cittadine e le autostrade.

Non si può non iniziare da una categoria che esiste fin da quando è stato inventato il motore a scoppio, ovvero quella degli “io ce l’ho più grande”; si sta naturalmente parlando di autovetture … ma il dottor Sigmund Freud da Vienna ci avrebbe senz’altro riconosciuto anche altro.

L’ossessionato dalle dimensioni – alert “politicamente scorretto”, così poi non rognate – è generalmente alto due mele o poco più, come i puffi per intenderci, ha un’età prossima all’andropausa e preferisce un abbigliamento “finto giovane” tipo scarpa senza calzino e pantalone ciucciato possibilmente color amaranto o verde reseda, con camicia ovviamente sbottonata o polo col colletto tirato su.

Il suddetto soffre evidentemente di qualche complesso di inferiorità e dunque, magari indebitandosi a vita se non è così abbiente, o intestando il veicolo all’amante balcanica che lo chiama “papi” se è danaroso e magari proprietario di un’industrietta delocalizzata, sceglie una fuoriserie da sballo.

Non basta una Porsche con motore a diciotto cilindri e carburatore a quadruplo risucchio, no … il Velocinonnus si butta a capofitto su una Lamborghini Murcielago giallo limone da dodicimila cavalli con interni di pelle di Tarpan, cavallo eurasiatico estinto dal 1919 ma di cui un conoscente ucraino trafficante di pellami ha ancora una scorta in un magazzino segreto poco fuori Kiev. Il cruscotto è ovviamente di lacca cinese. Il nostro campione in realtà guida malissimo e si contenta di parcheggiare giusto davanti all’ingresso della discoteca dove ha riservato un tavolo al privé per lui e alcune “amiche”.

Spin-off della categoria sopra descritta è quella del tamarro che per evidente mancanza del denaro necessario all’acquisto del “Ferrarino”, ripiega su una Skoda Octavia del 2001 color bianco-frigidaire che viene “trasformata come segue”: spoilerone posteriore verde fluorescente, bande laterali tipo Bat-mobile, fanaleria a led fotonico, volante leopardato, marmitta capace di produrre il rumore di una quindicina di trivelle petrolifere, pneumatici ribassati tanto che il fondo della scocca fa le scintille sull’asfalto e clacson modello “corno delle Alpi”.

Il Dottor Frankenstein del car-restyling esibisce con orgoglio la sua creatura agli amici della compagnia con i quali si ritrova alla cena “dei òmeni” del venerdì sera, magnificandone potenza e rumorosità.

Tremenda anche la Siorèta-da-Suv, ovvero quella ricca, o il più delle volte arricchita, che marcia sulla Range Rover pretesa dal marito – lei ovviamente non lavora perché “ha altro da fare” – al grido di “Maria Cleofe e Gilberta Maria ce l’hanno! Mi vuoi far fare la figura della pezzente quando vado a prendere Annacarla a danza balinese o Filippoleone al corso di squash coreografato? È questo che vuoi?!”. Il marito cede, intesta tutto alla società sotto la voce benefit e così la gentile e rumorosa consorte può andare anche lei a parcheggiare in terza fila – “mi fermo un secondo! e che sarà mai se lei deve accostare con lo scuolabus, che tra l’altro è per poveri …”. Per fortuna lo sposo previdente ha stipulato una polizza kasko a copertura interstellare, sapendo che la povera Range vivrà per lo più in carrozzeria.

Nel bestiario automobilistico non possono mancare gli anziani di entrambi i sessi nelle loro più variegate declinazioni.

C’è la nonagenaria che possiede da circa venticinque anni una Fiat Seicento – per inciso una delle automobili più brutte mai fabbricate – la cui vernice era originariamente rossa e che oggi risulta di un rosa sbiadito tipo “smalto per unghie diluito” e lo scappamento che borbotta come una macchina da popcorn rotta.

Il vegliardo moderno, invece, è spesso felice proprietario di una Panda nuova, comprata con l’incentivo rottamazione che gli ha permesso di disfarsi della Prinz del 1974 la quale oramai andava a spinta. Generalmente la versione scelta è quella “base” e il colore oscilla tra il beige caffelatte e l’azzurrino retrò. La vetturetta serve generalmente per andare a fare la spesa il sabato mattina e per spostarsi durante gli altri giorni da un cantiere edile all’altro; si sa che uomo anziano e cantiere sono come le api e il miele o le mosche e la …; la velocità di crociera, anche in autostrada, varia dai trentacinque ai cinquantacinque chilometri orari e non importa se qualcuno gli strombazza dietro, tanto ci sentono poco.

Tristissime anche le family-car, generalmente monovolume o station-wagon, con cui genitori vinti dalla vita trasportano frotte di pargoli urlanti. I segni della sconfitta sono palesi: interni devastati, tendine parasole decorate con le Principesse Disney e i Transformes ma soprattutto con l’orripilante vetrofania della famigliola stilizzata sul lunotto posteriore. Su quest’ultima – vorrei davvero sapere dove la si può ordinare – oltre ai pupazzetti che rappresentano i componenti dell’allegra famigliola ci sono anche i loro nomi: papà Jonathan, mamma Giàsmin, i piccoli Kevin e Sciantàl e infine il cane che per fortuna si chiama, tu guarda un po’, Giovanni.

Orrendi tra gli orrendi son i guidatori dei famigerati furgoncini bianchi. Sempre di fretta, sfanalanti in corsia di sorpasso, arroganti nel passarti a destra per poi tagliarti la strada, la freccia non sanno neppure cosa sia.

Va bene che viviamo in una società accelerata e in costante mancanza di rispetto ma dove devono correre costoro, di grazia? Potrei capire, e di conseguenza lasciare tutto lo spazio che occorre, a d un Transit che portasse organi da trapiantare o a un Ducato che consegna farmaci salvavita. Invece tocca buttarsi a destra per non essere travolti dal Tourneo di “Brusaporco Palmiro – Cartongessi” o dal Boxer di “Mazzalavecchia cav. Gennaro – vetri artistici”.

Chiudiamo in gloria con la più pericolosa tra le tipologie, capace di prescindere da sesso, età, classe sociale e veicolo posseduto: il Mostro della Rotatoria.

Astuto e spietato si getta nel carosello di veicoli senza rispettare alcuna precedenza, guardando dritto dinanzi a sé come un kamikaze a Midway; non si cura di possibili collisioni “tanto gli altri frenano; bestemmiando ma frenano”. A loro auguro di rimanere in panne in mezzo alla rotatoria dell’Albera, poi vediamo.

Mi fermo qui e vado a fare un giro. A piedi.

Alessandro Cammarano

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA