2 Novembre 2021 - 9.00

I no vax e quegli inaccettabili paragoni con la Shoah

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Pazienza dover assistere ogni sabato in numerose città italiane alle consuete marce di protesta della galassia No vax!
Pazienza se queste manifestazioni disturbano la tranquillità dei cittadini nel giorno in cui si va tradizionalmente a fare “due vasche” in centro città! Pazienza se i commercianti lamentano un calo del giro di affari a causa di questi cortei!
Pazienza!
E’ la democrazia, che giustamente consente ai cittadini di manifestare liberamente il proprio pensiero, e quindi anche il proprio dissenso, purché nel rispetto della legge e delle regole della convivenza civile, che purtroppo in qualche caso è venuto meno.
Ma quello che è successo ieri pomeriggio a Novara è semplicemente “inaccettabile”!
Già, perché circa 150 manifestanti, tutto sommato quattro gatti, hanno sfilato per il quindicesimo sabato pomeriggio consecutivo contro l’introduzione del Green Pass.
Ma oltre ai soliti cartelli “Stop dittatura”, “No Green Pass”, “Giù le mani dai bambini”, “Noi siamo quelli che non mollano mai”, ed agli slogan ormai triti e ritriti quali “Nessuna violenza, fai resistenza”, “Una cura che fa paura non cura”, questa volta alcuni partecipanti al corteo hanno sfilato indossando delle pettorine a strisce verticali bianche e grigie, e qualcuna aveva anche un numero appiccicato.
Chiaro il riferimento alle divise di stracci imposte ai detenuti dei lager nazisti.
E per rendere ancora meglio l’idea hanno marciato, due a due, aggrappati a una corda inframezzata di nodi, un modo per ricordare il filo spinato che circondava i campi di concentramento.
A spiegare questa messinscena piuttosto macabra ci ha pensato uno degli organizzatori della manifestazione, infermiera e sindacalista, che ha pensato bene di dichiarare “Abbiamo rappresentato la minoranza che ha creato il governo privandoci della libertà”.
Giunti nella piazza principale, sulla quale si affacciano i palazzi di Comune, Provincia e Prefettura, i manifestanti hanno anche inscenato una sorta di “marcia forzata”.
Purtroppo non è la prima volta che i Green Pass associano la campagna di vaccinazione e l’obbligo del certificato verde alla Shoah, tipo i manifestanti che a Torino qualche settimana fa hanno bruciato finti Green Pass che avevano il QR Code a forma di svastica, ma ad un certo punto io credo che la coscienza civile della maggioranza degli italiani che hanno scelto di vaccinarsi debba ribellarsi, dicendo chiaramente “Adesso basta!”
Basta perché si sta superando il limite dalla decenza!
Basta perché è assolutamente vergognoso mancare di rispetto alla memoria di milioni di donne, uomini, bambini, anziani, trucidati da una ideologia disumana e criminale.
Scontata l’indignazione delle comunità ebraiche, espressa all’Ansa dalla Presidente Noemi De Segni con queste parole: “Davanti a farneticazioni come quelle di Novara non è possibile invocare la libertà d’espressione garantita dalla Costituzione. Paragoni impossibili come quello cui abbiamo assistito costituiscono un assoluto abuso e un’offesa alla Memoria, che non è solo Memoria ebraica ma patrimonio comune di una società e civiltà. Come spesso denunciato in questi mesi e anni, un presidio valoriale sempre più a rischio e il cui persistente oltraggio a rischio mette anche il nostro futuro”.
Credo vada sottolineata anche la netta presa di posizione del sindaco leghista di Novara Alessandro Canelli: “Paragonare una posizione ideologica relativa ad un vaccino e ad un green pass alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e assassinate è a dir poco vergognoso. Esprimere le proprie idee ed il proprio pensiero è non solo giusto ma anche un diritto sancito dalla Costituzione. Quindi nulla da dire sulla possibilità di manifestare il dissenso al Green pass, ma ci sono limiti che non dovrebbero essere mai superati e soprattutto non attraverso la violenza. Perché di questo si tratta, di violenza psicologica che va condannata con forza esattamente come la violenza fisica”.
Sia chiaro che vaneggiamenti come quelli di sabato a Novara non riguardano solo la memoria ebraica, bensì tutti quelli, e sono la maggioranza degli italiani, che pensano che le proteste contro uno strumento di libertà come il Green Pass siano fuori luogo, ma che lo diventano a maggior ragione quando, superando ogni decenza, tirano in ballo la Shoah.
Sia chiaro che noi dobbiamo consentire a questi concittadini di continuare nelle loro vaneggianti proteste, se le ritengono utili alla loro causa, ma dobbiamo anche pretendere che chiedano scusa a chi ha sofferto durante una delle pagine più buie della storia dell’umanità.
Non si può più far finta di niente, non si può più tacciare queste farneticazioni come folklore, perché si tratta ormai di un attacco ai valori che stanno alla base della nostra democrazia, della nostra civiltà, e questo oltraggio mette a rischio anche il nostro futuro.
Bisogna mettere in chiaro con questi “Signori” che oggi possono liberamente manifestare il loro dissenso perché vivono in una democrazia che difende le libertà di tutti.
Non è ammesso paragonare il Governo che ha deciso di imporre il Green Pass agli aguzzini nazisti, perché se questa fosse, come loro dicono, una dittatura, non sarebbero nelle piazze, bensì in fila davanti ad un carro bestiame, destinazione Auschwitz, come successe agli ebrei nel secolo scorso.
Quelle pettorine a righe, con il numero attaccato, che scimiottavano l’olocausto, alla fin fine sono l’espressione , in estrema sintesi, di un problema di ignoranza.
Umberto Baldo

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