30 Giugno 2023 - 8.35

“Foto erotiche e generosa esposizione delle forme..” L’Ordine degli Avvocati la sospende

Ai miei tempi (espressione che ahimè si usa sempre più di frequente con l’avanzare dell’età) alla Facoltà di Giurisprudenza era norma incontestata che agli esami ti dovevi presentare in giacca e cravatta.

Eravamo ai primi anni 70, nel pieno della contestazione giovanile iniziata con il ’68, eppure ho visto con i miei occhi qualche collega studente allontanato in malo modo dalla Commissione d’esame per non avere questo accessorio al collo. 

Era un’altra epoca, oserei dire addirittura un’altra era, in cui si era molto rispettosi delle formalità, e fra queste c’era sicuramente il decoro personale e anche il comportamento in generale.

Certo si poteva essere d’accordo o meno, e qualcuno provava a contestare, ma con il risultato che la prova d’esame se la sognava.

Come accennavo, ne è passata di acqua sotto i ponti, e sono certo che oggi nessun cattedratico nemmeno penderebbe in considerazione l’idea di imporre agli esaminandi regole nell’abbigliamento.

Ma cosa succede se con certi atteggiamenti, chiamiamoli non in linea con l’immagine che un professionista del diritto dovebbe dare di sé anche fuori dalle Aule giudiziarie e comunque nella vita di relazione, le “regole” vengono in  qualche modo infrante?

Succede quello che è capitato ad un avvocato torinese, una bella 34enne (che ha anche partecipato da concorrente alla trasmissione Pechino Express), che è finita sotto procedimento disciplinare dell’Ordine della sua città, ed è stata sospesa dalla professione per 15 mesi per aver aperto la pagina Instagram “DC LegalShow”, e aver violato il codice deontologico della professione forense. 

Tutto qui?  Vi starete certamente chiedendo.

Da quando è sconveniente aprire una pagina Instagram, tanto da incorrere nei rigori dell’ Ordine professionale di appartenenza?

Vi sarete certamente accorti che ho scelto di non scrivere cognome e nome dell’avvocato in questione, come pure di non riportarne il viso nella foto che accompagna questo pezzo, tanto so già che accedendo appunto nel sito in questione sarete in grado di togliervi qualsiasi curiosità. 

Dopo aver letto la notizia un po’ su tutti i media, anch’io ho fatto un accesso a “DC LegalShow”, e se pensavo di trovare articoli di carattere giuridico, o dotte citazioni di diritto, mi sono dovuto subito ricredere.

Perché più che un sito di un paludato avvocato, sembra quello di una influencer, fra abiti costosi, locali alla moda, immagini più o meno audaci, atteggiamenti glamour.

Già a partire da un frase che sembra la mission della pagina: “Una città magica, un avvocato e la sua vita, il mondo Legal.   Lo Show Legale diventerà reale”.

Il resto lo potrete vedere da voi se avrete la voglia di accedere a “DC  LegalShow”, e sono pronto a scommettere che molti lo faranno (fra l’altro vi segnalo che sono molto interessanti i commenti dei follower, oltre ovviamente alle foto per gli amanti del genere “scollacciato”).

Sicuramente quello che c’è non è piaciuto affatto ai  suoi colleghi dell’Ordine degli Avvocati di Torino, tanto da aprire nel 2022, come accennato, un procedimento disciplinare sfociato in 15  mesi di sospensione.

Oddio, se uno ha in mente che le regole della professione forense impongono “Doveri di probità, sobrietà, serietà, dignità e decoro” e che “L’avvocato è soggetto a procedimento disciplinare per fatti anche non riguardanti l’attività forense, quando si riflettano sulla sua reputazione professionale o compromettano l’immagine della classe forense”, qualcosa da ridire sulle foto postate sul citato account Instagram, e ampiamente riprese in Rete, la troverebbe sicuramente. 

Comunque la si veda si tratta di foto con pose ed atteggiamenti volutamente provocanti, e che qualcuno potrebbe anche definire osè.

Cosa nettamente rifiutata dall’interessata, che in un’intervista ha dichiarato “…..E hanno scritto “generosa esposizione delle forme”: se non avessi una quarta di reggiseno e non avessi il sedere che ho, andrebbe tutto bene? A una che ha una prima non le avrebbero dato 15 mesi?”.

Certo ognuno ha il diritto di difendersi come crede meglio, ma mi sento di testimoniare che le foto postate, e non credo di averle viste tutte, si soffermano molto sull’aspetto fisico, con abbondanti inquadrature mirate, che sembrano fatte apposta per evidenziare due tette notevoli,  ed  un posteriore di sicuro effetto.

Intendiamoci, nulla di pornografico, ma sicuramente non le foto di una donna che vuole dare di sé un’immagine castigata!

Ma vediamo a questo punto le valutazioni dei 5 componenti del Consiglio di disciplina,  che nelle 50 pagine di motivazioni della “sentenza” hanno parlato fra l’altro di “Uno show che non si addice alla professione legale”,  specificando inoltre che  secondo loro più che a Sex and the city l’avvocato si sarebbe ispirata alla serie tvSuits.

Tra gli scatti incriminati, due in particolare sarebbero finiti al centro dell’istruttoria (sottolineo che queste foto citate dai membri del Collegio io non sono riuscito a trovarle).

In una foto giudicata “davvero inqualificabile e svilente” (che ripeto io non ho visto) la professionista appare inginocchiata sotto la scrivania di un collega di studio, seduto a gambe aperte (“tranquilli mi è caduta la Montblanc” recita il post collegato).

Nella seconda l’avvocato appare in bagno “in nudo quasi integrale”; foto giudicata “un’immagine con pretenziosità erotiche”, in cui viene ritratta di spalle, “a schiena nuda e con la toga reclinata all’altezza dei fianchi”. 

E’ stato in particolare quest’ultimo scatto ad aver fatto irritare i giudici che, come si legge, considerano la toga un “simbolo in qualche misura laicamente sacrale per l’avvocatura”. 

Capite bene che si tratta di giudizi che rappresentano un disastro su tutta la linea per la professionista, accusata di egocentrismo, narcisismo, oltre che di “sovraesposizione bulimica dell’immagine”.

Ma per completare il quadro accusatorio i giudicanti hanno anche scritto: «Reputa questo collegio che anche le numerosissime immagini dell’incolpata correlate all’alcol (assaporando calici di vino anche durante interfaccia con terzi) non siano esattamente commendevoli per il decoro della categoria”.

Come “supremo”, sempre per l’Ordine, sarebbe l’affronto alle colleghe: le donne, in qualsiasi ambito – ha spiegato il Consiglio di disciplina – «devono essere valutate per ciò che sanno fare e affatto per il loro aspetto».

Avrete capito che i toni della motivazione sono durissimi, e fra le accuse c’è anche quella di essere “responsabile di accaparramento di clientela”, con “tecniche non lecite per farsi conoscere e per ricavare notorietà”. e di essere arrivata a compromettere “in modo rilevantissimo l’immagine della professione forense”.

Va comunque segnalato, a mio avviso, che pur nella stroncatura totale i giudici hanno scritto che “tutto ciò non è stato fatto per guadagno, sennò la pena sarebbe stata più severa”, e che il movente sarebbe forse da ricercare nella «notevole dose di egocentrismo e narcisismo». 

Alla fine il messaggio con cui si comunica all’accusata che con i 15 mesi di sospensione le è andata di lusso, perché “Risulterebbe senz’altro giustificata una sanzione maggiore”, che risulta invece attenuata “per la giovane età e l’inesperienza, e dall’assenza di precedenti disciplinari”.

Per il momento la storia finisce qui, ma non è detto che non ne riparleremo, visto che l’avvocato ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di accettare passivamente la sanzione, promettendo battaglia :«Farò ricorso al Consiglio Nazionale Forense e, se servirà, andrò fino in Cassazione”. 

In conclusione, non spetta certamente a me trarre la morale di questa vicenda, ma non ho alcun timore a  confessare che se mi fossi trovato fra i 5 Componenti il Collegio Disciplinare sicuramente mi sarei allineato al loro giudizio.

E non perché sia un bacchettone, o un parruccone legato a vecchi schemi,  e neanche perché consideri l’avvocatura un mondo di gentiluomini, anzi,  ma semplicemente perché nessuno ti obbliga a studiare legge e ad indossare la toga, ma se lo fai ti  devi adeguare alle norme deontologiche della professione, se noi fai dell’altro.

Per essere più chiaro, se decidi di aprire un account in cui mostrare generosamente le tue grazie, puoi sempre decidere di  cambiare lavoro e dedicarti a fare l’influencer; ed i 34mila follower già raggiunti dalla professionista in questione  dimostrano che potrebbe anche avere successo.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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