13 Novembre 2018 - 16.00

ECONOMIA – Bentornato Btp Italia

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Il Ministero del Tesoro italiano comunica che da lunedì 19 novembre a giovedì 22 novembre sarà in emissione il nuovo BTP Italia con durata 4 anni e scadenza quindi 2022.

Il nuovo titolo di Stato indicizzato al tasso di inflazione nazionale è pensato prevalentemente per l’investitore individuale. Nella sola mattinata del 22 novembre ci sarà una seconda fase riservata agli investitori istituzionali.

Per gli istituzionali, in caso di richiesta superiore all’offerta, il collocamento potrebbe prevedere un riparto. Per i piccoli risparmiatori il Tesoro non applicherà alcun tetto massimo, assicurando di fatto come nelle precedenti emissioni la totalità delle richieste.

Il BTP Italia è un titolo di Stato il cui rendimento, come i BTP Europa, viene parametrato all’inflazione. Ci sono comunque tra i due tipi di BTP seppur simili alcune differenze. Il BTP Italia dovrebbe garantire una protezione dalla deflazione, pagando l’inflazione maturata sul capitale in corrispondenza delle cedole e garantendo all’investitore fedele, cioè all’investitore che dopo averlo sottoscritto lo detiene fino alla scadenza, anche un premio fedeltà.

Questi bond inflation-linked italiani non va dimenticato che sono Titoli del debito pubblico italiano. Per l’investitore che acquista un Titolo di Stato e lo mantiene per tutta la sua durata, l’unico rischio concreto è il rischio di credito o rischio emittente che consiste sostanzialmente nell’incapacità del debitore, in questo caso lo Stato, di restituire parte del capitale ( o anche tutto il capitale ) a scadenza, oppure l’incapacità nel pagamento delle cedole previste. Se invece l’investitore sottoscrive questi Titoli con lo scopo di venderli anche prima della loro scadenza naturale ( per scelta o per necessità ) va incontro al rischio di mercato, e cioè alla possibilità di realizzare una minusvalenza o una plusvalenza dovuta a fluttuazioni sfavorevoli o favorevoli rispetto al momento in cui sono stati sottoscritti.

Quindi un’attenta analisi del proprio portafoglio e delle proprie aspettative prima di fare l’investimento va sempre fatta.

Ricordiamoci che lo Stato attraverso investitori privati cerca di finanziare le sue spese pubbliche evitando in questo modo di aumentare eccessivamente le tasse per i cittadini ( almeno questo dovrebbe essere lo scopo ).

Non va dimenticato che da sempre acquistare titoli di Stato rappresenta l’investimento tipico per il risparmiatore con una bassa propensione al rischio, dove l’unico vero rischio è rappresentato da un possibile default dello Stato ( vedi in passato l’Argentina).

Per ultima, ma non per questo meno importante, la tassazione che è pari al 12,50% una percentuale inferiore alla metà del 26% dovuto sulle altre rendite finanziarie.

Cosa fare, la risposta come sempre non può essere universale, ma l’invito caloroso è quello di attendere le ultime notizie del MEF ( Ministero Economia e Finanza ) tipo il tasso reale annuo minimo garantito, e dopodiché valutare l’investimento magari con il proprio consulente di fiducia, per vedere e comprendere nell’insieme tutta l’operazione.

 

FABIO ROSSI

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