31 Marzo 2023 - 8.35

Carne sintetica.  Cui prodest?

Io sono solito sostenere che noi italiani siamo un popolo piuttosto “emotivo”, e quindi fortemente condizionabile rispetto a qualunque evento che in qualche modo possa impattare sulla salute collettiva, meglio sarebbe dire su una “presunta” salute collettiva.

La conseguenza più diretta è che siamo fortemente influenzabili, ed esposti alle “mezze verità” (per non dire balle) che ci vengono propinate dai nostri politici.

Vi faccio solo qualche esempio.

Dopo il disastro di Cernobyl del 1986 ci facemmo prendere dall’ossessione della pericolosità del nucleare; votammo a spron battuto un referendum che bandiva le centrali atomiche dal nostro territorio, spendendo una botta di miliardi (che ancora stiamo pagando in bolletta), per smantellare quelle poche che c’erano, come Montalto di Castro ecc.

Il tutto senza considerare siamo circondati da Paesi che non solo hanno centrali nucleari in servizio, ma  che addirittura sono posizionate proprio vicino ai nostri confini.

Atteggiamento chiaramente “tafazziano” perché è palese che un qualunque incidente in una centrale francese, svizzera  o slovena avrebbe effetti anche su di noi; ma l’importante per la nostra emotività collettiva è aver detto “No al nucleare in Italia”.  Così all’epoca democristiani, socialisti e comunisti hanno fatto credere alle mamme italiche di aver messo al sicuro i loro pargoli (sic!) con un voto.

Si trattò di una scelta talmente irrazionale che, in conseguenza della crisi energetica in corso, in questi giorni si sta nuovamente ragionando di dotare l’Italia di impianti nucleari di ultima generazione.  

Analogamente, quando si cominciò a parlare di Ogm (Organismi geneticamente modificati attraverso l’ingegneria genetica, per conferire loro caratteristiche che non hanno in natura, come la resistenza a certi insetti o la tolleranza ad alcuni erbicidi) credo ricordiate l’isteria collettiva, che venne cavalcata da politici e media.

Vennero subito vietati dal Ministro di allora Pecoraro Scanio, ma dopo anni di tira e molla si è arrivati al punto che resta comunque aperta la questione: persiste il divieto della coltivazione Ogm in Italia, e di conseguenza nessun organismo geneticamente modificato può essere coltivato a fini commerciali, così come previsto dalla Normativa Europea,  ma  ne è consentita l’importazione, e quindi la commercializzazione, nel rispetto delle regole di etichettatura.

Quindi sugli scaffali ci possono essere prodotti Ogm  provenienti da altri Paesi, purché indicati in etichetta.

Non raccontatemi che quando andate a fare la spesa leggete ogni etichetta per vedere se sono stati utilizzati Ogm nella produzione, perché non ci credo!

Adesso a mettere alla prova la nostra emotività è la cosiddetta carne sintetica.

Sgombro subito il campo; se pensate di trovare in questo pezzo le risposte a tutte le vostre domande vi avviso che non sarà così, perché il mio obiettivo non è fornirvi indicazioni scientifiche (non ne ho le competenze), bensì solamente provocare in voi qualche dubbio.

Innanzi tutto, se le notizie che vi hanno fornito i media vi suggeriscono relativamente alla carne sintetica immagini alla Frankenstein, fatte di allevamenti di feti, cellule impazzite e chimica a gogo, sappiate che sono tutte balle colossali.

La carne artificiale viene infatti prodotta a partire dallecellule staminali embrionali di un animale, coltivate poi in un ambiente privo di contaminanti e senza l’uso di antibiotici.  Punto!  Tutto il resto sono bugie tendenziose!

I vantaggi, ben spiegati dal Centro di ricerca indipendente Ce Delft, certificato dall’Unione Europea, derivanti dall’adozione della carne artificiale, stanno nel ridurre significativamente del 92% le emissioni di gas serra del settore,diprodurre il 93% in menodi inquinamento,  di diminuiredel 95%il consumo di suolo, edel 78% quello di acqua

Non solo; come ha spiegato l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) si tratta di un “prodotto che offre una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: una produzione che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare”.

Al momento la carne prodotta in laboratorio è legale solo negli Stati Uniti e a Singapore.

Quindi non si capisce la fretta del Ministro Lollobrigida di presentare un progetto di legge del Governo per vietare una cosa che è al momento già vietata, in quanto non esiste infatti alcun prodotto alimentare a base di “carne coltivata”, ovvero derivante da colture cellulari, approvato dall’Unione Europea.

Tempo perso quindi?

Suvvia, non siamo mica nati ieri!

Si tratta di pura propaganda politica, sfornata in un momento di difficoltà del Governo su altre materie, finalizzata ad eccitare la naturale emotività degli italiani.

Inutile suonare la grancassa, perché il Governo ed il Ministro sanno bene che se in un futuro l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) dovesse  autorizzare la produzione di carne sintetica, la normativa italiana non avrebbe più alcun valore.

Come peraltro si è verificato con la “battaglia (a difesa) del grano” dagli Ogm,  e più di recente contro la farina d’insetti: alla fine, dopo tanta patriottica propaganda politica a difesa della tradizione gastronomia nazionale, il Ministro si è dovuto piegare, limitandosi a varare dei decreti sull’obbligo di etichettatura dei cibi a base di insetti. 

Perché piaccia o non piaccia in Unione Europea esiste il cosiddetto “Principio di libera circolazione delle merci”, e si tratta di un principio intoccabile, su cui si fonda l’Unione stessa, e di conseguenza qualora l’Efsa dovesse approvarne l’uso della carne sintetica negli Stati membri,  appunto per le regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi, l’Italia non potrebbe opporsi alla sua distribuzione anche da noi.

Si tratta di un film già visto, che narra che nonostante tutti i divieti ancora vigenti nel Belpaese, chi vuole è libero di mangiare o meno i cibi prodotti con gli Ogm o con la farina di insetti, com’era ovvio sin dall’inizio che sarebbe andata a finire.

E credetemi che, divieto o meno, alla fine della fiera, quando e se l’ESFA avrà autorizzato, anche gli italiani potranno, qualora vogliano, consumare carne sintetica, purché non prodotta in Italia, visto il divieto “tricolore”.

Roba da manicomio! Perché è chiaro che con divieti del genere mettiamo la nostra ricerca scientifica fuori dai circuiti internazionali.

Non voglio essere sempre malfidente, ma purtroppo mi sembra una vicenda simile a quella che interessa balneari e tassisti.

Nel senso che, con la scusa della difesa della salute pubblica, e dei prodotti made in Italy, il Governo si è allineato alle posizioni, ovviamente contrarie alla carne artificiale, della Coldiretti e degli allevatori italiani. 

Quegli stessi allevatori che, lodando le nostre produzioni “autoctone”, non sottolineano certo che in Italia la gran parte della carne bovina, suina ed ovina, è di importazione (almeno il 40% – dati Coldiretti).

E’ sufficiente che  leggiate attentamente le etichette al supermercato, e vi accorgerete che è normale trovare carni provenienti da animali nati in un Paese, allevati in un altro,  macellati in un altro, e volendo anche sezionati in un altro ancora.

Pensate che la carne che importiamo dal Brasile (circa il 10% del totale) non provenga da animali alimentati con prodotti Ogm, di cui appunto il Brasile è il secondo produttore al mondo?

Pensate che qualora la carne sintetica (io lo do per scontato) verrà sdoganata anche in Europa, non ci sarà chi ne approfitterà per vendercela come carne italiana, prodotta con animali liberi di pascolare sugli alpeggi, con tanto di musichetta sotto?

Ragazzi, siamo seri!

In conclusione, non pretendo di avervi convinto sulla bontà della carne sintetica, che oltre a tutto non ho potuto assaggiare perché vietata. 

Il che a dirvi la verità, a livello personale, mi interessa anche poco visto che, pur non essendo né vegetariano né vegano, a volte passano mesi senza che consumi carne o insaccati.

Mi basterebbe solo avervi instillato il dubbio che  ci sono talmente tanti interessi economici e politici dietro queste scelte, che è bene non portiate il cervello all’ammasso, credendo emotivamente a tutto quello che vi vuole far credere una propaganda interessata ed orientata.

Quando vi trovate di fronte ad una posizione politica od ideologica, e meglio ancora ad una proposta di regolamentazione, rispolverate sempre la locuzione latina “Cui prodest?” (letteralmente A chi giova?).

Spesso dal dubbio arrivano le risposte migliori.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
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