11 Maggio 2016 - 18.11

CAMISANO – Suicidio Polato e il collegamento con il delitto Noventa, Prezalis: “Lasciamolo in pace”

isabella noventa

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“Trovo difficile, se non impossibile che vi sia un collegamento fra le due vicende. Il fatto che siano state rubate nello stesso momento non significa alcunché. Penso che le forze dell’ordine debbano fare il loro lavoro ma credo anche di riposare in pace. Sono appena stato in cimitero perché oggi compiva gli anni. Era un caro amico che ha avuto un momento di difficoltà e questo gli pesava. Ripeto, deve riposare in pace”. Il sindaco di Camisano, Eleutherios Prezalis commenta così la notizia di un possibile collegamento fra il delitto di Isabella Noventa, segretaria 55enne di Albignasego scomparsa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 e il consigliere comunale di Camisano Vicentino, Massimo Polato, che si è tolto la vita nel cimitero di di Bevadoro di Campodoro lo scorso 20 aprile. La notizia di un possibile collegamento è stata riportata oggi dal Corriere del Veneto.
Per il delitto Noventa sono attualmente in carcere l’ex fidanzato della vittima, Freddy Sorgato, la sorella Debora Sorgato e la tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco.
Mentre ancora si sta cercando il corpo della donna, un filo rosso collegherebbe questo episodio criminoso con il suicidio di Polato. Come riporta il Corriere del Veneto, i carabinieri avrebbero appurato che le due pistole di Debora Sorgato, trovate assieme a 124 mila euro a casa del suo fidanzato, il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Verde, sarebbero collegate a quella usata da Polato per togliersi la vita (una 623). L’arma sarebbe stata rubata a Padova nel 1994 (circostanza emersa subito dalle indagini dei carabinieri di Mestrino, con i quali Polato aveva assolto il servizio di leva e un altro anno di firma) insieme alla Beretta 765, rinvenuta con il colpo in canna, e l’Astra spagnola di Debora: tutte e tre sarebbero state portate via alla stessa persona, che le deteneva legalmente in casa.
Sulla vicenda sta indagando il Ris di Parma che ha già eseguito le prove di sparo sulle prime due, messe sul mercato nel 1936 e nel 1942, e aspettano di analizzare quella usata da Polato. Si stanno quindi cercando legami fra le due vicende. Polato non aveva lasciato bigliettini prima di togliersi la vita, era incensurato e aveva un debito di circa 20/30mila euro. Ora si cerca di capire chi può aver venduto l’arma a Polato.
Sempre il Corriere parla di chiacchiere, a Campodoro, secondo le quali vi fosse una frequentazione di Polato con i tre indagati, ipotesi seccamente smentita da Alessandro Menegazzo, legale di Manuela Cacco.

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