19 Febbraio 2022 - 11.19

Anconetta, l’arrogante gamba tesa degli industriali vicentini

Anconetta, l’ingresso a Nord-Est della città è da sempre un problema. 30 mila veicoli al giorno ostaggio del passaggio del treno che porta a Schio e di un passaggio a livello che può essere un incubo. Nel tempo ci hanno provato un po’ tutti a sciogliere quel nodo, finora nessuno è riuscito a districarlo. Ora ci prova Confindustria, con una mossa del cavallo che scavalca le altre pedine e le lascia tutte un po’ tutte sbalordite. E giustamente interdette.

Certo Laura, la presidente Dalla Vecchia, questa fissa ce l’ha fin dal suo insediamento a Palazzo Bonin Longare. Ripete come un mantra che un ipotetico ingegnere, uscito dall’Università di Padova ci mette più tempo ad arrivare con i mezzi pubblici a Schio piuttosto che prendere il treno e approdare a Milano. In questo modo si sottraggono cervelli per la manifattura locale e si regalano alla capitale Meneghina. Ecco perché serve la metropolitana di superficie veneta ed ecco perché il nodo di Anconetta va risolto. E allora lei, Laura, si presenta un lunedì mattina con il fido ingegner Gianmaria De Stavola e annuncia: “Noi un’idea ce l’abbiamo, vediamo di fare squadra”.
L’idea non è proprio una novità assoluta: si tratta di costruire una rampa che, girando attorno a viale Anconetta, permetta di prendere quota e di scavalcare binari e viale, andando ad atterrare nella zona dove, nel frattempo dovrebbe arrivare un’altra chimera della viabilità cittadina, cioè il prolungamento di via Aldo Moro. Mutatis mutandis, il progetto assomiglia molto alla rampa, magari più chiusa e arrotolata, proposta a suo tempo dall’assessore Marco Antonio Dalla Pozza, che giustamente oggi ne rivendica la primogenitura. Un obbrobrio urbanistico senza tanti giri di parole.

Ciò che è nuovo, e discutibile, è il metodo. Qui non si è cercata condivisione preventiva, si è tirato un tratto di penna sulle mappe per poi dire: “Se volete venite con noi”. Un po’ da Marchese del Grillo con subito una paginata nel quotidiano di famiglia a sottolineare la valenza del progetto. Un invito che, per il momento, non pare essere stato colto. Il sindaco Francesco Rucco, chiamato in causa a giochi fatti, è gentile e non boccia nulla. E’ però costretto a dire che i denari – 12 milioni di euro nel preventivo, ma sembrano davvero pochi – al momento non ci sono, che bisogna andare a battere cassa da Ferrovia e Regione, che vanno ascoltati i cittadini e i comitati. Un modo insomma per poter dire, fra un anno: “Ci abbiamo provato, ma siamo rimasti con il cerino in mano.”

I comitati e i cittadini, spalleggiati da pezzi di minoranza, non hanno fatto altro che ribadire che la loro idea di soluzione è solo una e sempre la stessa: l’interramento dei binari e poco importa se il progetto di milioni ne costa almeno 80.

Le altre categorie si affidano a Confcommercio e alle parole di Nicola Piccolo: i negozi che affacciano su Anconetta, se si toglie il traffico di attraversamento e si trasforma il viale in una stradina di quartiere, sono destinati a morire. L’idea, insomma non piace, e si insiste sul fatto che prima di mettere mano a trasformazioni urbanistiche bisognerebbe avere in mano un piano che tenga conto di tutti gli attori in campo, senza improvvisare.

La sensazione dopo una settimana? Abbiamo in mano un progetto che divide e che pare destinato a rimanere tale. Nel frattempo si potrebbe vedere finalmente arrivare fino alla rotatoria “delle vigne” il prolungato viale Aldo Moro e a quel punto il traffico in arrivo dalla Postumia potrebbe essere deviato, senza più la necessità di arrivare al passaggio a livello e anche la spinta per sciogliere il nodo di Anconetta si esaurirebbe da sola.

Quanto ai tempi di percorrenza dell’ipotetico ingegnere di Padova, beh, bisognerà farsene una ragione: o gli si danno due soldi in più per arrivare a Schio, oppure continuerà ad andare a Milano, se siamo fortunati, o in California o in Germania se lo siamo un po’ meno.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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