23 Agosto 2019 - 13.16

Zzzz Zzzz Zzzz, la zanzara killer non ci fa dormire…

  

Assieme al frinire delle cicale, ed al frangersi della risacca, questo è uno dei rumori tipici dell’estate.

Forse non a tutti è noto, ma  lo scorso martedì 20 agosto si è celebrato il World Mosquito Day, la Giornata mondiale della zanzara,  appuntamento annuale per sensibilizzare sulle strategie condivise per evitare le diffusione di malattie trasmesse da questo infestante.Fino al 1990, anno in cui si cominciarono ad individuare anche in Italia i primi esemplari di zanzare tigre, questi piccoli insetti non destavano alcuna preoccupazione.  Si era consci che la loro presenza era un piccolo tributo da pagare all’estate, si conoscevano le loro abitudini, e ci si ci sottoponeva all’inaggirabile ritualità degli spray, delle creme dermoprotettive, delle finestre chiuse, e degli zampironi.Fino ad allora infatti nel nostro Paese dovevamo fare i conti solo con la Culex Papiens Linneaus, meglio nota come zanzara comune, che si presentava puntuale al tramonto, ed era attiva principalmente di notte.  Certo pungeva, ma i ponfi di solito non presentavano alcuna complicazione, e dopo un paio di giorni sparivano sia il prurito che il gonfiore. Solo chi doveva recarsi in Africa, Asia, America latina, doveva per precauzione sottoporsi ad apposite profilassi contro numerose malattie endemiche in quei territori, compresa la malaria, una volta piaga di certe regioni italiane, ma ormai di fatto debellata. Da qualche anno, stando alle cronache, forse sarebbe opportuno fare buona parte di queste profilassi anche se si vuole viaggiare in Italia.Pensate stia scherzando?Ve lo ricordate l’allarme scatenato la scorsa estate dai casi di infezioni da Virus del Nilo Occidentale (West Nile Virus)?   Forse ce ne siamo dimenticati, ma i casi accertati nel nostro Veneto furono 189, con 13 decessi.Fortunatamente, in questa estate, i casi nella nostra Regione si sono finora contati sulle dita di una mano. Ma adesso oltre al Virus del Nilo, ormai diventato endemico in Veneto ed in Italia, si stanno affacciando altri rischi, derivanti dalla possibile diffusione di malattie trasmesse sempre dalle zanzare, quali encefalite, febbre Dengue, Lehsmaniosi, Chikungunya, Zika.Nomi esotici, di infezioni finora poco conosciute alle nostre latitudini, ma  secondo i dati presentati dall’European Congress of Clinical Microbiology & Infectious Diseases (ECCMID) lo scorso 16 aprile ad Amsterdam, l’areale geografico di queste malattie si sta rapidamente estendendo, e nei prossimi decenni comprenderà anche l’Europa orientale e settentrionale, quindi non solo i Paesi del Sud come l’Italia. Lo dimostrano i recenti focolai di Dengue in Francia e Croazia, di malaria in Grecia, di Chikungunya in Italia e Francia, e di West Nile nell’Europa sud orientale.E’ evidente che questo è il risultato di un complesso di fattori. Fra i più evidenti ci sono i cambiamenti climatici, con inverni sempre più miti ed estati sempre più torride, e poi la facilità di spostamenti.  Secondo gli esperti la zanzara tigre è arrivata da noi via nave, all’interno di copertoni per auto, e i viaggi in località esotiche ci espone al rischio di contrarre infezioni, che al ritorno possono essere trasmesse ad altri semplicemente attraverso la puntura di una zanzara. Limitandosi alla Febbre Dengue, piuttosto pericolosa per l’uomo, fino a tempi recenti la sua diffusione era limitata alle latitudini tropicali o subtropicali. Ma il riscaldamento globale permette ora alle zanzare portatrici di questa malattia di vivere ed adattarsi in territori fino a pochi anni fa off limit, come i Paesi europei, e fra questi ovviamente l’Italia. Ma se pensate che con l’arrivo della zanzara tigre il campionario dei “mosquitos” presenti nel nostro territorio sia completo, vi sbagliate di grosso.Negli ultimi anni nell’alto Veneto è stata rilevata anche la presenza delle zanzare coreane e giapponesi. Scherzando si potrebbe definirle “zanzare con gli occhi a mandorla” !E con l’arrivo di questi nuovi tipi di insetti si sta affacciando il rischio addirittura di diffusione della Febbre Gialla, infezione che nel 15% dei casi porta ad emorragie che possono rivelarsi letali.Le zanzare coreane e giapponesi, contrariamente a quella comune ed in parte alla tigre, hanno la capacità di adattarsi ad ambienti comunemente considerati per loro ostili, come il bellunese, sicuramente territorio non caratterizzato da un clima caldo.  Ed è chiaro che, una volta saldamente insediatesi in montagna, la diffusione in pianura sarà solo questione di tempo. I primi “avvistamenti” delle coreane (Aedes Koreicos) risalgono al 2011 in provincia di Belluno. E da quel momento la proliferazione non si è più arrestata, tanto che sono presenti stabilmente nella zona che va da Feltre a Sedico a Longarone.  E hanno già sconfinato nell’area della pedemontana trevigiana (Cison, Follina, Borso del Grappa, Farra di Soligo) tanto che da inizio anno nella sola provincia di Treviso sono stati diagnosticati circa una decina di casi di febbre Dengue.  Tre nello scorso mese di luglio, anche se tutti in soggetti ritornati da località tropicali.  Ma capite bene che questo non può lasciare tranquilli, perché prima o poi uno di questi soggetti ammalati verrà punto da una zanzara, ed a quel punto il gioco è fatto.Ma per non farci mancare nulla, tre anni fa sono arrivate nel Nord Est anche le zanzare giapponesi, il cui nome scientifico è Aedes Japonicus. Si tratta della terza specie più invasiva tra le zanzare; si muove di giorno, e depone uova che resistono al freddo invernale.  La giapponese è stata individuata per la prima volta in Carnia nel 2016 da un entomologo austriaco, e la presenza è stata poi confermata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nel corso di un sopralluogo, che ha constatato la presenza di larve in diversi siti nel comune di Pederobba.Non c’è dubbio che le zanzare sono insetti fastidiosi, macchine perfette per tormentarci.  E oggettivamente pericolose, dato che, secondo l’Oms, nel 2017 hanno nel mondo causato 215 milioni di infezioni nel mondo, e 735mila morti.E’ quindi comprensibile che i rimedi per allontanarle alimentino un business colossale.Ma va preso atto che se è praticamente impossibile eliminarle, non è facile neppure contrastarle, non solo perché la loro capacità riproduttiva è enorme, ma anche perché gli studiosi hanno scoperto che il massiccio utilizzo di pesticidi e rimedi anti-zanzare fa sì che questi insetti siano soggetti a una forte pressione selettiva; il che significa che le diverse specie di zanzare si stanno adattando ai repellenti utilizzati per allontanarle. In parole povere, ogni volta che ci cospargiamo di spray anti-zanzare, ogni volta che accendiamo uno zampirone, stiamo alimentando la pressione selettiva sopra citata; in un certo senso, paradossalmente, stiamo aiutando le zanzare a diventare più resistenti.Quindi anche alle nostre latitudini dovremo in qualche modo abituarci a convivere con la nuova realtà, in cui l’aumento delle temperature medie, unitamente al prolungamento della stagione calda, allungherà la finestra di diffusione di infezioni di origine tropicale.E purtroppo non possiamo neppure più sperare nell’effetto del gelo invernale, non solo perché di freddo ne fa sempre meno, ma anche perché, come sopra accennato, le larve delle nuove specie importate sono in grado di resistere anche al clima rigido.

Questo non vuol dire che non si debba difendersi dalle punture delle zanzare, con tutti i metodi che gli esperti ci ricordano ogni anno all’inizio dell’estate, ma è evidente che alla fine non possiamo che prendere atto che le nuove specie, nonostante l’arrivo da lontani continenti, fanno ormai parte del nostro privato chilometro zero: l’inevitabile ecologia domestica. 

Rassegnamoci.    

Zzzz! Zzzz! Zzzz!

Stefano Diceopoli

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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