11 Novembre 2020 - 17.53

Sulla Marmolada un flash mob alpinistico per dire “Basta impianti”

Sulla Marmolada, regina delle Dolomiti, si è tenuto ieri un flash mob alpinistico per dire “Basta impianti” e per invitare a riflettere sullo sviluppo sostenibile.


“Consapevoli che la macchina dello sfruttamento della montagna, con la costruzione di nuovi impianti, non si fermerà di fronte alla pandemia, abbiamo deciso di manifestare la nostra contrarietà a questo nuovo progetto”, dicono gli organizzatori.

Due gruppi di alpinisti si sono ritrovati sulla cima del Col de Bousc e in prossimità della ex cabinovia di Pian dei Fiacconi: poche persone, volutamente, consci dell’emergenza sanitaria, per non creare situazioni di rischio.


Il messaggio trasmesso, tramite l’esposizione di striscioni sulle rocce della Marmolada, è semplice: “fermiamo lo sfruttamento indiscriminato delle montagne, non costruiamo nuovi impianti di risalita”


Da sempre la Regina delle Dolomiti è stata una montagna simbolo del patrimonio naturalistico italiano, amata e conosciuta in tutto il mondo.

Dopo settant’anni anni la Marmolada Trentina si ritrova senza impianti di risalita e gli organizzatori di questa manifestazione sottolineano la necessità di cambiare direzione ed andare verso un modello turistico che esuli dalle logiche dei grandi numeri e del turismo di massa, che sono alla base della redditività economica degli impianti di risalita.


Alla luce del cambiamento di tendenza delle richieste turistiche, il mercato sciistico ha evidenziato un lento, ma continuo declino negli ultimi anni e un aumento dei costi di manutenzione (innevamento, bacini artificiali), dati di fatto che devono far riflettere, anche a fronte del cambiamento climatico.

Dall’altro lato è sempre maggiore il desiderio da parte dei turisti di stare a contatto con la natura e con la cultura del luogo in cui hanno deciso di trascorrere le loro vacanze.


Il progetto del Carosello in Marmolada, con il collegamento di passo Fedaia a Sass Bianchet e un eventuale collegamento Trentino- Veneto, rappresenta un rischio per ambiente che non può essere ignorato, sottolineano gli organizzatori, tutti imprenditori, guide alpine, professionisti o semplici amanti della montagna.


“Pensiamo sia indispensabile costruire un progetto turistico sostenibile per la salvaguardia e la valorizzazione della Marmolada. Sostenibilità ambientale, economica e sociale sono le linee guida per un progetto di riqualificazione turistica volta alla valorizzazione delle risorse ambientali, naturalistiche e storico-culturali, in una chiave di lettura esperienziale”


“Così come la Marmolada è stata 70 anni fa la pioniera del turismo di massa con gli impianti di risalita, ora può tornare ad essere capofila di un nuovo modello basata su una logica di sviluppo a lungo termine che tiene conto della valorizzazione del nostro patrimonio culturale, la conservazione e il rispetto dell’ambiente, mantenendo intatta l’attrattività dei luoghi di questo patrimonio mondiale dell’umanità”.


Dallo studio del MUSE “Verso un turismo sostenibile per l’area della Marmolada” è emerso come il bacino di utenza turistica presenti già una dotazione di piste ed impianti completa, sia per tipologia che per posizione, e come le infrastrutture impiantistiche esistenti non vengano utilizzate al pieno delle proprie potenzialità.


“Immaginiamo un progetto condiviso, grazie alla collaborazione attiva di protagonisti come la Sat, il Muse, gli operatori locali, le guide alpine, la comunità Fassana e le istituzioni, le associazioni ambientaliste, l’istituto ladino di Fassa, assieme a tutti coloro che vorranno portare la loro esperienza ad un progetto veramente innovativo”


“Pensiamo che il futuro del turismo in montagna debba cambiare strada, rendendo efficienti gli impianti esistenti e diversificando l’offerta turistica”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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