17 Febbraio 2017 - 10.24

NOVENTA – POJANA, Ronego più sicuro

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È un lavoro importante quello recentemente realizzato dal Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta nei territori di Noventa Vicentina e Pojana Maggiore, con il rialzo degli argini dello scolo Ronego. Un’opera costata oltre 300mila euro, progettata dall’ing. Luca Pernigotto, professionista dello stesso Consorzio di bonifica, che evidenzia come “i numerosi canali e corsi d’acqua, pur consentendo su parte dell’area l’utilizzo delle acque per l’irrigazione, hanno come funzione principale l’allontanamento delle acque in eccesso dai terreni coltivati e dalle zone urbane. Più precisamente, la rete di bonifica è costituita da 20 scoli e collettori con uno sviluppo lineare complessivo di circa 82 km. La rete esclusivamente irrigua si estende invece per 20 km”. Un’area decisamente vasta, dunque, che trarrà beneficio dall’intervento eseguito dal Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, come spiega il presidente Silvio Parise: “lo scolo Ronego ha origine dalla confluenza di due collettori di bonifica, rio Ronego e scolo Bressana, in località Spessa di Cologna Veneta e si immette nel fiume Frassine a Chiavicone di Lozzo Atestino ed ha un’estensione di oltre di 20 km ed è totalmente arginato nel tratto centrale e terminale. Lo scolo Ronego è il collettore principale di un vasto bacino idrografico costituito da aree di pianura e di collina, che comprendono la parte a sud-ovest dei Colli Berici della superficie di 6.860 ettari”. Con l’intervento eseguito dal Consorzio di bonifica è stato ridotto il rischio idraulico della zona attraversata dallo scolo Ronego a Pojana Maggiore e Noventa Vicentina, attraverso interventi strutturali sull’alveo del medesimo Rio. “Prima dei lavori, eseguiti in appalto, il corso d’acqua si presentava in condizioni arginali tali da non garantire la sicurezza idraulica dei territori circostanti. Lungo tutta l’asta dello scolo Ronego, che va dal ponte della strada provinciale di Pojana Maggiore al ponte delle Caselle di Noventa Vicentina – conclude il presidente Parise – sono state individuate innumerevoli erosioni degli argini, preoccupanti per la stabilità ed aggravate dalla presenza di nutrie e gamberoni. Con il rialzo arginale è oggi garantito un adeguato livello di sicurezza. Inoltre, attraverso pietrame compatto non gelivo, le sponde sono state opportunamente consolidate”.

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