7 Ottobre 2019 - 9.54

La nuova guerra dei dazi tra Usa e Europa

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di Fabio ROSSI

Non è una guerra fatta con le armi, per fortuna, ma pur sempre una guerra con fini commerciali che alla fine non porterà da nessuna parte.

Quindi dopo la guerra dei dazi tra USA e Cina per la supremazia mondiale, ecco al via questa nuova telenovelas in cui Trump sfida l’Europa convinto di vincere l’ennesima sfida, con inevitabili riflessi anche per il nostro Paese, minacciando di spedirlo in recessione, e con contraccolpi pesanti per importanti prodotti made in Italy come vino, olio, prosciutto e parmigiano.

Il primo round è andato agli Stati Uniti con il via libera data dal WTO ( World Trade Organization ovvero organizzazione mondiale del commercio ) di imporre dazi per 7,5 miliardi di dollari contro l’Unione europea, accusata di aver fornito aiuti illegali ad Airbus, dal canto suo l’U.E. di fronte ad un atteggiamento restrittivo di Washington non avrà altra scelta di fare la stessa cosa, magari prendendo a sua volta come pretesto gli aiuti offerti da Washington a Boeing.

Eventuali azioni statunitensi nei confronti del vecchio continente non potranno che avere un impatto negativo per le nostre esportazioni, considerando il nostro avanzo commerciale stimato in circa 27 miliardi di euro nel 2018, non poca cosa quindi.

Una decisione da record quella autorizzata dal WTO, senz’altro la più consistente nella recente storia dell’organizzazione mondiale del commercio. Una decisione dalle conseguenze incalcolabili e che potrebbe essere sterilizzata solo da un improbabile accordo tra Airbus e Boeing, visto anche l’imminente arrivo della Cina nel mercato dei grandi costruttori aerei.

La politica protezionistica americana, rischia di trasformarsi in un bagno di sangue per tanti, difficile capire cosa ci sia effettivamente dietro, se non il desiderio di Donald Trump di far tornare l’America una superpotenza onnipotente, cercando di tritolare qualsiasi ostacolo che può trovare sulla sua strada, in primis la Cina ormai vista come un’economia matura ed emergente allo stesso tempo, ed a seguire l’Europa, giocando in maniera pericolosa con l’economia sempre più globalizzata, nella speranza, per lui, che questa guerra dei dazi al posto di produrre crescita economica non porti recessione altrimenti la sua permanenza alla casa bianca diventerebbe  in salita.

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