23 Agosto 2018 - 12.00

BUONGIORNO VICENZA: Spianare i campi rom, ma con moderazione

Nessuno se lo aspettava, e invece è arrivata la prima smentita vera del sindaco ad un’intemerata di un suo assessore. La sortita avviene sui social con Matteo Celebron che scrive sulla sua bacheca che bisognerebbe “spianare” i campi nomadi a commento degli episodi di sciacallaggio di questi giorni a Genova dopo il disastro, di cui si sono resi protagonisti.
Puntuale il ricamo polemico di Sandro Pupillo, che dall’opposizione replica, facendo leva sulla presenza di donne e bambini nei campi Rom ed ecco che, probabilmente pungolato dalla stampa, arriva Francesco Rucco, spegne la polemica e parla di gradualità nella riduzione, con probabile smantellamento dei campi a Vicenza.
Nulla di nuovo.
Un copione che si è consumato tante volte all’ombra della Sala Bernarda, in ogni maggioranza che si rispetti ci sono episodi come questo, Variati ci aveva abituato al protagonismo sempre giustificato di Bulgarini e al doppio livello di giudizio sulla sua squadra, Hullweck lo faceva per fasi perché le sue simpatie erano cicliche, Rucco, al momento non si era ancora ancora del tutto esposto.
Fino all’uscita di Celebron.
L’elemento di novità e di sorpresa che va colto è che l’assessore leghista allo Sport è stato il più accanito sponsor del sindaco quando la Lega regionale e provinciale aveva chiuso l’accordo su Mantovani, finanche a far approvare un documento di sostegno in direzione cittadina del Carroccio, per molto tempo ha perfino rischiato la spaccatura interna per sostenere il suo candidato sull’onda anche della voglia di un ricambio generazionale nel Centrodestra della città e ora, che – diciamolo – fa il suo mestiere, cioè il dirigente della Lega – parla con il linguaggio, le metafore e le parole d’ordine del suo movimento, viene sanzionato dal suo beneficiato. E’ cambiato qualcosa nei rapporti tra di loro? E Rucco può permettersi di aprire una schermaglia con il leader locale del principale partito della sua maggioranza? Celebron intanto tace. Magari è solo una polemichetta estiva che non lascerà strascichi, ma quello che si vede da fuori è tolleranza e comprensione per Claudio Cicero ogni volta che esterna anche se genera imbarazzi a Palazzo Trissino, e freno a mano su Matteo Celebron. Due pesi e due misure? Così sembra. Anche se va detto che l’assessore alle Infrastrutture di regola interviene quasi quotidianamente su fatti amministrativi, mentre la sortita del segretario del Carroccio è essenzialmente politica, essendo il tema dei campi nomadi uno dei topos della narrazione salviniana di quest’epoca. Quindi Rucco interviene solo quando arrivano le differenze politiche all’interno della sua maggioranza? E’ un’altra possibile lettura. La spianata moderata è un ossimoro in ogni caso, quello che resta è il dubbio che Claudio Cicero si appresti a diventare il Bulgarini d’Elci di Francesco Rucco.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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