24 Luglio 2018 - 12.26

BUONGIORNO VICENZA: Passo avanti o passo indietro?

Mancano poche ore all’appuntamento più importante della stagione per Francesco Rucco e la sua maggioranza. Oggi alle 15 va in scena in Sala Bernarda il primo atto in cui si potranno distinguere le idee del nuovo sindaco da quelle di chi c’era prima. Oggi, a partire dalle 15 finisce la campagna elettorale. Argomento di punta: l’approvazione delle linee programmatiche del governo della città per i prossimi cinque anni. I primi segnali che trapelano dalla cronaca quotidiana parlano di un documento snello, leggero, per l’opposizione un documento scarso e insufficiente. Lo leggeremo e lo sentiremo. Certo è che non si comprende come mai il programma di lavoro del sindaco sia stato emendato in corso d’opera, una novità rispetto alle liturgie consiliari del passato. Di solito le linee programmatiche vengono definite prima di essere diffuse, invece con Rucco abbiamo visto una proposta 2.0 che si evolve e muta in un divenire che lo presenta in modo definitivo con non pochi cambiamenti. Si rivede la primaria posizione sull’Alta Velocità che aveva visto la sortita di Claudio Cicero qualche settimana fa e rientra in gioco il Filobus che aveva preoccupato la Provincia, sempre a firma Cicero.
Come leggere questi segnali secondo le categorie della politica locale non è facile. Potrebbe essere il primo stop del capo dell’Amministrazione all’esuberanza decisionista di Cicero che gli ha sicuramente creato qualche imbarazzo con le categorie economiche e con Palazzo Nievo. Potrebbe essere un primo segnale della lenta marcia di Rucco verso l’affermazione della sua leadership a Palazzo Trissino con il passo felpato che ne ha caratterizzato l’entrata in campo e la campagna elettorale. Ma in una lettura più maliziosa, potrebbe anche apparire come un passo indietro del Centrodestra rispetto alla programmazione sulla città che ha pensato e messo in pedana Achille Variati. Ed è su questo terreno che Rucco si giocherà l’immagine della discontinuità rispetto alla rappresentazione del Centrosinistra. Non si buttano a mare le buone cose fatte dalle Amministrazioni precedenti, ma il segnale che è arrivato dalle urne è stato forte e chiaro: rupture. Dov’è la rupture se sui grandi temi non si perimetro la diversità del nuovo inquilino di Palazzo Trissino. Nel corso del dibattito consiliare dovrebbe emergere quello che questa maggioranza farà e vorrà fare, altrimenti si rischia di passare i prossimi cinque anni a colpi di referendum verbali su quello che ha fatto Variati.

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