18 Luglio 2019 - 15.01

Affido: nel 2018 al CASF 106 i minori accolti e 111 i progetti di affido avviati

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Sono 106 i minori, 35 dei quali stranieri, accolti nel 2018 dal Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare (CASF), gestito dal Comune di Vicenza per conto del Comitato dei Sindaci del Distretto Est dell’Azienda Ulss n. 8 Berica, in stretta collaborazione con i servizi sociali territoriali. Sempre nello scorso anno sono stati 111 i progetti di affido rivolti a bambini e ragazzi con uno o entrambi i genitori che non possono, per un certo periodo, offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere.

A illustrare l’attività svolta nel 2018 dal CASF questa mattina era presente l’assessore alla famiglia e alla comunità Silvia Maino.

“L’affido è un istituto giuridico molto importante e delicato che permette di accogliere minori in difficoltà – ha spiegato l’assessore alla famiglia e alla comunità Silvia Maino –. E’ cambiato il modello di famiglia esistente: sono sempre meno le famiglie che danno la propria disponibilità ad accogliere i ragazzi; ed maggiore la difficoltà ad usufruire dei congedi parentali per l’affido. Inoltre, chi un tempo era famiglia affidataria, oggi si deve occupare dei genitori anziani o dei nipotini in arrivo. Il nostro appello ai cittadini, sia coppie sposate che conviventi, single con o senza figli, è quello di provare comunque ad avvicinarsi a questo prezioso strumento di solidarietà familiare e arricchimento personale, partecipando agli incontri formativi gratuiti che si tengono due volte all’anno, il prossimo dei quali a settembre, e valutando la scelta di accompagnare un minore per un tratto di strada della sua vita”.

Sono vari i compiti del CASF: promozione dell’affido e della solidarietà familiare; reperimento di famiglie/persone disponibili all’accoglienza; formazione e sostegno delle famiglie affidatarie; conoscenza degli aspiranti all’affido; abbinamento tra il minore e la famiglia affidataria.

L’affido familiare riguarda l’accoglienza temporanea di un minore con l’obiettivo di accompagnarlo per un tratto di strada più o meno lungo, per il tempo che sarà necessario, offrendogli un ambiente familiare nella prospettiva del rientro presso la propria famiglia.

La legge prevede che la durata massima dell’affido non possa superare i 24 mesi, prorogabile dal Tribunale per i Minorenni qualora il rientro presso la famiglia d’origine rechi pregiudizio al minore.

Ogni situazione è diversa e il prolungarsi della durata dell’affido è stabilita dalla famiglia d’origine, dai servizi sociali e dalla famiglia affidataria.

Corsi per diventare famiglia affidataria

Tutte le famiglie, le coppie sposate o conviventi, le persone singole, con o senza figli che si sentono disponibili a questa esperienza e che hanno nella propria vita e nella propria casa lo spazio per accogliere un’altra persona. Ogni minore ha esigenze diverse: occorre quindi valutare caso per caso quale sia la soluzione migliore e quale sia l’impegno che la famiglia o la persona singola può offrire.

È possibile diventare famiglia affidataria rivolgendosi al CASF per un incontro informativo al quale seguirà un percorso formativo di approfondimento sul tema dell’affido e un percorso di conoscenza individuale per chi deciderà di offrire la propria disponibilità. Il percorso di conoscenza prevede alcuni colloqui con l’assistente sociale e lo psicologo del CASF oltre ad una visita domiciliare.

Vengono proposti due momenti formativi ogni anno, uno in primavera e uno in autunno.

Il 6 maggio c.a. si è svolto l’incontro informativo sull’affido familiare. Il 13, 20 e 27 maggio, dalle 19 alle 21 presso la sede del CASF, in via Giuriato 72, si sono articolati gli incontri relativi al corso per diventare affidatari.

Per informazioni sui futuri corsi o iniziative è possibile contattare il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare (0444-222548/49; servizioaffidi@comune.vicenza.it).

L’ammontare del contributo mensile da erogare alla famiglia affidataria per il minore affidato e per tutto il periodo di durata dell’affidamento è pari all’ammontare della pensione minima INPS per lavoratori dipendenti. In considerazione di particolari carichi educativi/assistenziali sostenuti dalla famiglia affidataria, tale importo può essere aumentato, fino a raddoppiarlo, nel caso di affidamento di minori certificati ai sensi dell’art.3 della L 104/92 (al netto delle indennità percepite) e nel caso di bambini che hanno meno di 2 anni o di ragazzi adolescenti (dai 16 ai 18 anni).

I Servizi Sociali che hanno in carico il minore e la sua famiglia sono presenti attivamente per tutto il periodo dell’affido.

Il CASF offre un ulteriore spazio di consulenza, confronto sia individuale che di gruppo, insieme ad altri affidatari che stanno vivendo la stessa esperienza.

Periodicamente e in momenti concordati, i Servizi che seguono il bambino/adolescente in affido, anche in collaborazione con il CASF, effettuano con gli affidatari e/o genitori, a seconda della situazione, verifiche del progetto educativo individualizzato definito, per un confronto, ritaratura, modifica, inerenti il raggiungimento degli obiettivi previsti.

Dati

Nel 2018, sono stati 68 i minori affidati a terzi, persone che non hanno legami di consanguineità con la famiglia d’origine, in affido eterofamiliare, mentre 38 quelli in affido a parenti (affidamento intrafamiliare).

Per 95 minori è stato disposto l’affido residenziale, ovvero all’interno di una famiglia e di una casa in cui vivere stabilmente, mentre 11 hanno avuto un sostegno per alcune ore durante la giornata (affido diurno).

Per quanto riguarda l’attivazione dell’affido, in 71 casi è avvenuto su input dei servizi sociali, mentre per 35 minori con l’accordo della famiglia d’origine (affido consensuale).

Al 31 dicembre 2018 risultavano 81 minori in affido, mentre si sono conclusi gli affidi di 27 minori.

Nel 2018 sono state 49 le persone che hanno partecipato agli incontri formativi, 42 delle quali hanno proseguito nel percorso formativo di approfondimento sul tema dell’affido. 24 persone, quindi, hanno intrapreso il percorso di conoscenza individuale per offrire la propria disponibilità a diventare famiglia affidataria.

Ad oggi sono 115 le famiglie iscritte nella banca dati totale per affidi eterofamiliari, 34 delle quali con affidi in corso, 53 disponibili ad accogliere minori mentre 28 in pausa.

Per quanto riguarda Vicenza città, nel 2018 sono stati 20 i “nuovi” minori per i quali è stato attivato l’istituto dell’affido (e 22 i progetti): 4 seguiti dai servizi sociali territoriali e 16 dal servizio tutela; 7 in affido residenziale giudiziale eterofamiliare, 6 residenziale consensuali.

Nel 2018 gli affidi attivi a Vicenza erano 63 (8 seguiti dai servizi sociali territoriali e 55 dal servizio tutela).

Tipologie di affido

A fronte di un numero di richieste di affido che negli anni può variare ma rimane comunque elevato, si riscontra una difficoltà di risposta soprattutto nel caso di affidi diurni in quanto necessitano di famiglie che risiedano vicino alla famiglia d’origine, capaci di rapportarsi adeguatamente con essa e con elevato livello di flessibilità e adattabilità; inoltre poche sono le persone libere per alcuni pomeriggi anche a causa delle condizioni lavorative e degli impegni legati alla gestione dei propri figli o dei propri genitori anziani.

Difficoltà si riscontrano poi negli affidi residenziali per preadolescenti o adolescenti gravemente carenziati o traumatizzati o con particolari caratteristiche (MSNA, maltrattati o abusati allontanati su disposizione dell’autorità giudiziaria), per tempi medio–lunghi: richiedono non solo famiglie che abbiano capacità, tempo ed energie adeguati, ma anche altri interventi di supporto a sostegno della famiglia affidataria.

Infine, si riscontrano difficoltà nel caso di affidi residenziali eterofamiliari per fratelli e per adolescenti, prossimi alla maggiore età, privi di risorse familiari: gli affidatari non sono disponibili rispetto a ragazzi non autonomi che, presumibilmente con il compimento del diciottesimo anno di età, saranno dimessi dai servizi.

Origini del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare (CASF)

La delibera di Giunta Regionale n. 1855 del 13 giugno 2006 definiva la necessità che ogni ambito territoriale riferito alle aziende socio sanitarie, si dotasse di un CASF.

La Conferenza dei Sindaci, con un accordo di programma del settembre 2006, individuava il Comune di Vicenza quale ente gestore del CASF inizialmente sino al 30 giugno 2008.

A seguito della valutazione delle attività realizzate nel corso del progetto, la Conferenza dei Sindaci ha ritenuto opportuno una stabilizzazione del Centro Affidi attraverso il finanziamento diretto dei Comuni, confermando l’incarico di gestione del centro stesso al Comune di Vicenza.

Il CASF ha formalmente iniziato le attività nel giugno 2008, a seguito della delibera della Conferenza dei Sindaci del 24 giugno 2008.

Negli anni a seguire la Conferenza dei Sindaci, previa verifica dell’attività, ha rinnovato la progettualità del CASF.

Il Comitato dei Sindaci del Distretto Est dell’Azienda ULSS 8 Berica, nella seduta del 26 ottobre 2017, nell’approvare la prosecuzione delle attività del CASF per il triennio 2018-2020, ha altresì approvato la proposta di sottoscrizione di una convenzione per la gestione associata del CASF (ex art. 30 D.lgs n. 267/2000).

Il CASF è un servizio sovra comunale che opera in tutto il territorio del Distretto EST dell’Azienda ULSS  n. 8, in stretta collaborazione con i servizi sociali territoriali.

Il personale del CASF é attualmente costituito da un’assistente sociale, dipendente del Comune di Vicenza, a 36 ore settimanali, e da due psicologhe/psicoterapeute ad incarico professionale, ciascuna a 30 ore settimanali.

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