18 Maggio 2022 - 16.52

VICENZA – Sempre più studentesse frequentano Ingegneria

In quattro anni sono aumentate del 27,1%, anche se il potenziale di crescita è ancora grande considerando le caratteristiche dei corsi di laurea con sede a Vicenza organizzati dal Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali dell’Università degli Studi di Padova

I dati sono stati presentati oggi in occasione del trasferimento al Complesso Universitario di viale Margherita della mostra fotografica «STEM passion. Un viaggio ispirato da donne nella scienza» organizzata da Fondazione Zoé – Zambon Open Education

Quale percorso universitario scegliere dopo la laurea? Rispetto ai compagni di scuola maschi, per molte studentesse c’è un ostacolo in più da superare prima di rispondere a questo interrogativo: gli stereotipi di genere. Non è un mistero infatti che in Italia nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) la presenza delle studentesse sia ancora fortemente sotto rappresentata, eppure qualcosa sta cambiando, anche a Vicenza.

La conferma arriva dai dati relativi alle iscrizioni ai corsi di laurea del Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali dell’Università degli Studi di Padova, come noto tutti con sede a Vicenza, che negli ultimi quattro anni hanno registrato un incremento delle studentesse pari addirittura al 27,1%, essendo passati dalle 523 iscritte nell’anno accademico 2017/2018 alle 665 del 2021/2022. Certo il gap rimane importante: la percentuale femminile sul totale degli iscritti rimane infatti al 21% (20% quattro anni fa), ma il segnale è evidente.

Un altro elemento significativo è la trasversalità di questo incremento, seppure con alcune differenze tra i singoli corsi di laurea organizzati dal DTG, che come noto sono sei: 3 corsi di laurea triennali e 3 corsi di laurea magistrale.

Più in dettaglio, per quanto riguarda i corsi triennali, in percentuale la quota maggiore di studentesse è presente in Ingegneria Gestionale: sono il 29% del totale degli iscritti.

Numeri certamente inferiori, ma una crescita maggiore in percentuale è quella che fa registrare Ingegneria Meccatronica: le studentesse sono aumentate addirittura del 70% (da 20 a 34) e la “quota rosa” è raddoppiata, passando dal 3 al 6%.

In forte crescita percentuale anche le iscrizioni femminili a Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto: le studentesse sono passate da 5 a 26, passando dal 10% al 14% del totale.

Andamenti simili caratterizzano anche i corsi di laurea magistrale. In Ingegneria Gestionale le donne sono passate da 124 a 160 (+29%), sebbene la loro percentuale sul totale sia scesa dal 32 al 29% a fronte evidentemente di un incremento generale più ampio delle iscrizioni.
Il corso di Laurea in Innovazione di Prodotto ha registrato alla triennale un incremento negli ultimi 5 anni accademici di 4 punti percentuali passando dal 10% di donne al 14%, mentre alla magistrale si assesta ad un 5%. Aumenta invece – in percentuale – la presenza femminile il corso di laurea magistrale in Ingegneria Meccatronica (dal 3 al 5.6%) e anche il percorso triennale registra un aumento (dal 4.2% al 6.7%). Tuttavia, i numeri di donne iscritte a questi ultimi due corsi di laurea restano limitati se confrontati con Ingegneria Gestionale e con la media della scuola di Ingegneria dell’Ateneo (21.8%). Anche i dottorati di ricerca dovranno adottare delle strategie per ridurre il gender gap nel prossimo futuro: oggi il 17% dei dottorandi attivi al DTG di Vicenza è di sesso femminile.

Del resto i corsi di laurea del DTG hanno tutte le caratteristiche per essere fortemente attrattivi, anche per le studentesse: «La formazione ingegneristica e STEM in generale ha visto storicamente una presenza estremamente limitata del mondo femminile, i corsi di ingegneria della sede di Vicenza presentano invece un dato assoluto significativo e un trend in crescita sottolinea il prof. Marino Quaresimin, Direttore del Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali dell’Università degli Studi di Padova -. Iniziative recenti del territorio, come ad esempio il progetto Girls and Science promosso da Apindustria Confimi Vicenza e la recente, significativa crescita della presenza femminile nel corpo docente del Dipartimento sono sicuramente utili a potenziare ulteriormente questa tendenza. Un altro aspetto stimolante è rappresentato dal fatto che le nostre studentesse si laureano mediamente con un voto un paio di punti più dei colleghi maschi e terminano gli studi più velocemente».

Opportunità che fanno capire più che mai l’importanza di superare i vecchi stereotipi di genere, come sottolinea Mario Roberto Carraro, presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza: «I percorsi di studio e quindi di carriera nell’ambito delle materie STEM offrono la possibilità di confrontarsi su progetti e risultati che per definizione sono misurabili in modo oggettivo, consentendo quindi di far emergere davvero il merito, a prescindere dal genere. In questa prospettiva, le materie STEM rappresentano una doppia opportunità per le studentesse: per le prospettive di carriera che aprono e per ribaltare certi antichi pregiudizi su ipotetiche identità di genere tra le materie scientifiche ed umanistiche. Che non significa però annullare le proprie peculiarità: perché la scienza è uguale per tutti, ma le modalità per approcciare un problema possono essere diverse, e nelle nostre aziende ci sarà sempre più bisogno di punti di vista diversi, anche e soprattutto negli uffici tecnici e di ricerca e sviluppo. Perché vagliare e confrontare più soluzioni e strade diverse accelera il raggiungimento dei risultati e in generale l’innovazione».

In questo percorso, che è anche culturale, si inserisce la collaborazione tra la Fondazione Studi Universitari di Vicenza e Fondazione Zoé – Zambon Open Education, che proprio per sostenere il superamento degli stereotipi di genere ha promosso il progetto fotografico “STEM passion. Un viaggio ispirato da donne nella scienza” (fotografia di Elisabetta Citterio, Progetto di Elisabetta Citterio e Claudia Cagliano, Sound Design di Andrea Pozzoli).

Dopo l’inaugurazione presso lo spazio Health & Quality Factory presso la sede di Zambon SpA, la mostra è così approdata al Complesso Universitario di viale Margherita, dove sarà visibile fino al 1 giugno.
“STEM passion” è una narrazione multimediale che celebra i successi di 40 scienziate impegnate nelle Scienze della Vita che lavorano in prestigiosi Istituti di Ricerca italiani e internazionali. Tra queste, solo per citarne alcune, Ilaria Capua, virologa e direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Magdalena Skipper, direttrice della rivista Nature, Asifa Akhtar, vicepresidente della Max Planck Society, Maria Leptin, presidentessa del European Research Council (ERC) e Rana Dajani, biologa molecolare e imprenditrice sociale.

«Siamo convinti – sottolinea Mariapaola Biasi, Direttrice della Fondazione Zoé – Zambon Open Education – che la diffusione di una cultura della salute più consapevole e attenta alle persone non possa avvenire senza la piena inclusione di noi donne in tutti gli ambiti, e ovviamente anche nelle materie STEM.  Molto però resta da fare su questi temi: non esiste Paese nel quale l’emancipazione femminile non possa fare ulteriori passi avanti, per questo è fondamentale la sensibilizzazione di tutti per favorire il più possibile l’integrazione femminile nella scienza. Le donne devono essere parte attiva di questo cambiamento che sta avvenendo per sviluppare nuovi progetti e nuove ricerche, e soprattutto un futuro migliore per tutti noi».

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