11 Giugno 2024 - 18.37

VENETO – Operazione Fiumi, la tappa sul Bacchiglione

Terza tappa domenica a Padova sul fiume Bacchiglione per l’equipaggio di Operazione Fiumi, la campagna di citizen science e ambientalismo scientifico di Legambiente Veneto realizzata grazie al supporto tecnico di ARPAV, con il contributo di COOP Alleanza 3.0, con il patrocinio dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e dell’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali e con il partner tecnico Strada Srl. I parametri osservati in questa quarta edizione, oltre al batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque – sono il Glifosate e, novità per il 2024, i PFAS.

Per la tappa di Padova i corsi d’acqua messi sotto la lente di ingrandimento da Legambiente sono il il tratto padovano del Bacchiglione, monitorato in 3 punti, e il canale Piovego, con un singolo punto. Dei punti monitorati tra Bacchiglione e Piovego, i primi dati disponibili che riguardo in batteri fecali, 2 risultano sopra il valore dei 1000 (MPN/100ml), entro il quale si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo. In particolare il Piovego è risultato avere un valore superiore a 5000 (MPN/100ml), limite consigliato allo scarico, mentre a Roncajette (PD) dal 2021 sono stati registrati valori sempre sopra il limite consigliato da Arpav di 1000 MPN/100ml. 

FIUMELOCALITÀ – COMUNEPROV.Escherichia coli MPN/100mlT (°C)CONDUCIBILITÀ uS/cm
BACCHIGLIONETENCAROLA – SELVAZZANO DENTROPD93318,7578
BACCHIGLIONERONCAJETTEPD178518495
BACCHIGLIONEPONTELONGOPD78919,7592
PIOVEGOPADOVAPD686718,7525

Nota: Si sottolinea che per gli escherichia coli quando si supera il valore indicato da ARPAV di 1000 (MPN/100ml) si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo, con 500 (MPN/100ml) il limite per la balneabilità delle acque, mentre quello consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml). L’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia coli. 

Per quanto riguarda lo stato chimico monitorato da arpav nel corso del 2023 (vedi scheda Arpav allegata),  il fiume è risultato penalizzato dalla presenza diffusa di valori di PFOS superiori ai limiti previsti dalla normativa, rilevati anche nel canale Piovego (bacino idrografico del Brenta) e da 2 casi di superamento di Nichel disciolto (frazione biodisponibile) nei torrenti Timonchio e Rostone Ovest e dal superamento di Dichlorvos nel canale Roncajette. I superamenti degli Standard di Qualità di PFOS sono connessi, nelle aree da Vicenza verso valle, al noto  fenomeno di inquinamento del sito ex Miteni Spa, che ha contaminato le acque superficiali e le falde acquifere delle  province di Vicenza, Verona e Padova; nella zona non connessa con le acque superficiali o sotterranee, la contaminazione è presumibilmente derivante da scarichi industriali e/o depuratori, oppure da cause non note, in corso di approfondimento, ma veicolata dalle acque sotterranee.

Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati in tutto 5 superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per gli erbicidi. Complessivamente il bacino idrografico del Bacchiglione soffre anche dal punto di vista dello stato trofico: infatti circa il 65% delle stazioni di monitoraggio non raggiunge lo stato Buono dell’indice LIMeco. 

“Anche quest’anno I risultati dei nostri monitoraggi lungo il Bacchiglione evidenziano per il suo tratto in provincia di Padova una situazione che presenta qualche criticità – dichiara Francesco Tosato, Portavoce di Operazione Fiumi e Presidente di Legambiente Padova – l’entità dei valori di batteri fecali in località Roncajette, infatti, pur essendo sotto il limite consigliato allo scarico, risulta per il quarto anno consecutivo al di sopra dei 1.000 MPN/100ml. È una novità invece il significativo sforamento nel canale Piovego, addirittura superiore 6.867 MPN/100ml. Cattiva o insufficiente depurazione, presenza di scarichi o sversamenti illegali o il mancato allacciamento alla rete fognaria di alcuni edifici, sono alcune delle possibili cause: gli enti preposti approfondiscono questi aspetti. 

Da attenzionare è anche la situazione dal punto di vista chimico, in attesa dei risultati delle nostre analisi anche per il tratto vicentino, i monitoraggi condotti costantemente da Arpav poiché le sostanze erbicide rinvenute nel bacino idrografico del Bacchiglione, ci ricordano di come sia urgente una legge nazionale sul multiresiduo che vieti la compresenza di principi attivi in agricoltura”.

Nella collaborazione tra Coop e Legambiente giocano un ruolo fondamentale i produttori e fornitori della Gdo. È infatti doveroso sottolineare quanto le buone pratiche agricole, indirizzate verso una produzione genuina, locale, che preserva la sostanza organica e la fertilità del suolo, e mirano ad un’agricoltura libera dalla chimica, siano un elemento da valorizzare.

“L’acqua è fonte di vita ed è nostro dovere come comunità proteggerla, preservando fiumi e mari dall’inquinamento e dalla contaminazione degli habitat e in questo Coop Alleanza 3.0 è da sempre impegnata al fianco di chi come Legambiente dedicata tutte le sue energie a questa attività” dichiara Denis Giacomin, Presidente di Zona Soci Padova Coop Alleanza 3.0, “Salvaguardare le acque significa tutelare le generazioni future, e la Cooperativa sceglie di farlo promuovendo e praticando comportamenti rispettosi dell’ambiente e della biodiversità, anche coinvolgendo i nostri fornitori, perché sono parte fondamentale dello sviluppo armonico e sostenibile nel nostro modo di stare sul territorio, di sensibilizzare i cittadini a questi temi fino alla scelta dei prodotti sugli scaffali dei negozi della Cooperativa, che hanno in sé questi valori.” 

Legambiente continua la battaglia contro il glifosato, sostanza resa ancora legale attraverso una recente proroga di ulteriori dieci anni, che, com’è noto, mette a rischio biodiversità, ecosistemi e salute umana – e ha di recente lanciato una nuova campagna “Glifosato free”, per premiare le aziende che, a dispetto della proroga, hanno messo al bando tale sostanza.

LA CAMPAGNA OPERAZIONE FIUMI

I parametri osservati in questa quarta edizione, oltre al famigerato batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque – sono il Glifosate e, novità per il 2024, i PFAS. Il glifosate è un erbicida di sintesi utilizzato da circa 40 anni in maniera massiccia in agricoltura e del quale Ispra ha già rilevato la presenza di concentrazioni importanti nelle acque superficiali del nostro Paese. Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi e impiegati su vasta scala ad esempio in tessuti, tappeti, pelli, schiume antincendio, contenitori per alimenti e detersivi. 

Oggi queste sostanze sono conosciute specialmente in Veneto per la contaminazione ambientale che hanno prodotto negli anni e per la loro tendenza ad accumularsi nell’ambiente ed persistere anche negli organismi viventi, compreso l’uomo, dove, come anche di recente confermato da autorevoli approfondimenti scientifici, risultano essere tossici ad alte concentrazioni provocando patologie e decessi prematuri.

Le indagini microbiologiche delle acque si sono svolte nel mese di maggio: in totale sono 114 i campioni raccolti lungo i principali corsi d’acqua della regione e consegnati ai laboratori di Arpav. Con la ricerca di questi inquinanti Legambiente intende monitorare la presenza di eventuali criticità. I risultati dell’indagine chimica saranno presentati a fine anno con il report conclusivo della Campagna. La fotografia scattata da Legambiente non sostituisce i monitoraggi ufficiali ma si affianca alle indagini dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente che monitora con continuità i corsi d’acqua restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione

La prossima tappa della campagna Operazione Fiumi sarà sabato 15 giugno a Treviso, a Ca’ Scarpa, in Via Antonio Canova 11, dove verranno presentati i risultati del fiume Sile e Dese.

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