17 Dicembre 2022 - 20.32

Taser in the rain

«Io ho viste cose che voi umani non potreste immaginare:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.”

Chi non ricorda l’indimenticabile frase idiomatica del monologo finale pronunciato dal replicante Roy Batty, un Rutger Hauer straordinario, nel fondamentale Blade Runner di Ridley Scott e ispirato al romanzo Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick?

E le lacrime nella pioggia assomigliano al dibattito nell’ultimo Consiglio Comunale di Vicenza dove il taser è stato il protagonista in aula di uno scontro quasi ideologico tra maggioranza e minoranza.

Stiamo parlando di uno strumento di difesa e soprattutto dissuasione, sempre più diffuso ed utilizzato dalle Forze dell’Ordine, ma per il momento non ancora sdoganato definitivamente in favore della Polizia Locale. Di recente la Corte Costituzionale si è pronunciata nel in senso negativo costringendo molte città a ritirarlo.

Ma si tratta di una partita ancora aperta perchè la sentenza non fa distinzione tra i due tipi di taser, quello che spara piccoli dardi con una scarica elettrica quando questi raggiungono il bersaglio, e lo stungun, che invece scarica l’elettricità soltanto a contatto diretto con il bersaglio. La differenza è netta: nel primo caso, colui che ha in mano lo strumento deve “sparare”a distanza. Nel secondo caso invece deve mettere lo strumento direttamente a contatto con il bersaglio . Insomma quello che si vede spesso nelle serie americane nella borsetta di molte signore che intendono proteggersi dai malintenzionati.

La Regione Lombardia per esempio, ritenendo che la Corte si riferisca agli stungun, ha avviato e mantenuto la sperimentazione in dotazione alle Polizie Locali dopo una Conferenza Stato-Regioni in linea con il decreto legge 113/2018. Il dibattito resta aperto e attendiamo ulteriori chiarimenti. Quindi ambiguità anche normative sulla pistola elettrica ai Vigili Urbani, che in sè è una contraddizione visto che non sono disarmati e uno strumento più moderno ed efficace avrebbe assolutamente senso, come peraltro le body cam anch’esse arenate nella palude delle procedure e dei cavilli normativi sulla privacy.

Ciò che colpisce è che il dibattito in aula, provocata dal gruppo consiliare della Lega, ha diviso maggioranza e minoranza, evidenziando da una parte la volontà di rafforzare le politiche per la sicurezza e dall’altra l’ennesima occasione persa dal Centrosinistra per andare oltre la retorica del politicamente corretto.

E certo per il sindaco che ha vinto le elezioni precedenti anche perché aveva promesso un giro di vite su degrado e sicurezza, la strada è sempre in salita. Il terzo turno dei vigili è partito con mille polemiche – che peraltro non sono ancora finite -, del taser abbiamo detto, anche se alla fine il Consiglio Comunale a maggioranza si è pronunciato a favore, ora la palla passa al Comandante dei Vigili che dovrebbe, in teoria, rendere concreto l’atto di indirizzo del Consiglio, le body cam sono nel limbo della privacy e dei regolamenti, quindi non ci sono, di recintare Campo Marzo come avviene nei grandi parchi cittadini in Europa non se ne parla, anche se basterebbe andare nella vicina Padova al Giardino degli Eremitani per farsi un’idea di come combattere il degrado.

A fine mandato Rucco può presentare alla città alcuni risultati ottenuti in termini di numeri, di provvedimenti attivati, del mezzo giro di vite che ha dato, e anche il recupero della ex biglietteria di FTV di fronte alla Stazione, oggi presidio della Polizia Municipale, è un successo di cui nessuno parla. Anzi, al contrario, gli stessi che rappresentano le politiche per la sicurezza di Rucco come uno dei tanti fallimenti, quando hanno l’occasione per girare più a fondo quella vite, bocciano ogni iniziativa che possa nascere dal Municipio, dal terzo turno dei vigili in poi.

La retorica del dialogo e dell’ascolto è sacrosanta quando si tratta di casi in cui sia possibile recuperare ad una vita dignitosa ogni persona che sbaglia, ma noi pensiamo ancora che in certi casi la sicurezza di tutti sia molto più importante di chi la mette in pericolo, che deve essere fermato con ogni mezzo lecito. In questo senso i sindaci non hanno molti strumenti diretti oltre quelli che anche Rucco sta mettendo in campo, che poi sono gli stessi che altri Primi Cittadini di area dem in Italia hanno già sperimentato con successo da anni. Quindi perché a Vicenza no?

Consiglio non richiesto al Sindaco: piena solidarietà alla noia ben rappresentata dalla foto di copertina che rende plastico il suo pensiero di fronte all’intervento politically correct di una consigliera dem, ma al di là della noia proceda senza indugio con il giro di vite promesso nel 2018. Altrimenti le promesse e i dibattiti in aula svaniranno, appunto, come lacrime nella pioggia.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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