10 Agosto 2019 - 9.24

Siti meteo tra business e ciarlatani: ma che tempo fa?

Meteo e business

Domenica vado al mare!  Ma se poi piove? 

Ecco la domanda fatidica, che cominciamo a porci molti giorni prima, e che alimenta le nostre ansie, spingendoci a consultare compulsivamente pagine e pagine di siti dedicati, in un circolo vizioso che spesso ha come esito confusione ed incertezza. 

Diciamoci la verità. Tutti noi i siti meteo li consultiamo ogni giorno, e più di una volta.  Ma è senza dubbio in estate che li frequentiamo di più.

Perché durante il resto dell’anno alla fin fine le previsioni non influenzano più di tanto la nostra vita, ma andare in spiaggia col rischio di rientri improvvisi per maltempo proprio non riusciamo ad accettarlo, e lo hanno ben capito i gestori dei siti meteo, i cui titoli sensazionalistici hanno su di noi lo stesso effetto del miele sulle mosche. 

Il fenomeno, almeno in Italia, è relativamente recente.

Fu nel 1968 che la Rai mandò in onda per la prima volta una striscia televisiva dedicata esclusivamente alle previsioni del tempo, ed il conduttore, colonnello Bernacca, divenne in breve quasi una star.  E contestualmente oggetto di ironie e sberleffi quando le previsioni non risultavano del tutto azzeccate.  

Erano i tempi del mitico “anticiclone delle Azzorre”, che condizionava e regolava il tempo delle nostre estati: caldo si, ma senza le temperature estreme caratteristiche dell’Anticiclone africano, da qualche anno assiduo frequentatore delle nostre latitudini.

Sono passati 50 anni, e l’avvento di internet e degli smartphone ha cambiato radicalmente il nostro approccio con il meteo.  Tanto che il sito ilmeteo.it, uno dei più noti, ha raggiunto livelli di accesso superiori a quelli di colossi come La Gazzetta dello Sport. E superando nell’interesse dei “navigatori della rete” persino i siti con gli oroscopi.

Prima il tempo era una sorta di “Dio misterioso” e capriccioso che solo i pescatori, i contadini, i calli del Sior Bepi, od i reumatismi della Siora Maria, fingevano di capire e di interpretare. 

Con l’aiuto dell’esperienza dei vecchi, e magari di qualche almanacco tipo il “Barbanera” o il calendario di “Frate Indovino”, presenti allora in quasi tutti le case, l’uomo ha sempre accettato e subito pazientemente le bizze del clima.  

Furono gli americani a capire per primi che l’abbinamento televisione-previsioni meteo avrebbe creato quella sorta di “meteomania” che ormai ha conquistato anche l’Italia, ed ha fatto delle previsioni un oggetto di largo consumo, e soprattutto un grande affare.

Ora che la scienza ha fatto passi da gigante, e riusciamo ad esempio anche a controllare le nascite e a ritardare la morte, a clonare la vita ed a manipolare i geni, il tempo è una sorta di “ultima frontiera”, ancora indifferente ai nostri desideri, in quanto assolutamente incontrollabile.

In un’epoca senza più favole come la nostra, il tempo è rimasto l’ultima magia, e gli uomini e le donne che lo prevedono, o provano a prevederlo, gli ultimi maghi e le ultime streghe.

Che poi alcuni di questi maghi e streghe ci marcino, ed abbiano dato vita ad un business rilevante, sembra non interessarci per niente, tanta la bramosia di sapere se pioverà o ci sarà il sole.

Quando si parla di previsioni bisogna partire da un punto fermo, e cioè che le stesse hanno ancora oggi scarsa validità al di là delle 48 ore, ed ancora meno per le 72 ore.

E ciò perché le leggi della fisica sono governate dal caos (ve la ricordate la famosa frase di Lorenz secondo cui il battito di ali di una farfalla può scatenare un uragano a migliaia di chilometri di distanza?), e quindi prevedere come sarà il tempo oltre i 4 giorni ha lo stesso valore scientifico di un vaticinio.

Di conseguenza, e ciò viene sempre ricordato dai meteorologi più “seri, le previsioni che molti siti ci propongono addirittura a 15/30 giorni sono una sorta di schiaffo alla scienza.  Se 15 giorni sono un vero azzardo, non c’è dubbio che 30 giorni rasentano il raggiro.

Se poi arriviamo a spiegare come sarà il tempo della stagione successiva (tipo “vi diciamo come sarà il tempo del prossimo inverno!), siamo al livello del biblico “fermati o sole, e tu luna non ti avanzare”.

Lo ripetono da anni, solo per fare qualche nome, esperti come Marco Monai, responsabile di Arpa Meteo Veneto, il capitano Paolo Sottocorona, meteorologo de La7, e Luca Mercalli.

I meteorologi del web si difendono dicendo che loro non offrono previsioni a 15 giorni e oltre, bensì “tendenze”. E qualche sito, in un rigurgito di trasparenza, per la verità fornisce un indice di attendibilità ben visibile, proprio per non generare incomprensioni. Ma non sono molti, anzi.

Altri preferiscono titoli enfatizzati, locuzioni drammatiche (sferzata, sciabolata ecc.) che rievocano mostri africani o artici, che utilizzano i nomi convenzionali delle perturbazioni (da Caronte a Scipione, da Lucifero ad Hannibal); il tutto per infiammare i follower. 

Ma c’è poco da fare.  Quando si parla di tempo non c’è ragione che tenga, e quindi noi continuiamo ad essere attratti dagli allarmismi, dai toni apocalittici, e perseveriamo nel cliccare ossessivamente su questi siti, incuranti che ad ogni nostro click corrisponde una cascata di monete in tasca a qualcuno.

E che il business sia gigantesco ce lo hanno rivelato di recente alcuni organi di stampa, secondo i quali uno dei siti leader del settore, ilmeteo.it, negli ultimi 5 anni avrebbe incassato più di 10 milioni di euro in pubblicità.

Ma i titoli sensazionalistici, la necessità di “bucare lo schermo” da parte dei siti meteo commerciali, enfatizzando, sempre in negativo, ogni evento meteo, non si limitano solo ad alimentare le nostre ansie.

Al settore turistico possono creare danni rilevanti. Le perdite conseguenti a certe fake news, per albergatori e ristoratori sono ingenti, e valutabili in milioni di euro.  Sempre più spesso capita che i turisti, in allerta per le previsioni di maltempo, disdicano prenotazioni e soggiorni.

Lo testimoniano le frequenti polemiche fra gli operatori turistici, supportati anche dalle Regioni, e questi siti, accusati di divulgare previsioni che spesso hanno un’attendibilità vicina allo zero, e che talvolta, alla prova dei fatti, vengono smentite dalla realtà.

Va precisato che nessun albergatore, o ristoratore, o Presidente di Regione, chiede che le previsioni siano addomesticate.  Il consiglio è di non fidarsi di previsioni che somigliano ad oroscopi, ma di consultare i siti dell’Arpa o quelli dell’Aeronautica militare. Che hanno il pregio di sviluppare modelli assolutamente aderenti alla realtà, limitandosi a previsioni a breve termine, due o tre giorni al massimo. Quelle, per capirci, ragionevolmente supportate della scienza e dagli attuali modelli matematici. 

E che hanno anche il non trascurabile vantaggio di essere “univoche”.

Spulciando i diversi portali meteo si può constatare infatti come, al di là dei titoli roboanti, per le medesime date siano previste situazioni meteorologiche differenti per la stessa località, che mutano avvicinandosi alla data desiderata.

Variano le temperature, l’intensità delle precipitazioni, le ore di soleggiamento e quant’altro. 

Oltre a tutto l’Arpa o l’Aeronautica non si azzarderanno mai a dettagliare il tempo “località per località”, e addirittura “ora per ora”, con temperature, livelli di umidità, indice UV, velocità e direzione del vento e quant’altro.

Perché ciò è semplicemente impossibile anche entro i 2 o 3 giorni canonici; troppe sono le variabili che condizionano il tempo a livello locale.  Ed in effetti capita molto spesso di aprire un sito meteo, secondo cui in quel preciso momento, nella località dove siamo, dovrebbe piovere, mentre in realtà splende un bel sole, o viceversa.  O no? 

Figuriamoci quindi quale attendibilità possa avere una previsione che vi dice che fra 15 giorni, alle ore 14, in quella determinata località, pioverà o ci sarà il sole, e quanto farà caldo o freddo.  

Per carità, ci sono ancora i sostenitori del “terra piattismo”, e quindi ci possono stare anche quelli che credono ai poteri taumaturgici dei nuovi guru del meteo, capaci di trascendere le regole della scienza, e della fisica in particolare.

Non sono certo contrario alle previsioni del tempo fatte scientificamente bene, ed agli allarmi meteo basati su dati certi, che sono fondamentali per ridurre i danni degli eventi estreio, salvando così anche vite umane. 

Sono contrario alla meteo mania, all’ossessione da previsioni, e quindi alla sottostante pretesa di avere sotto controllo anche la cosa più imprevedibile del mondo, il tempo meteorologico. 

Proviamo, approfittando del periodo delle nostre ferie, a tornare all’antico; ai tempi in cui il metodo più sicuro per sapere il tempo del giorno era quello di “aprire le finestre” al mattino. 

Senza angustiarsi se piove, e ringraziando se c’è il sole.

I nostri antenati lo hanno fatto per millenni; non credo cadrebbe il mondo se provassimo a farlo anche noi per una o due settimane.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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