26 Novembre 2021 - 16.19

Primo caso di variante Omicron rilevato in Europa: una donna mai stata in Sudafrica

La chiamano ‘nuova variante sudafricana’ o variante ‘omicron’, ma il primo caso appena rilevato in Europa non ha nulla a che fare direttamente con il Sudafrica e apre interrogativi sulla reale diffusione di tale variante. Il caso è stato rilevato in Belgio, secondo una fonte ufficiale. È la prima contaminazione del genere in Europa.

Secondo il media belga RTBF, è “una giovane donna adulta che ha sviluppato i sintomi 11 giorni dopo aver viaggiato in Egitto attraverso la Turchia. Non aveva alcun collegamento con il Sudafrica o altri paesi dell’Africa meridionale. Non era vaccinata, né era stata contagiati in passato».

A partire da ieri, sono stati rilevati altri 22 casi in Sudafrica, Hong Kong, Israele e Botswana.

Nel frattempo proprio in Belgio..


Il Belgio ha deciso venerdì di dare una nuova svolta alla vita sociale per arginare il forte aumento della contaminazione da Covid, costringendo le discoteche a chiudere e la popolazione a limitare il più possibile i contatti e le attività indoor.

“Vogliamo davvero evitare oggi che troppe persone siano troppo vicine”, ha spiegato il primo ministro Alexander De Croo in una conferenza stampa. “La pressione sugli ospedali continua ad aumentare”, ha detto.

Le discoteche devono chiudere nuovamente da questo fine settimana, per almeno tre settimane. Dopo oltre 18 mesi di inattività forzata, hanno potuto riaprire ad ottobre nel rispetto di rigidi protocolli sanitari.

EUROPA

In una settimana, le contaminazioni da Covid-19 sono aumentate del 9% in tutto il mondo, secondo un rapporto dell’AFP, con 564.394 nuove contaminazioni registrate ogni giorno. Questa è la sesta settimana consecutiva di aumento.

Questa settimana l’Africa, dove la comparsa di una nuova variante preoccupa molto, ha visto raddoppiare il numero delle contaminazioni (+ 100%). Ma questa cifra è distorta dai dati che stanno recuperando terreno in Sudafrica.

Altrove nel mondo, Europa (+15%), Asia (+14%), Oceania (+9) e, in misura minore, la zona America Latina/Caraibi (+2%) hanno visto peggiorare la loro situazione.

Il numero di contaminazioni è diminuito solo in due regioni: la zona Stati Uniti/Canada (-12%) e il Medio Oriente (-4%).

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