Perché oggi non ci facciamo un bel posto di blocco?
Umberto Baldo
Cosa facciamo oggi pomeriggio? Giochiamo alla consolle? Ascoltiamo musica? Andiamo a trovare qualche amico?
Mah, sempre le solite cose!
Perché non organizziamo qualcosa di simile a quello che abbiamo visto su Tik Tok? Cosi poi lo postiamo, e magari diventa virale!
Ok va bene, ottima idea!
Come in un film cambiamo adesso prospettiva, e immaginate di essere al volante della vostra auto, magari con moglie e figli a fianco, e state percorrendo via Volta in quel di Ponzano Veneto.
Sono le 17,30, ed essendo pieno dicembre ormai è buio.
Improvvisamente vedete sulla carreggiata due militari, con tanto di tuta mimetica, giubbotto antiproiettile, giberne ed elmetti, e che per di più imbracciano una pistola ed un fucile d’assalto.
Il classico posto di blocco, avreste sicuramente pensato, mentre vi apprestavate a rallentare nell’oscurità del tardo pomeriggio.
Pensate vi stia raccontando la scena di un film o di una fiction?
Magari, in realtà è quanto avvenuto appunto a Ponzano, non distante dalla chiesa parrocchiale, giovedì scorso.
Starete chiedendovi: ma cosa c’è di tanto strano in un posto di blocco?
Giusta domanda, se non fosse che i due “militari” erano due 15enni della zona che, per passare il tempo, si sono messi a fermare le auto armi in pugno.
“Mi hanno chiesto i documenti, sia quelli personali che quelli della macchina”, ha raccontato uno degli automobilisti fermati, “e quando ho chiesto chi erano, mi hanno risposto che facevano parte dell’Arma dei Carabinieri”.
Il posto di blocco è durato finché un passante si è insospettito nel vedere quella singolare coppia di “militari”, privi di qualsiasi mezzo a supporto, e ha chiamato i vigili urbani.
Dopo aver ricevuto la segnalazione, è intervenuta la polizia locale di Ponzano e Povegliano, che ha ovviamente scoperto l’identità, e soprattutto l’età, dei due “militari”.
Come accennato, i vigili hanno quindi appurato che i due ragazzi erano vestiti in mimetica, giubbetto antiproiettile, elmetto, cartuccere, erano dotati di visore notturno ed armati con un fucile M4 e una pistola Glock, armi da softair ma perfette riproduzioni di quelle vere, in metallo.
Per chi non fosse pratico, il Softair (anche noto come Air Soft) è uno sport di squadra, basato sulla simulazione di azioni militari, e prevede l’uso di equipaggiamento ed anche veicoli simili o identici a quelli usati dagli eserciti di tutto il mondo.
Ma i due ragazzi, evidentemente per rendere più credibile la loro “iniziativa” hanno pensato bene di togliere il tappo rosso obbligatorio, rendendole così in tutto e per tutto simili ad armi vere, e quindi indistinguibili al buio.
“È uno gioco, lo abbiamo visto fare su Tiktok, stavamo girando un video anche noi”, hanno poi provato a giustificarsi i due giovani davanti alla Polizia locale.
A quel punto gli agenti li hanno portati al Comando, e hanno contattato i genitori, che sono andati a riprenderseli.
Ma non poteva certo finire qui.
I due 15enni, infatti, sono stati denunciati a piede libero per il possesso di armi replicate senza il tappo rosso, minacce e usurpazione di funzione pubblica.
E di pari passo sono state sequestrate anche tutte le repliche delle armi.
«Un gioco estremamente pericoloso”, ha sottolineato Mosè Crema, Comandante della polizia locale di Ponzano e Povegliano, “tanto più con il buio, in un periodo in cui purtroppo a livello generale si registrano diversi furti nelle case».
Le cronache ci dicono che i genitori hanno subito rimproverato i ragazzi.
E ci mancherebbe! Aggiungo io! E a dirvela tutta, forse in un impeto d’ira, fossi stato al loro posto, io li avrei presi a calci in culo fino a casa.
Di fronte ad una simile vicenda, che apre comunque scenari inquietanti, ritengo opportuno riportarvi le parole del Sindaco di Ponzano Veneto Antonello Baseggio: “Tutto ciò è sconcertante! Oltre alla pazzia d’aver pensato ad un gioco del genere, inconsapevoli che avrebbe potuto trasformarsi in un tragico gioco. Avrebbero potuto fermare un ladro in fuga (visto il periodo) o una persona legittimamente armata (agenti di commercio o altro) e queste avrebbero potuto usare invece armi vere. Sono davvero preoccupato di questa situazione. Non possiamo dare scusanti come la noia o il non saper cosa fare. Ai giovani vengono proposte innumerevoli iniziative e attività. Ci sono innumerevoli attività sportive e culturali e iniziative sociali a cui dedicare il tempo per non seguire le idiozie prodotte dai social. E poi dove sono le famiglie, i genitori? È forse normale detenere in casa attrezzature e vestiario del genere?”.
Domande legittime, e perfettamente logiche.
Ma sono le parole “seguire le idiozie prodotte dai social” che dovrebbero farci riflettere.
Perché possiamo metterla come la vogliamo, ma nella risposta dei due quindicenni di Ponzano: “È uno gioco, lo abbiamo visto fare su Tiktok”, io trovo riscontro della mia idea che i social network possono essere pericolosi per i più giovani per diversi motivi, principalmente legati all’influenza che hanno sulla loro crescita emotiva, psicologica e sociale.
I social media spesso mostrano una versione idealizzata della vita di altre persone, con immagini e contenuti che non riflettono la realtà. Questo può creare aspettative irrealistiche riguardo all’aspetto fisico, al successo o alla felicità.
I ragazzi, specialmente quelli in fase adolescenziale, stanno ancora cercando di capire chi sono e come si inseriscono nel mondo; ed i social possono farli sentire sotto pressione nel dover costruire un’immagine pubblica di sé stessi che sia accettata dagli altri.
Per di più spesso non sono pienamente consapevoli dei rischi che l’on line comporta per la privacy e la sicurezza.
I social media inoltre espongono i giovani a una vasta gamma di contenuti, alcuni dei quali possono essere pericolosi o inappropriati. Ad esempio, violenza, linguaggio osceno, comportamenti autolesionistici o contenuti che incoraggiano disturbi alimentari; e non ho dubbi che molti fenomeni di cyberbullismo siano in realtà finalizzati alla diffusione sui social.
Sempre sul tema, chiudo con una esperienza personale, accadutami qualche sera fa. Stavo passeggiando quando ho visto due ragazzini (ma ini, ini eh; direi al massimo 8/9 anni) seduti su una panchina, che stavano ascoltando estasiati un video di Tik Tok in cui un soggetto (un camionista) ogni due parole infilava una bestemmia, ma di quelle da far arrossire uno scaricatore di porto.
E poi ci meravigliamo se i nostri ragazzini, e ragazzine, bestemmiano come i turchi! Non lo dico per sentito dire, ma perché mi capita spesso di ascoltarli con le mie orecchie al mattino mentre aspettano di entrare a scuola!
Non propongo soluzioni, perché non ne ho. Forse c’è solo da prendere atto che così va il mondo nel XXI secolo. Ma non è detto che sia il migliore dei mondi possibili!
Umberto Baldo
PS: per chiarezza, e per non dare spazio ad attacchi gratuiti od a finti alibi, trovo corretto specificare che i due ragazzi del “posto di blocco” non vengono da famiglie difficili, con problematiche sociali od economiche, bensì da normali famiglie autoctone del nostro laborioso Veneto.