4 Settembre 2020 - 10.12

PASSAGGIO A NORD Rocchette-Asiago: la storia della ferrovia che avvicinò l’Altopiano alla pianura

Aeroplano, treno, autobus, automobile, motocicletta: al giorno d’oggi la velocità dei trasporti ha accorciato ogni distanza. C’era un tempo però, non molto lontano, in cui la città e la montagna erano molto distanti. Non solo per usi e costumi, quanto perché le strade che ora noi conosciamo non erano state ancora costruite, né i più comodi mezzi di trasporto inventati. Sino alla metà del 1800, per esempio, l’Altopiano dei Sette Comuni era collegato alla pianura vicentina solo da alcune mulattiere percorribili a piedi, a cavallo o a dorso d’asino. È il caso della strada che, prima che il Costo fosse realizzato, scendeva nella Val d’Astico fino a Cogollo del Cengio da Treschè Conca; oppure della gradinata della Calà del Sasso, che tuttora porta da Sasso di Asiago a Valstagna. Esistevano poi altri collegamenti con il versante est che univano Enego alla Valsugana: la Piovega di sopra e la Piovega di sotto. Senza dimenticare, a ovest, la mulattiera che partiva da San Pietro Valdastico per raggiungere Castelletto di Rotzo. Tutte strade scomode, sdrucciolevoli e pericolose che venivano percorse principalmente per trasportare i beni di prima necessità e altre merci in alta quota, più che per piacere. Solo nel 1854 venne finalmente realizzata la strada carrozzabile del Costo, ma anche coloro che sceglievano di recarsi sull’Altopiano a bordo di una diligenza per un soggiorno di cura, dovevano affrontare un viaggio di circa sei ore da Thiene fino al centro di Asiago.
Passarono gli anni e si iniziò quindi a pensare a qualcosa che potesse avvicinare la montagna alla pianura: fu così che l’industriale laniero e politico scledense Alessandro Rossi si adoperò per dare vita ad una ferrovia che collegasse Piovene Rocchette ad Asiago, così da permettere la crescita del territorio dei Sette Comuni e favorire gli scambi commerciali e culturali tra l’Altopiano e il resto del Veneto.

La Vaca mora: più di cinquant’anni di attività per collegare l’Altopiano alla pianura     
La ferrovia Rocchette-Asiago fu inaugurata il 10 febbraio del 1910. La “Vaca mora”, così venne soprannominato il glorioso trenino dagli altopianesi, cominciò così il suo viaggio quotidiano, preceduta nei mesi invernali da una locomotiva per liberare i binari dalla neve e dal ghiaccio. La tratta ferroviaria era lunga più di ventuno chilometri e poteva contare ben sette stazioni: Rocchette, Cogollo, Campiello, Treschè Conca, Cesuna, Canove e Asiago. Il treno, che viaggiava a soli dieci chilometri all’ora, contribuì notevolmente allo sviluppo delle attività sociali ed economiche dell’Altopiano, prima con il trasporto dei passeggeri e poi, a partire dal novembre dello stesso anno, con quello delle merci. Il trenino vide l’Altopiano sconvolto dagli eventi bellici e poi ricostruito, così come la nascita del moderno turismo per poi effettuare la sua ultima corsa nel giugno del 1958 dopo quasi cinquant’anni di attività.

La strada del vecchio trenino, un itinerario ciclopedonale per tutta la famiglia    
Oggi una parte del percorso del vecchio trenino è diventata un itinerario ciclopedonale della lunghezza complessiva di circa dodici chilometri che parte da Asiago e giunge a Treschè Conca, in località Campiello. Lungo l’itinerario che segue gli antichi binari è possibile incontrare le stazioni, i caselli ferroviari e due gallerie lunghe rispettivamente 384 e 186 metri.

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