20 Dicembre 2020 - 9.08

Domani in cielo la Stella Cometa: non si vedeva da 800 anni!

In ogni presepio del mondo, sopra la stalla o la grotta che ospita Giuseppe, Maria e Gesù appena nato, da tempo immemorabile trova posto una stella cometa.
Secondo la tradizione infatti i Re Magi furono guidati nel loro viaggio verso Betlemme proprio da una cometa luminosa, una sorta di messaggio divino per un evento glorioso.
Si discute da sempre se la stella dei Magi sia esistita davvero, e da secoli generazioni di astronomi sono alla ricerca di tutti i possibili fenomeni del passato che possano dare un riscontro a questa tradizione.
Compito sicuramente non facile, visto che la data del 25 dicembre quale giorno natale di Gesù è stata semplicemente accettata da Sant’Agostino verso la metà del IV secolo d.C., e per lungo tempo la comunità cristiana fu dubbiosa, visto che nei Vangeli sicuramente non si danno indicazioni né del giorno né dell’anno.
Vangeli che non fanno riferimento nemmeno alla cometa, a parte Matteo (2,1-12,16) che parla genericamente di una stella.
Il primo ad aggiungere la “coda” alla stella di Matteo fu Giotto che, affascinato dal passaggio della cometa di Halley nel 1301, la riprodusse nella sua Natività, uno degli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova.
Ma se a guidare i Magi non fu una cometa, bensì una stella, di cosa si trattava, visto che per citarla doveva essere una stella “anomala”, sicuramente molto luminosa?
Vi ho già accennato che questo dilemma ha sempre affascinato gli “studiosi del cielo”, e fra questi Johanes Kepler, da noi noto come Keplero, che nel 1604 osservò l’apparizione in cielo di una brillante supernova nella costellazione di Ofiuco, e da ciò dedusse che solo un evento altrettanto grandioso avrebbe potuto mettere in risalto la Natività di Cristo. E sulla base di queste osservazioni, nel 1614 ipotizzò che la “stella o cometa di Betlemme” fosse una splendida congiunzione fra Giove e Saturno.
Questa originale ipotesi di Keplero è stata ripresa negli anni ’70 dall’astronomo inglese dell’università di Sheffield David Hughes, che ha pubblicato forse il più noto libro sul tema della stella dei Magi, “The Star of Bethlehem Mystery”. Hughes, basandosi sul ritrovamento di antichi documenti babilonesi scritti in caratteri cuneiformi, che parlavano di un avvicinamento fra Giove e Saturno nell’anno 7 a.C, dimostra che l’evento era stato previsto, ed era noto agli “astronomi” dell’epoca.
E poiché i Magi secondo la tradizione erano saggi ed astrologi persiani, si può ipotizzare che avessero interpretato l’evento della congiunzione astrale come la testimonianza della nascita tra gli Ebrei di un nuovo grande Re (Giove) portatore di giustizia (Saturno).
Probabilmente il problema non verrà mai risolto, il che tutto sommato nulla toglie alla religiosità dell’evento stesso.
Ma perchè vi sto parlando della cometa di Natale?
Perchè, per una coincidenza “cosmica”, domani 21 dicembre 2020, nello stesso giorno del solstizio d’inverno, tornerà a brillare la “Stella” della Natività.
Due eventi diversi, ma entrambi carichi di suggestione.
Per quanto riguarda la stella di Natale avrete capito che si tratta del ripetersi dell’evento studiato da Keplero: oggi infatti, si verificherà l’allineamento tra Giove e Saturno. Non si tratterà perciò della comparsa di una cometa propriamente detta: l’apparente avvicinamento tra i due pianeti darà vita a un unico punto super luminoso nel cielo.
Si tratta di un fenomeno astronomico di estrema rarità, ma quella di oggi sarà in qualche modo una congiunzione “speciale”, perchè la posizione della terra farà sì che i due pianeti sembrino ancora più vicini (nella realtà saranno lontani fra loro circa 730 milioni di chilometri)
E a renderlo ancora più speciale è la sua eccezionalità, perchè non accadeva da 800 anni.
L’ultimo avvistamento simile risale infatti al Medioevo, e bisogna ritornare all’alba del 4 marzo 1226 per vedere lo stesso allineamento fra il Signore degli anelli (Saturno) ed il gigante gassoso (Giove).
Visti dalla terra Giove e Saturno si avvicineranno a meno di un decimo di grado di distanza.
Ma in quale parte del cielo li dobbiamo cercare? Verso sud-ovest, lungo la linea dell’orizzonte. L’orario migliore va dalle 17 alle 19, per i perfezionisti alle 17 e 45. Secondo gli esperti della Nasa il fenomeno sarà visibile anche senza particolari attrezzature, e per immortalare l’evento potrebbe bastare anche la fotocamera di uno smartphone.
Come vi accennavo, questa apparizione della “stella di Natale” è resa ancora più “magica” dalla concomitanza con il solstizio d’inverno (nella tradizione germanica precristiana denominato Yule) che quest’anno sarà sempre oggi alle 10,02.
Un momento rituale che era alla base della vita comunitaria, dove il Solstizio d’Inverno costituiva, e continua ancora ad esserlo millenni dopo, un momento cardine dell’anno solare per le tradizioni e le culture indoeuropee, rappresentando il momento in cui il Sole “risorge” dopo una sorta di “morte apparente”.
Infatti in quel giorno, ma si tratta in realtà di un momento, il sole giunge nel punto più basso dell’eclittica, dando vita al giorno più corto e alla notte più lunga dell’anno (che non è quindi come da tradizione la notte di Santa Lucia il 13 dicembre). Quindi oltre alla valenza astronomica e naturale, le antiche popolazioni indoeuropee riservavano a questo culto un significato simbolico altamente spirituale, appunto lo Yule, la festa della luce, il momento in cui il buio incontra la luce cedendole il posto.
Il significato profondo del solstizio d’inverno è andato via via scemando nei secoli, soppiantato di fatto dal Natale cristiano, e al giorno d’oggi nessuno se ne ricorda più, a parte gli appassionati e i nostalgici delle tradizioni celtiche, che in quel giorno si danno appuntamento in località simboliche, come Stonehenge in Inghilterra.
Ma visto che oggi la stella di Natale comparirà nello stesso giorno del solstizio d’inverno, pur senza dare vita a improbabili commistioni, mi piace ricordare che entrambi gli eventi celebrano la luce.
Il solstizio quella del giorno che comincia a scacciare il buio della notte, la stella di Natale la luce come simbolo di speranza.
Mi auguro che, come forse fu per i Magi, il suo comparire in questo tragico 2020 ci dia la forza di avanzare verso un domani migliore.
Stefano Diceopoli

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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