14 Dicembre 2021 - 8.38

No Vax: rifiutare le cure è coerenza?

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di Umberto Baldo

Che cos’è la coerenza? Nel dizionario viene definita come la conformità fra le proprie convinzioni e l’agire pratico.
Mi sono fatto questa domanda leggendo le sempre più numerose notizie relative a No vax deceduti per aver rifiutato le cure.
Casi come quello di un 50enne ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento, che ha perso la vita piuttosto che farsi intubare.
I sanitari che hanno cercato di curarlo hanno riferito che il soggetto ha fatto capire fin dal momento del ricovero che “non credeva in alcun modo alla vaccinazione”.
Anche in terapia intensiva, di fronte agli operatori che gli dicevano che la progressione dell’infezione respiratoria faceva sì che l’intubazione fosse l’unica soluzione possibile per la sopravvivenza, il paziente ha continuato ad esprimere con determinata lucidità la propria volontà di rifiuto.
E’ chiaro che di fronte all’autodeterminazione di un paziente, capace di intendere e di volere, i medici non hanno altra alternativa se non rispettarla, pur dopo aver fatto ogni tentativo possibile per farlo desistere da decisioni che mettono a repentaglio la vita.
Al Santa Chiara le hanno provate tutte, compreso un colloquio con la fidanzata, che dopo ore e ore di discussione non è riuscita a schiodarlo dal categorico diniego all’intubazione e all’ossigenazione artificiale.
Decisione che alla fine gli è costata la vita.
O come quello di un altro No vax convinto, Bruno Montalbano, un 63 enne morto all’Ospedale di Dolo.
Il figlio Valentino dopo il decesso ha dichiarato: “Mio padre non era vaccinato a causa di tutte le stupidaggini sul Covid e i vaccini che circolano sul web e nelle chat di WhatsApp e Telegram. Ci sono un sacco di fake news in giro e non è per niente facile avere informazioni reali sulla malattia. Non ti dicono, per esempio, che puoi morire in otto giorni come è accaduto a mio papà”.
Anche in questo caso a nulla sono serviti gli inviti a farsi curare, e le parole del figlio lo testimoniano: “Era una persona modesta ma molto generosa e disponibile. Era però anche molto testardo, fermo nelle sue convinzioni, e al quale era difficile far cambiare idea”.
O come quello, sempre al Santa Chiara di Trento, di un 39enne che aveva deciso di non vaccinarsi, nonostante avesse pregressi problemi di salute, e che una volta contagiato non ce l’ha fatta.
Dopo il decesso tanto amici gli hanno scritto sulla pagina Facebook, dove lui non più tardi del 7 dicembre scorso ironizzava sulle regole del Green Pass. Uno di questi amici, forse per la rabbia e la frustrazione di averlo perso così presto, nella sua bacheca ha scritto “Riposa in pace amico mio, il Covid non esiste vero?”
Sono tutte storie tristi intendiamoci, perchè la morte di un uomo è sempre una tragedia, ma di fronte alle quali non si può non chiedersi “Ma che senso hanno?”
Che senso ha arrivare in ospedale in gravi condizioni dopo aver tentato cure inutili, a volte persino dannose, con antiparassitari, vitamine, omeopatia, le famose “cure domiciliari” spacciate in Rete per terapie efficaci?
Che senso ha rifiutare ostinatamente prima il vaccino e poi, una volta ammalati ed in gravi condizioni, quelle cure che sono indispensabili per salvarti la pelle?
E’ coerenza questa?
Quella stessa coerenza con il proprio credo che ha spinto ad esempio Giordano Bruno a morire sul rogo diventando un martire dell’oscurantismo, o Amatore Sciesa, che mentre lo conducevano alla forca, gli austriaci fecero passare sotto casa sua sperando di indurlo a rivelare il nome dei complici e in cambio aver salva la vita, cui il coraggioso operaio avrebbe risposto, in dialetto: “Tiremm innanz”?
Ma non scherziamo!
Questi erano eroi propriamente detti, cioè persone che mettono la propria vita al servizio di un ideale o di una missione, animi speciali chiamati a qualcosa di diverso rispetto alle persone comuni.
Mi dispiace per quei poveri morti, ma nessuno di loro verrà ricordato nel futuro per aver rifiutato il vaccino o le cure, per rimanere coerenti alle teorie No vax.
Perchè coerenza non vuol dire ripetere costantemente scelte del passato, e comportarsi sempre alla stessa maniera. Rimanere sempre fedeli alle proprie convinzioni non è il comportamento di una persona coerente, ma solo di una persona cocciuta, che fatica a comprendere quello che gli sta attorno, e come cambia la realtà.
Coerenza vuol dire riuscire a mantenere la propria identità, modificando però le proprie scelte quando è evidente che si è commesso un errore, non rinunciando ai propri valori, però adattandosi al mutare degli eventi esterni.
Mi rendo conto che non è facile, ma restare sempre fermi sulle proprie posizioni, magari vantandosi e denigrando chi non la pensa come noi, vuol dire essere rigidi, non coerenti.
Il filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson la definiva la “sciocca coerenza”, l’incapacità cioè di cambiare il proprio atteggiamento, nonostante si sappia di essere palesemente in contraddizione con la realtà.
E quale sia la realtà lo testimoniano quei No vax pentiti, che dopo aver visto la morte negli occhi da un letto di una corsia o di una terapia intensiva, ammettono di avere sbagliato, invitando tutti a vaccinarsi.
Più di tanti ragionamenti, credo bastino le parole di Lorenzo Damiano, uno dei leader veneti dei No Vax: “La mia visione del mondo geopolitico è cambiata, ovviamente. Sarò pronto quanto prima, quando Dio vorrà, a far sapere al mondo intero quanto sia importante seguire collettivamente la scienza, quella che ti salva. A volte bisogna passare per una porta stretta per capire le cose come sono. Io ho fatto una cura monoclonale, ringrazio il reparto di Vittorio Veneto che mi ha seguito, sono stati meravigliosi. E comunque il vaccino lo faccio, ho passato tutto quello che dovevo passare. Vaccinatevi tutti, io mi vaccinerò”.
Rimane sempre l’amaro in bocca per quelle persone di cui parlavo all’inizio, che avrebbero potuto salvarsi se solo avessero accettato di essere curati.
E’ una cosa comunque triste, perchè, come diceva Karl Popper “Ogniqualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell’uomo”.

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