31 Marzo 2016 - 10.04

MONTECCHIO – Nomade di Vicenza ruba da 'Ramonda', arrestata

nomade vicenza

L’estesa area commerciale delle Sorelle Ramonda le ha fatto pensare che sarebbe stato facile aggirare le casse e uscire indisturbata. Ma il personale di sorveglianza l’ha notata e poi controllata. Nel tarso pomeriggio di ieri una nomade residente nel campo di viale Cricoli a Vicenza, Luciana Dori, di 36 anni, è stata arrestata in flagranza di reato dai carabinieri della stazione di Montecchio. La donna, nullafacente e pregiudicata, si era impossessata di capi di abbigliamento per un valore di 500 euro dopo aver manomesso i dispositivi antitaccheggio. E’ stata bloccata dal personale di sorveglianza e la merce è stata recuperata e restituita al negozio. La Dori è stata posta agli arresti domiciliari nel campo nomadi dove risiede in attesa del processo per direttissima.
La donna nel 2012 fu accusata assieme ad altre tre persone di frode assicurativa. è nota anche per essere stata in prima linea quando infuriavano le polemiche in seguito alla ristrutturazione del campo nomadi di viale Cricoli. Fu intervistata dal Corriere del Veneto e fu chiamata a rispondere alle dichiarazioni di Claudio Cicero dopo la boutade nella quale paragonava i nomadi ai maiali per le condizioni del campo. Riportiamo l’intervista al Corriere del novembre 2014:
Luciana Dori va più in profondità: «Noi siamo abituati alla diffidenza dei vicentini, ma i nostri bambini si vergognano più di tutti e ne soffrono. Vedono i servizi alla televisione e ci chiedono: perché ci chiamano così?» Il figlio, che frequenta le scuole medie, mostra sul cellulare una pagina Facebook: «Ora so dove buttare la spazzatura» è il commento di una ragazza a un articolo che parla del campo nomadi. In calce, più di venti «mi piace». «La ragazza di mio figlio non è sinta – prosegue Luciana Dori – ed è ancora più arrabbiata di noi, non capisce perché trattarci così». Molti degli uomini sono in municipio per un incontro con l’amministrazione comunale, dove esporre le proprie perplessità sul trasloco. A causa dei lavori lo spazio per le case mobili è minore, dicono, non ci starebbero tutte e la distanza fra una e l’altra sarebbe al di sotto di un metro. «Così non c’è privacy, né sicurezza antincendio, né igiene – dice Luciana Dori – Ma ci accontentiamo. Però per chi rimane fuori chiediamo sia trovata un’altra area. E il trasloco si faccia a marzo: nel campo abbiamo sette neonati, con questo freddo traslocare vuol dire restare senza luce e riscaldamento, è un rischio».

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