16 Maggio 2016 - 17.27

Il ministro Delrio contestato a Vicenza

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Il ministro alle Infrastrutture del governo Renzi, Graziano Delrio è oggi in visita a Vicenza. Durante un sopralluogo all’Officina Grandi Riparazioni di Trenitalia, accompagnato anche da Alessandra Moretti, è stato contestato da una cinquantina di rappresentanti No Tav, USB e Rifondazione Comunista che hanno manifestato con striscioni e hanno atteso il suo arrivo. Con bandiere, megafoni, striscioni e altoparlanti erano controllati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Nessun incidente ma solo slogan. Uno degli striscioni recava la scritta “Basta imporre grandi opere ai territori: il treno ad alta velocità non è il futuro” e “Grandi opere = grandi sprechi”. Manifestanti anche dalla Toscana con lo striscione : “Noi non dimentichiamo: Viareggio 29.6.2009”, in riferimento alla tragedia ferroviaria.

Il Comitato Popolare Ferrovieri motiva, con un comunicato, la contestazione:
“E’ venuto nel nostro quartiere, in quello che, secondo il progetto dell’Alta Velocità, verrebbe maggiormente colpito dai futuri cantieri. Abbiamo preparato un comitato di accoglienza rumoroso e colorato, con bandiere e striscioni per dire al Ministro che Vicenza e il suo territorio non possono più accettare le imposizioni delle grandi opere.

Scortato dalle forze dell’ordine, si è isolato in un capannone lontano dai cittadini per condividere con gli amministratori locali, scelte prese ai piani alti. Decisioni che favoriscono i poteri forti e le lobby economiche mentre alla popolazione restano territori devastati, case abbattute, acque avvelenate e debiti per le future generazioni. Stiamo parlando infatti di un’opera che costerà 90 milioni al chilometro e che servirà solo il 5% della popolazione veneta, mentre il restante 95% continuerà a viaggiare sui carri bestiame.

Vicenza rischia di perdere il marchio dell’Unesco per il Dal Molin, Borgo Berga e la futura Tav. Il nostro quartiere verrebbe squarciato con due nuovi binari, una nuova strada, un ponte ecc. Inoltre, nel lotto tra Verona e Altavilla c’è già un progetto definitivo che non rispetta nessuna regola dell’iter progettuale dove la valutazione di impatto ambientale viene eseguita da Lande spa, una ditta indagata per legami con la Camorra.

Difendere la nostra terra vuol dire difendere la vita di tutti e tutte. Abbiamo inoltre lanciato una raccolta firme per chiedere all’Amministrazione Comunale di aprire un vero percorso partecipativo prima di indire la consultazione farsa programmata per fine mese. Si vuole far scegliere ai cittadini solamente dove collocare la futura stazione ma non c’è un minimo accenno all’opzione zero, alle analisi costi benefici e a tutti gli elementi di impatto ambientale, economico e sociale di un’opera così imponente.
Difendere la nostra terra vuol dire difendere la vita di tutti e tutte”

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