18 Maggio 2020 - 9.41

Luca, Silvia e le ombre della propaganda sulle loro liberazioni

Nel clima di generale “sguaiatezza” con cui il nostro ceto politico ha affrontato il ritorno in patria di Silvia Romano, liberata dopo diciotto mesi di prigionia in Somalia ad opera del gruppo estremista Al Shabab, mi era sembrata interessante la considerazione del padre di un altro ragazzo, fra l’altro padovano, relativamente alla vicenda. Sgombro subito il campo; non ho alcuna intenzione di inserirmi nella consueta serie di dibattiti, dichiarazioni, scontri, che nel nostro Paese accompagnano tutti i sequestri di giornalisti, cooperanti, missionari, contractor, o semplici turisti, sequestrati e poi rilasciati.  L’attività svolta in luoghi spesso al centro di sanguinosi conflitti, le ipotesi sul pagamento di riscatti, le loro dichiarazioni o prese di posizione dopo la liberazione quasi sempre determinano una spaccatura nella società italiana, a volte con attacchi feroci, altre volte con toni più civili.Io mi limito a quanto avrebbe dichiarato ad un quotidiano padovano da Nunzio Tacchetto, padre di Luca, e per lunghi anni sindaco di Vigonza.Anche qui per la verità ne è uscito un piccolo giallo, perchè Tacchetto che secondo il giornale avrebbe detto “da una parte un’accoglienza in pompa magna, dall’altro tutto in sordina”, ha poi smentito l’intervista.Ovvia e comprensibile la reazione dei cronisti, che hanno fatto notare che un ex sindaco interpellato da un o da una giornalista non può non sapere che la conversazione finisce riportata in un articolo.Ma al di là della vicenda, che ai nostri fini ci interessa relativamente, anche se troverei alquanto “inusuale” che un giornalista si inventi di sana pianta un commento così preciso, la “presunta” considerazione attribuita a Nunzio Tacchetto resta come scolpita nella roccia.Perchè, non so voi, ma anch’io mi ero chiesto il perchè di quel trattamento differente in due vicende che si sono concluse a distanza di soli due mesi.Due vicende per molti aspetti simili.  Luca Tacchetto sequestrato con la compagna canadese il 16 dicembre 2018 è rimasto ostaggio dei sequestratori per 15 mesi; Silvia Romano dall’altra parte dell’Africa è stata trattenuta prigioniera per 18 mesi. A voler cercare il pelo sull’uovo il ragazzo padovano sembra essersi liberato, così ce l’hanno raccontata anche se qualche dubbio pare legittimo, eludendo la sorveglianza dei sequestratori e scappando dal luogo di detenzione. Quanto a Silvia Romano è stato dichiarato ufficialmente che la sua liberazione si deve all’azione della nostra Intelligence, con l’intervento risolutivo dei Servizi della Turchia.  Per quanto attiene il riscatto pagato preferisco sorvolare, in attesa che qualcuno ci dica la verità, anche se come sempre in episodi di questo tipo tutto resterà avvolto nella nebbia. Ma allora cosa differenzia le due vicende?    L’epilogo, o meglio l’arrivo in Italia.Nel caso di Luca Tacchetto e della sua compagna Edith Blais l’arrivo a Ciampino si è svolto di notte, lontano dalle telecamere e a riflettori spenti, quasi in sordina, in modo molto celere, senza tante cerimonie e senza la presenza delle massime autorità.Diversamente l’accoglienza riservata a Silvia Romano, o Aisha dopo la conversione all’Islam, è stata quella di solito riservata ad un Capo di Stato.Ad attenderla c’erano le più alte cariche della Repubblica, dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Ministro degli Esteri Luigi di Maio, in mezzo ad una ressa di giornalisti (e le prescrizioni anti Covid?) che poi hanno seguito ogni sua mossa al di fuori delle mura di casa, appostati sotto il balcone dell’abitazione in attesa di un eventuale “affaccio”, manco fosse il Papa.Francamente non trovo alcuna spiegazione sulla diversità di trattamento riservata dalla politica ai due giovani italiani. Se non, e non occorre essere maliziosi per pensarlo, per mettere in vetrina il Governo in un momento in cui la politica non è proprio “sugli scudi”, per sfruttare appieno a fini propagandistici la potenza delle immagini della giovane sorridente avvolta nel costume tradizionale somalo.  Un calcolo preciso, a voler essere cattivi “cinico”, visto che stranamente della Romano i media si erano ricordati inspiegabilmente per 18 mesi, mentre del giovane ingegnere padovano se ne parlava solo nei giornali locali quando il padre Nunzio invocava la liberazione del figlio. Alle fine non si può che essere felici per il rientro in Patria sia di Luca che di Silvia, ma restano le ombre di una politica pronta a sfruttare a fini di immagine e propaganda qualsiasi vicenda, anche quelle che richiederebbero rispetto e discrezione.Nonostante le sue smentite, rimarrà comunque senza risposta la domanda attribuita a Nunzio Tacchetto, ex sindaco di Vigonza, provincia di Padova.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA