21 Marzo 2021 - 14.09

Il Covid non ferma il prezzo della benzina alle stelle: alla faccia della crisi!

Credo siamo tutti d’accordo che il prezzo di un bene che deriva dalla trasformazione di un altro bene, che generalmente definiamo materia prima, è intimamente collegato al prezzo di quest’ultimo.Gli esempi sono infiniti, ma poiché oggi voglio parlarvi del prezzo dei carburanti, sempre la logica suggerirebbe che il valore finale alla pompa di un litro di benzina, o di gasolio, dipenda principalmente dal prezzo del petrolio greggio.E sempre logica vorrebbe, per chiudere il ragionamento, che quando il prezzo del greggio aumenta, cresca il costo del mitico “litro alla pompa”, ma quando il costo del greggio cala, il prezzo del “litro” dovrebbe diminuire.Ma spesso quando si parla di fatti italiani la logica bisogna lasciarla da parte!E così è infatti per il prezzo dei carburanti, per il quale si assiste da sempre al seguente “paradosso”: “quando il prezzo del petrolio cresce, gli aumenti alla pompa scattano addirittura quando il greggio è ancora sotto terra, mentre quando il petrolio cala, le diminuzioni alla pompa arrivano, se arrivano, molto ma molto dopo, e sono sempre minimali rispetto alla diminuzione del prezzo della materia prima”.Sono decenni che le cose funzionano così, sono decenni che i consumatori denunciano il “paradosso delle benzina”, sono decenni che Governi e Compagnie petrolifere fanno orecchie da mercante.Volete un esempio?L’anno scorso, anche a seguito della crisi da Covid, il prezzo del greggio ha subito un vero e proprio shock al ribasso, arrivando addirittura a dimezzare la quotazione.Vi risulta che i prezzi della benzina e del gasolio al distributore siano dimezzati?Ma quando mai! Il prezzo medio alla pompa è sceso solo di un 7%.Sempre rimanendo alla logica, per quanto abbiamo visto che in Italia sia inutile, se nel 2020 il petrolio è arrivato a costare solo 27 dollari al barile, ma la benzina è rimasta mediamente a 1,411 euro al litro, ed il gasolio a 1,306, qualcuno ci avrà guadagnato?Assolutamente si! In primis le Compagnie petrolifere, ma soprattutto lo Stato, che come sappiamo è il “socio” con cui ogni italiano si trova a convivere fin dalla nascita.Ed i due esempi più eclatanti di questo “socio ingombrante” li troviamo nelle bollette di acqua, luce, gas, in cui il costo della materia prima è irrisorio rispetto al totale da pagare, e appunto nel prezzo finale dei carburanti, nel quale la fetta sottratta dallo Stato è di ben il 65%, al netto delle accise regionali.Ma cerchiamo di capire meglio come viene determinato il prezzo di un litro di benzina (per il gasolio è di fatto la stessa cosa)Il 27% del costo della benzina è determinato dal prezzo all’ingrosso sul mercato internazionale deciso a Londra dall’Agenzia “Platts” (sul diesel il Platts incide per circa il 32%).Il margine lordo per la filiera distributiva (stoccaggio, trasporto, distributori ecc.) incide per circa l’8% per la benzina ed il 9% per il diesel.Tutto il resto sono tasse, cioè accise ed Iva, che pesano per il 65% sulla benzina, e per il 59% sul gasolio. Una bella fetta, insomma! Che arriva allo Stato “pulita pulita” senza dover impegnarsi gran che!Questa incidenza fiscale rappresenta il primato in Europa, anche se mi sembra un primato di cui non andare fieri, soprattutto perchè si scarica sul portafoglio di noi cittadini automobilisti.A onor del vero non siamo il Paese europeo in cui i carburanti costano di più. Ce ne sono quattro davanti a noi, fra cui l’Olanda e la Norvegia, che però tengono alti i prezzi dei carburanti fossili per favorire la mobilità elettrica.Ma in tutti gli altri Paesi i prezzi per litro sono più ridotti, e ve ne riporto solo alcuni, tanto perchè vi facciate un’idea: Germania (1,36 euro benzina – 1,20 euro diesel), Gran Bretagna (1,39 – 1,42), Francia (1,49 – 1,42), Spagna ( 1,30 – 1,19), Slovenia (1,26 – 1,24).   Nella stessa tabella (Fonte Borsacarichi24.it) i prezzi in Italia sono di 1,57 per la benzina, e 1,46 per il gasolio, ovviamente in modalità self service.Balza agli occhi la differenza del costo/ litro fra Italia e Spagna. E vi assicuro che per chi come me ha occasione di frequentare la penisola iberica, quando va al distributore si meraviglia sempre di questa differenza!Chiarito un po’ come vengano determinati i prezzi dei carburanti, venendo all’oggi credo non vi sia sfuggito che da qualche mese è in atto “un’impennata inarrestabile” del prezzo alla pompa.In soli sette giorni un pieno da 50 litri costa 82 centesimi in più per la benzina e 74 per il gasolio. Dall’inizio dell’anno, un pieno da 50 litri è aumentato di 6 euro e 23 cent. per la benzina e di 5 euro e 85 cent. per il gasolio, con un rincaro, rispettivamente, dell’8,6% e dell’8,9%”.A voler essere più precisi, dal 9 novembre 2020, ultima settimana senza rialzi, in poco più di 4 mesi la benzina è cresciuta del 13,6%, ed il gasolio del 15%.Le associazioni dei consumatori calcolano che su un pieno di 50 litri l’aggravio sia di oltre 9 euro, che si traducono in una stangata su base annua per ogni autovettura di 225 euro.Calcoli che, per forza di cose, sono soggetti alla regola del “pollo di Trilussa”, perchè non possono certo tenere conto dei consumi effettivi del singolo automobilista, per cui per chi utilizza molto l’auto sarà un salasso, più contenuto per chi invece non la usa o usa mezzi alternativi.Credo abbiate capito da tempo che protestare non serve a nulla!A parte qualche promessa elettorale, fra gli ultimi Matteo Salvini e Matteo Renzi, già i due Matteo, nessun Governo che io ricordi ha mai seriamente pensato di mettere mano alla tassazione dei carburanti, nel senso ovviamente di una loro diminuzione.Passate le elezioni, le promesse elettorali diventano “promesse da marinaio”, perchè una volta seduti nelle careghe che contano, i nostri politici si rendono conto che non è così facile tracciare quel tratto di penna sopra le accise, perchè queste imposte sui prodotti energetici e sui loro derivati rappresentano la quarta voce tra le entrate tributarie, alle spalle solo di Irpef, Iva ed Ires.Per abbassarle occorrerebbe quindi mettere mano al bilancio, trovando altre coperture, o magari impegnarsi di più nel contrasto all’evasione fiscale.Ma allora perchè crearsi tutti questi problemi?E’ così facile, così comodo, tassare la benzina ed il gasolio! E’ una tassa che fila “liscia liscia”, la pagano tutti, senza distinzione fra ricchi e poveri, è una tassa “occulta” che si incassa subito! E allora lascia che protestino i cittadini, tanto mica la possono lasciare a casa l’auto se devono andare a lavorare, o portare i figli a scuola!In fondo l’avevano capita bene i feudatari del Medioevo, quando imponevano ai cittadini la “tassa sul macinato” o la “tassa sul sale”.Certo, a quei tempi ogni tanto nascevano rivolte, ma adesso è diverso; la gente si è abituata a “pagare e tasére”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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