17 Dicembre 2020 - 9.36

Il Covid ha tirato fuori i cretini

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di Stefano DICEOPOLI

Avevo già rilevato, in un editoriale di qualche giorno fa, come la crisi da Covid-19 rappresenti l’occasione per molti soggetti per mettere in atto comportamenti illegali, che dimostrano come etica e senso civico stiano progressivamente lasciando il campo ad una sorta di inciviltà diffusa.
Sociologi e psicologi parlano da tempo di “disagio sociale”, che forse la crisi pandemica sta accentuando, ma che era già ben presente nella società italiana, sempre più intollerante e incattivita.
E non sono necessari microscopi, basta guardarsi attorno per rendersi conto delle contraddizioni sempre più evidenti che caratterizzano il nostro vivere quotidiano.
Mi limito a segnalarne alcune, in una sorta di “cartolina” dell’Italia più deteriore, quella che proprio non vorremmo vedere.
Conosciamo tutti le difficoltà legate alla didattica a distanza, ed in generale alla comunicazione di questi tempi, sempre più costretta alle video chat, alle riunioni on line.
Queste cose costano impegno e fatica da parte di chi organizza, e altrettanto impegno da parte di chi partecipa attivamente, genitori o ragazzi.
Ma evidentemente ciò non piace a frange di “cretini”, non trovo altra definizione, che utilizzano gli strumenti offerti dalla tecnologia per disturbare gli eventi, compiendo intrusioni accompagnate da sconcezze varie.
Così è avvenuto ad esempio a Venezia, all’open day dell’istituto Morosini, in pieno centro storico. Durante la riunione avvenuta tramite Google Meet, aperta a tutti i genitori, si sono introdotti degli estranei che hanno fatto passare immagini porno, e la pagina Wikipedia di Adolf Hitler.
Ma intrusioni analoghe si sono verificate all’open day di altri Istituti, quali il Liceo Scientifico Benedetti, sempre a Venezia, durante il quale gli hacker sono entrati nella video chat abbandonandosi a bestemmie e parolacce.
Ancora più grave a mio avviso quanto avvenuto alla Scuola d’Infanzia di Vò Euganeo. Anche qui nel corso di una chat pubblica per accogliere genitori e bambini in streaming, sono penetrati alcuni anonimi che hanno iniziato a bestemmiare contro Dio, ed a inveire contro la scuola, le maestre, gli immigrati e tanto altro…… senza avere un minimo di ritegno per il fatto che assieme a mamme e papà c’erano bambini di età inferiore ai sei anni.
E’ scontato che i presidi presenteranno denuncia all’Autorità giudiziaria. Ma il punto non è l’aspetto sanzionatorio, la pena, che intendiamoci mi auguro arrivi e pesante, ma il fatto che questi soggetti devono soffrire di un vuoto di valori abissale, e se anche forse ritengono di avere fatto uno scherzo, lo hanno fatto con la codardia che contraddistingue tutti coloro che agiscono nascondendo la faccia.
Un’altra immagine del Belpaese ci mostra la stridente contraddizione che si è venuta a creare a seguito della crisi fra chi pensa allo svago, e chi invece ha problemi di sussistenza.
E così da un lato vediamo le vibranti proteste di chi si vede “privato” dallo Stato della possibilità di andare a “santificare ogni week end” sulle nevi di Cortina o di Madonna di Campiglio, e dall’altro le code sempre più lunghe davanti alla Caritas o ad altre Organizzazioni umanitarie.
Immagino che qualcuno stia pensando che si tratti di “demagogia un tanto al chilo”, tanto i ricchi ed i poveri ci sono sempre stati e ci saranno sempre.
Lo so bene, e non sono certo un cultore di ideologie vetero comuniste, ma permettetemi di osservare che le immagini delle Cayenne in fila sulla statale di Alemagna stridono con altre code, quelle chilometriche di cittadini in fila per avere un pasto caldo. Li abbiamo visti tutti i filmati di quelle centinaia di persone in una coda ordinata, dignitosa, che in via Tibaldi a Milano aspettavano il loro turno davanti alla sede dell’Onlus “Pane Quotidiano”.
Immagini che stridono con quelle che arrivano dal centro della “capitale economica”, pieno di assembramenti di gente impegnata nello shopping natalizio.
In via Tibaldi, ma queste code ci sono in tutte le città, si racconta un altro volto di Milano, quello che ci parla di chi in questa pandemia sembra aver perso tutto. Non c’è distinzione di sesso o di età fra quelle persone in fila per un piatto di pasta, hanno tutte in comune il bisogno quanto mai primario di chiedere aiuto. E le interviste ci dicono che non sono più gli ultimi, i barboni o i senza tetto, ma sono i cittadini che questa pandemia la potrebbero spiegare davvero. Per quanto mi riguarda le immagini di quel video sono di quelle che ti entrano nella testa e nel cuore, e lì rimangono; ma suggeriscono anche qualche domanda, tipo: Ma i milioni del bonus monopattini non potevano essere dati alle Associazioni di volontari che assicurano un pasto a chi, complice anche la crisi, non ha più qualcosa da mettere nel piatto?
Terza immagine da questa Italia è quella di una insegnante di Treviso, chiaramente aderente alle idee negazioniste.
Questa signora, proprio nel momento peggiore della pandemia in Veneto, con migliaia di nuovi casi ogni giorno, e centinaia di morti, nel mentre il Presidente Luca Zaia continua a sgolarsi nel ricordare ai cittadini la necessità di usare le mascherine per limitare un contagio quasi fuori controllo, non ha trovato di meglio da fare che invitare caldamente gli alunni a togliersele, perchè “Tanto di covid muiono solo i vecchi”, e rimbrottando i bambini riottosi con frasi tipo: “Sono la maestra, dovete fare quello che vi dico”.
Come vi dicevo è successo nel nostro Veneto, a Treviso, alle scuole elementari Giovanni XXIII, a due passi dalle mura.
Chiaramente questi comportamenti hanno suscitato le proteste delle colleghe e dei genitori, ed anche delle Istituzioni. Il Sindaco di Treviso Conte infatti ha visitato la scuola e ha poi segnalato la docente alla Prefettura, con questo secco commento: “Con questo tipo di pensiero non si può stare in classe”.
La penso anch’io come Mario Conte, non solo perchè una insegnante non può contravvenire alle disposizioni ministeriali in tema di prescrizioni anti-Covid, non solo perchè il messaggio “tanto muoiono solo i vecchi” è agghiacciante e degno di ideologie che vogliamo dimenticare, ma anche perchè se la signora lancia questi messaggi relativamente all’uso delle mascherine, figurarsi cosa potrebbe dire ai suoi allievi quando a breve inizierà la campagna di vaccinazione anti Covid.
Perchè se credete che il numero dei morti, e le terribili testimonianze di coloro che sono stati nelle terapie intensive, portino i propugnatori delle teorie no vax a più miti consigli vi sbagliate di grosso.
Anzi è vero il contrario, e la piazza virtuale dei contrari ai vaccini è tornata a scaldarsi. Due i filoni a tenere banco: le polemiche accese dalla vicenda sul mancato aggiornamento del piano pandemico, con lo scontro fra Ranieri Guerra (Oms) e Report, e le voci sulla possibilità che l’Italia possa decidere per l’obbligatorietà del vaccino.
Fra i bersagli degli attacchi ad esempio il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) Agostino Miozzo, che ha affermato nel corso di una trasmissione: “Penso che prima o poi lo Stato dovrà decidere di prendere per il collo le persone e farle vaccinare”.
Non credo che si arriverà all’obbligo vaccinale, almeno in una prima fase, ma qualora non si raggiungesse la percentuale del 70% richiesta per la cosiddetta “immunità di gregge”, immagino che a quel punto, visti gli sforzi profusi ed i costi sostenuti, qualche ragionamento la politica lo dovrà fare.
A tal proposito segnalo ai no vax che nella Repubblica di San Marino, in attesa di avere le prime scorte di vaccino che arriveranno dall’Italia, è già in atto una discussione sulla libertà di scelta (peraltro al momento garantita). Ed il segretario di Stato, Roberto Ciavatta, ha proposto all’organo di Governo della Repubblica del Titano, il Congresso dello Stato, di costringere chi rifiuta il vaccino a pagare le spese sanitarie di tasca propria, in caso di contagio e malattia.
So bene di attirarmi gli strali della galassia no vax, ma a me non sembra un’idea tanto peregrina.
Stefano Diceopoli

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